NE E’ VALSA LA PENA!!! Davvero è valso ammazzarsi tanto: non dormire per quasi tutti i tre giorni precedenti il nostro corteo del 26 settembre a Roma; per curare i dettagli, creare lo striscione di apertura, chiamare i latitanti, pensare a cosa era rimasto da comprare, aiutare Sonia a far entrare l’agenda rossa al Quirinale. E’ valsa la pena abbandonare per qualche giorno il mio blog…
Insomma, lo sforzo è stato ripagato dal successo di una giornata emozionante, a momenti commovente, a momenti galvanizzante.
Che sarebbe stata una giornata memorabile si è capito da subito: alle 14, piazza Bocca della Verità si stava riempiendo di striscioni e agende rosse. I funzionari dell’ATAC e della Polizia chiedevano conferme sul numero dei partecipanti, ma si sono resi conto da soli che le nostre aspettative di 2000 persone sarebbero state riduttive: siamo stati più di 3000, checchè se ne dica sui giornali. Come al solito bisogna esserci per capire le cose come stanno.
Alle 15.30, puntualissima, la testa del corteo con lo striscione che diceva: “Apri gli occhi, osserva, non chiudere le orecchie, ascolta. Solo così potrai sentire il fresco profumo di libertà“, si è mossa.
SALVATORE BORSELLINO, SONIA ALFANO, LUIGI DE MAGISTRIS, GIOACCHINO GENCHI, GIANLUCA MANCA e TANTI RAGAZZI a portare lo striscione e scandendo slogan significativi: FUORI LA MAFIA DALLO STATO.
un sole incredibile ha accompagnato tutto il corteo.
Gli interventi dal palco sono stati la base della costruzione di una nuova Resistenza. Sabato 26 settembre qualcosa è cambiato in questo paese cloroformizzato. E’ dal 28 gennaio di quest’anno che ci stiamo lavorando. Il 19 luglio a Palermo è stato il rodaggio intermedio, e il 26 a Piazza Navona una meravigliosa tappa che ci porterà lontano.
Noi non stiamo mollando… e si vede!
Avrei una lista di ringraziamenti, oltre quel che ho detto dal palco di piazza Navona: li faccio qui, come se fossi sola, perché io sono stata davvero colpita da quella piazza senza bandiere di partito. Anche Italia dei Valori, pur avendo dato il contributo economico per la riuscita della manifestazione, NON HA VOLUTO esporre simboli di partito. Forse si è capito che il partito c’è, e si sa, ma che certe situazioni hanno bisogno solo dell’appoggio umano, di cittadino consapevole, che così non si può andare avanti, che si deve fare qualcosa e lo si deve fare tutti insieme.
Ecco perchè il mio, personale, ringraziamento va, in particolare, ad Antonio di Pietro perchè come tale si è fatto presentare sul palco, senza orpelli.
Il mio orgoglio per aver dato il voto a Sonia Alfano e Luigi de Magistris è sempre più grande. Grazie a loro, perché per la prima volta sento di non aver sprecato il mio voto.
Un sentito grazie a Gioacchino Genchi, perché ha infervorato la piazza con le sue parole.
E un grazie particolare a Gianluca Manca, perchè con la sua estrema pacatezza continua a portare la testimonianza per ricordare il fratello Attilio.
E Benny Calasanzio che ha fatto uno strepitoso intervento condito di sana rabbia? lo ringrazierò sempre per avermi fatto capire bene che i tirapiedi dei mafiosi sono dei poveracci. Nonostante credano di avere tutto non hanno niente: il rispetto se lo devono comperare; l’amore lo devono comperare; spesso devono vivere in latitanza… che vita è?
Forse lo sa bene Pino Masciari, il testimone di giustizia che tanti ne ha denunciati e fatti arrestare e deve vivere in destinazioni segrete. Grazie Pino per essere stato con noi.
La meravigliosa sorpresa dell’intervento, non previsto, di due ragazze, una più giovane dell’altra ma che con la loro freschezza hanno davvero portato su Piazza Navona “il fresco profumo di libertà”. Grazie Martina di Gianfelice: sarai un gran giudice. E grazie Cecilia Sala… 14 anni di sano orgoglio ITALIANO!
Gli interventi telefonici di Beppe Grillo, di Marco Travaglio, di Giulio Cavalli, sono stati un meraviglioso contributo. GRAZIE!
Il simpatico intervento di Francesca Fornario, che solo quando si è messa il cappellino ho riconosciuto. Grazie. Il rap di Emiliano Morrone ed Alex Cimino: spero riusciremo a farlo girare. Grazie ragazzi per esserci stati! Vorrei continuare all’infinito, perché davvero devo ringraziare tutti e tutti dobbiamo ringraziare Salvatore Borsellino: un grande uomo che ci sta indicando la strada. GRAZIE!
Il Service e la Security hanno contribuito enormemente al nostro successo! Grazie ragazzi!
In particolare e dulcis in fundo, ci sono persone che non saprei da dove cominciare a ringraziare semplicemente perché esistono e ci sono sempre e si danno da fare, dietro le quinte, senza apparire. Senza volere apparire, solo per il gusto di far riuscire gli appuntamenti e per far star bene tutti. Sono i miei amici dei Grilli del Pigneto: Stefano Franco, Beatrice Andolina, Valerio Petrucci, Serena Tiracchia, Guido Di Gennaro e la sua, la nostra Pat. Sono persone come loro che mi danno sempre nuova energia per continuare. Anche quando sbagliamo, ci guardiamo in faccia e ricominciamo.
La strada ce la sta indicando Salvatore, ma io voglio percorrerla con loro… e con “le Federiche”!
Archivio mensile:Settembre 2009
Fuori dalla Rete, tutti nelle piazze!
Che fine ha fatto l’agenda rossa di Paolo Borsellino? Dov’era e con chi Nicola Mancino, il primo luglio del 1992?
Non ci stancheremo di urlare queste domande finché non otterremo risposta. Così come siamo andati ieri e oggi nelle edicole a comprare “Il Fatto Quotidiano”, così sabato prossimo, 26 settembre, dobbiamo trovarci tutti alle ore 14.00 in Piazza Bocca della Verità a Roma per la Marcia delle agende rosse.
Sta cambiando qualcosa, LORO hanno paura e, come hanno detto Sonia Alfano e Luigi de Magistris a Vasto, glielo si legge negli occhi. Noi dobbiamo fare la nostra parte: uscire dalla Rete, mollare la tastiera e scendere in piazza.
Ecco gli appelli di Salvatore Borsellino, Gioacchino Genchi e Sonia Alfano:
Giornali e giornalisti liberi
Oggi è un gran giorno: il migliore dal 22 marzo del 1994, giorno in cui Indro Montanelli fondò “la Voce”. Nel giorno in cui dobbiamo ricordare l’assassinio di Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra nel 1985 per le sue inchieste sul clan Nuvoletta, esce il primo numero de “Il Fatto Quotidiano”.
Ritengo che sia una bella giornata perché credo sia nato il giornale di chi ha condiviso le battaglie dei MeetUp di Grillo, organizzato gli incontri con Marco Travaglio, urlato la rabbia di Salvatore Borsellino, creduto nell’elezione di Sonia Alfano e Luigi de Magistris. Non credo che sarà il giornale dei “grillini” né dei “dipietristi”, ma il fondo del direttore Antonio Padellaro, “Linea politica la Costituzione”, mi ha fatto ricordare la raccomandazione di Travaglio al primo incontro nazionale delle Liste Civiche di Beppe Grillo, l’8 marzo a Firenze: “leggete la Costituzione, e saprete cosa fare”.
Oggi, cercando il Fatto in edicola e vedendo che era esaurito non solo a Roma ma in tutta Italia, mi sono resa conto che questo “movimento culturale“, o come si possa chiamare, è sempre più forte. Come quando ho scoperto, l’8 settembre di due anni fa, che il movimento “c’era”. Oggi ho avuto la conferma che è valsa la pena raccogliere firme, organizzare banchetti e incontri, passare le notti in bianco…perchè qualcosa, davvero, sta cambiando, piano piano… lenti… ma inesorabili!
Fuori la mafia da Fondi
Noi italiani abbiamo la memoria corta, e va bene. Ma che ce l’abbiano i nostri ministri tanto da fare scena muta, fa davvero piangere. Mi riferisco al ministro Maroni e la memoria corta riguarda lo scioglimento del Comune di Fondi. Abbiamo saputo dal Prefetto Frattasi, di Latina, che c’erano infiltrazioni mafiose nel Comune. Abbiamo visto 17 arresti.
Oggi voglio vedere insieme a voi un video interessantissimo. Il ministro Maroni risponde ad una interrogazione proposta dall’on. Amici (PD) ed altri concernente “Orientamenti del Governo in merito la proposta di Scioglimento del Comune di Fondi in provincia di Latina”.
La cosa meravigliosa è la risposta secca, sicura, tipica del “celodurismo” leghista: “il Comune va sciolto!” Il ministro dichiara, infatti, di avere inviato a febbraio 2009 i documenti con la richiesta di sciogliere il Comune. “IO SONO CONVINTO CHE QUESTA DEBBA ESSERE LA DECISIONE DEL GOVERNO”.
Così rispondeva il ministro Maroni il 14 maggio 2009. Cos’è successo dal 14 maggio al 15 agosto?
Andiamoci a vedere il video della conferenza stampa tenuta dal Presidente “PAPI” Berlusconi assieme al Ministro “ce l’ho duro” Maroni, appunto il 15 agosto: notare la paresi dei muscoli facciali del ministro Maroni, tale da impedirgli di contraddire il premier quando comincia a dare le motivazioni per cui il Comune di Fondi non va sciolto.
Ma si parlano prima delle conferenze stampa?
Vada che loro non si ricordano quel che dichiarano, ma noi non dobbiamo dimenticare! Ecco perchè venerdi sera io sarò a Latina, alla fiaccolata in sostegno del Prefetto FRATTASI! Invito tutti voi a raggiungerci: appuntamento venerdì 25 settembre alle 21.00 in Piazza del Popolo a Latina.
Quotidiane stragi di Stato
E’ di sabato questa intervista (in fondo al post) di Lorena Coletti, al Manifesto.
Ho conosciuto Lorena a una manifestazione a Taranto, partita simbolicamente da davanti l’ILVA, per urlare contro le morti bianche.
Lorena è una persona meravigliosa che deve essere di esempio a tutti per la dolce forza interiore che possiede.
Ha perso il fratello Giuseppe nella tragedia della Umbria olii.
Ancora morti bianche… sarò monotona ma, in realtà, oggi voglio farvi sentire la testimonianza di Lorena alla Giornata della Legalità organizzata quest’anno dai Grilli Ternani.
La semplicità con cui Lorena ha paragonato anche la morte di Paolo Borsellino ad una morte bianca, ha paralizzato tutti.
Io, non l’avevo mai vista sotto questo aspetto e, purtroppo, è drammaticamente vero. Paolo aveva scelto un lavoro “pericoloso” se fatto bene.
Come i parà della Folgore, per cui non sapremo mai se il “nostro” Paese che li ha mandati in “missione di pace” abbia fornito loro mezzi veramente sicuri e abbia attuato tutte le misure di sicurezza possibili. Io non posso dimenticare neanche quanti militari si sono ammalati e quanti ne sono morti per la Sindrome del Golfo, perchè non gli erano state dati indicazioni e dispositivi di protezione adeguati. Ecco, sono tutte morti bianche, esattamente come il più semplice operaio. E l’ho capito grazie a Lorena.
Sabatonero a Vasto, all’incontro Nazionale di IDV. Nel pomeriggio c’è stato un dibattito in cui ha partecipato anche Samanta Di Persio, l’autrice del libro “Morti bianche”. Consiglio a tutti di leggerlo.
Forse, capiremo una volta per tutte che gli eroi ce li abbiamo tutti i giorni (l’italia è al primo posto in Europa per le morti bianche) e che non è possibile per un paese che sta dentro il G8.
Siamo primi noi in questo campo, non gli USA, non la Francia, non la Germania. Io continuerò a ricordarvelo sempre!
Pensiamoci ogni volta che qualcuno dice di finire un lavoro di corsa e leva la protezione dalla sega circolare (e ciao dito!) o quando vi dicono che gli occhiali di protezione non servono, spiegateglielo quando una scheggia vi avrà fatto perdere un occhio.
Sono brutale, lo so, ma io “ho visto cose che voi umani…”.
Sono anni che sto sul fronte della sicurezza sul lavoro e non mollerò! Ma facciamolo tutti. Insieme!
Da “Il Manifesto”
Dopo l’intervista al manifesto del proprietario della Umbria Olii, Giorgio Del Papa, la replica di Lorena Coletti, sorella di Giuseppe, una delle quattro vittime nella strage di Campello sul Clitunno: «Mio fratello è morto per 16 euro e Del Papa ci ha chiesto 35 milioni di risarcimento»
«Quel giorno mio fratello Giuseppe non doveva nemmeno esserci. Il giorno prima, durante una saldatura, una scheggia gli era entrata nell’occhio. Ma ormai però aveva dato la sua parola. Fece colazione insieme a mia cognata Fiorella, alle sei di mattina, e lui quasi lo rimproverò per il fatto che andasse a lavorare anche quel sabato. Lui le rispose con quelle che sarebbero state le sue ultime parole: dai, che poi nella busta paga ci troviamo anche i 16 euro in più della trasferta. Ha capito bene? Sedici euro. È morto per sedici euro di trasferta e ancora oggi, il signor Del Papa, ritiene giusto rispedirci una lettera chiedendo 35 milioni di risarcimento. Lo considera un atto dovuto e forse calcola anche gli interessi maturati dal giorno della tragedia».
Questi di settembre, in casa Coletti, erano da sempre due giorni di festa, a prescindere dal giorno della settimana. Il 13 era il compleanno di Giuseppe, il 14 di Lorena. Da quel maledetto 26 novembre 2006, data della tragedia di Campello sul Clitunno in cui lui perse la vita insieme ad altre tre colleghi, non c’è proprio più nulla da festeggiare. Una coltre di dolore ha coperto tutto. Lorena da quel giorno combatte la sua battaglia in nome del fratello. Ha letto l’intervista di Del Papa sul manifesto vuole replicare.
Cosa non le è piaciuto dell’intervista?
Non posso nemmeno dire che la ferita si è riaperta, non essendosi mai chiusa. Non basta una vita per dimenticare. Del Papa ragiona come se si trattasse davvero di un incidente automobilistico, pensa di aver subito un danno e ha chiesto a un giudice di valutare i danni e le responsbailità. Solo che mentre il suo danno è l’azienda, il nostro è irreparabile, nessuno ci ridarà indietro i nostri cari. Come è possibile chiedere a mio fratello, che sta chiuso per sempre dentro a un un loculo, 5 milioni di euro? Ma in che paese siamo?
In che punto contesta la ricostruzione che fa Del Papa?
Né Manili né i suoi operai avevano istinti suicidi, così come non penso che Del Papa ne avesse di omicidi. Però di sicuro se i quattro operai avessero saputo che c’era il minimo rischio, non sarebbero saliti fin lassù. Del Papa omette di ricordare che nel luglio 2004, per ottenere una proroga sui tempi di installazione di quelle passerelle scrisse una lettera all’Agenzia delle dogane, dove c’era scritto: «…l’esecuzione dei lavori deve compiersi a silos completamente vuoti… essendo inoltre prevista un’accurata ripulitura, dovendosi intervenire sugli stessi silos, con fiamma ossidrica».
Vale a dire?
Vale a dire che spettava a lui fare una bonifica di quei serbatoi prima di eseguire qualunque tipo di lavoro che prevedesse lavori a fuoco. In realtà non solo quei serbatoi non erano mai stati svuotati o bonificati, ma erano in esercizio, con carichi e scarichi di quintali di olio anche lo stesso giorno della tragedia.
Del Papa si difende dicendo che con Manili avevano concordato la tipologia del lavoro, che prevedeva saldatura a terra delle passerelle e imbullonatura sul tetto del silos, dove erano espressamente vietati lavori a fuoco.
Non so nulla di questi accordi. Del Papa parla di preventivi e di accordi che io non conosco. Se fosse così, è chiaro che sarebbe una cosa tra lui e Manili, che è morto, ma rende ancora più ignobile la chiamata in causa anche gli altri tre operai. Eppoi sono gli stessi periti del Pm a dire che quei silos erano stati costruiti con evidenti errori di progettazione, perché nessuno ha controllato prima?
Chi doveva eseguire i controlli?
Non lo so. È quanto si dovrà capire. Di certo con lui i sindacati hanno avuto vita difficile, non ce li voleva, e non è il solo. Qui c’è voluta una tragedia per scoprire delle magagne. Inoltre, sempre la perizia dei consulenti del pm, dice che il responsabile della sicurezza – cioè il titolare dell’azienda – non ha mai informato i lavoratori suoi e quelli delle ditte appaltatrici, dei rischi specifici, come ad esempio la presenza di esano nell’olio di sansa immagazzinato.
Secondo Del Papa è improprio parlare di rischio esano, perché è un residuo di un processo di estrazione, processo che Umbria Olii non praticava essendo una raffineria. In sostanza, Del Papa dice: noi acquistiamo olio di sansa, che non è assimilabile agli idrocarburi e che è, o dovrebbe essere, già controllato.
La perizia dice che la deflagrazione è imputabile proprio al contenuto significativo di solventi (esano) presente nell’olio stoccato in quei silos. Dice anche che molte delle partite di olio di sansa acquistate da Umbria Olii nei mesi precedenti avevano tutti un elevato contenuto di esano.
La questione è molto tecnica, solo un tribunale potrà decidere.
È quanto speriamo tutti. Se anche Del Papa vuole giustizia non ha che da affidarsi al giudizio di un tribunale. Si faccia processare invece di ricusare giudici e perdere tempo. Quanto alle sue proteste contro i politici e i sindacati, gli rovescio l’accusa. È vero che si precipitarono tutti davanti ai suoi cancelli, ma lui quei cancelli non li ha mai aperti. Quanto a noi, i parenti delle vittime, le uniche volte che l’ho intravisto, in aula, stava sempre parlottando e sorridendo con i suoi avvocati. Nemmeno uno sguardo.
Nell’intervista Del Papa parla di un clima surriscaldato fin dall’inizio, di un preconcetto nei suoi confronti.
Per la verità racconta di questa sua richiesta di partecipare ai funerali di Manili. Non mi risulta ma la prendo per buona. Ma non mi venga a dire che è una questione di carattere. Ai parenti delle altre tre vittime, era chiedere troppo un telegramma, un mazzo di fiori, una frase di condoglianze?
Basta eroi
Oggi è un giorno davvero triste. Oggi è stata nuovamente uccisa la Costituzione! Con l’ennesimo sacrificio dei sei militari della Folgore, ancora una volta i padri della Costituzione si staranno rigirando nella tomba!
Al di là della solidarietà alle famiglie che ognuno di noi dimostra a proprio modo, io sono incazzata!
Come lo sono ogni volta che muore un operaio in cantiere o la moglie di un lavoratore solo per avergli lavato la tuta con cui lui manipolava l’amianto!!
Non può accadere ancora! ogni volta parole di cordoglio e, a seconda dei casi, di indignazione… e noi qui a vedere telegiornali che fanno a gara a trovare il parente più stretto che rilascia la testimonianza tra le inevitabili lacrime.
Eppure…eppure questo stillicidio di vite umane si potrebbe evitare semplicemente applicando l’art 11 della NOSTRA Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
Eppure…le spese militari nel nostro paese…sono parecchie…eppure produciamo armi…siamo al settimo posto nella classifica mondiale…eppure io credo che ancora gli italiani assisteranno inermi, inebetiti dai falsi messaggi della falsa informazione.
Io insisterò sempre: la Rete ci può aiutare…cominciate a vedere sul sito del SIPRI (Istituto di studi per la pace di Stoccolma). Un po’ di notizie mondiali e quando tutti sapremo allora tutti insieme potremo chiedere di vedere applicato una volta per tutte l’art. 11 della NOSTRA costituzione.
NO ALLA GUERRA! NO AI MARTIRI! BASTA EROI!
La battaglia dei No Coke per la salute
Il primo aprile 2007 ho scoperto l’esistenza dei meetup di Beppe Grillo. La prima battaglia in assoluto che ho sposato, conosciuta grazie ai meetup, è stata quella dei NO COKE di Tarquinia, contro la riconversione a carbone della Centrale ENEL di Civitavecchia.
L’ho sposata perchè avevo visto anche la trasmissione di Annozero dove i NO COKE spiegavano le loro ragioni.
Sono rimasta colpita da un passaggio in particolare che, a parer mio, basterebbe da solo a convincere chiunque a non volere una centrale a carbone “pulito”…si perchè è stato detto anche questo: “carbone pulito”. MAH?! Ebbene, il passaggio a cui mi riferisco riguardava gli agricoltori della zona:
“(…) si consiglia la conversione agricola in coltivazione agricole no-food (…)”
E certo! Fino a ieri coltivavo zucchine per i miei figli e per il mercato agricolo…ora passo ai fiori perchè se continuo a far mangiare le mie zucchine al carbone, forse qualche daanno alla salute lo produco!
Ecco, da quel momento io sono diventata una NO COKE! Adoro il gruppo di Tarquinia che si è esposto a tutela di tutta la Regione Lazio, non solo dell’alto Lazio. Hanno urlato in tutti i modi che le polveri sottili arriveranno a Roma producendo smog e morte… eppure l’ENEL è lì, con la sua falsa informazione con l’illusione del mantenimento del posti di lavoro per chi sta dentro la Centrale.
Chissà se hanno spiegato ai loro addetti anche i danni prodotti dalla combustione del carbone per chi ci lavora?! Chissà come hanno spiegato le morti bianche avvenute in questi anni dentro l’impianto? Chissà quanto ancora dovremo aspettare prima di essere rispettati ed ascoltati davvero come cittadini?
Io non lo so. Non posso prevederlo. Purtroppo…
Ma so cosa posso fare nel mio piccolo: stare con i NO COKE! divulgare le loro battaglie e le loro informazioni. Ecco perchè invito tutti coloro che potranno a dare un contributo all’iniziativa di sostegno per l’acquisto di una centralina per il monitoraggio dell’aria: http://www.cittadiniliberi.blogspot.com/.
La battaglia dei NO COKE è LA BATTAGLIA: la salute innanzitutto!