Archivio mensile:Ottobre 2009

Stefano Cucchi

Ieri scrivevo per difendere il diritto ad essere trattati dignitosamente per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine.
Oggi dedico questo piccolo spazio a chi, delle Forze dell’Ordine, ha visto l’altra faccia della medaglia prima di morire.
Esprimo il mio più profondo cordoglio e la mia solidarietà alla famiglia di Stefano Cucchi, morto “di carcere” come dice Beppe Grillo nel suo post di ieri.
Come per Aldo Bianzino, chissà se riusciremo a sapere la verità o dovremo lasciarla a delle ricostruzioni…
Per me è già stata una sorpresa che c’è una succursale del carcere al Sandro Pertini. Lo ricordavo come un ospedale qualunque, dove i detenuti vengono piantonati in corsia, invece ho scoperto esistere una struttura apposta…Mah?! Saranno i misteri del piano regolatore che ha lanciato cubature di cemento per tutta la città, gli è scappato un edificio carcerario dentro un ospedale civile.
Resta il fatto che non si può entrare in carcere sulle proprie gambe ed uscirne in una bara senza avere avuto il tempo di farsi condannare o assolvere da un Tribunale.
Spero che si arrivi presto alla verità. Basta morti “di carcere”.

Miracoli e Polizia

Che spettacolo! Ci voleva un governo Berlusconi, che in campagna elettorale aveva strombazzato appoggi, sostegni a tutte le forze di Polizia per ottenere una manifestazione UNITARIA!
Un miracolo, come solo lui poteva fare “l’unto del Signore”: ieri a Roma sono arrivati in 40.000 da tutta Italia e di tutte le forze di Polizia. Sindacati di categoria compatti, COCER (dei Carabinieri) compreso: “Per una volta siamo tutti uniti. Da questo governo, che ha avuto anche i nostri voti, abbiamo avuto solo promesse e ora ci troviamo con macchine che fanno schifo, senza soldi per la benzina e caserme in cui non si pagano gli affitti“.
E fossero solo questi i problemi. Ci ricordiamo l’enfasi con cui è stato siglato l’accordo che “concedeva” 160 euro lordi agli addetti ai lavori? A parte rivendersi un risultato che era già previsto dagli stanziamenti del governo Prodi, lo ricordava Minniti, responsabile sicurezza per il PD. Siamo, comunque, ben lontani dagli standard degli stipendi dei colleghi europei.
Io credo che la goccia che ha fatto traboccare il vaso non siano i reali problemi logistici dovuti alla crisi imperante, ma il fatto che si stia mancando completamente di rispetto a persone, da sempre, sottopagate per tutelare un paese che, nella maggior parte dei casi non ne riconosce neanche l’importanza. Se non quando muoiono sul campo! Anche il ministro Brunetta è stato contestato, per aver, a suo tempo, pronunciato la famosa frase legata ai “poliziotti panzoni“.
Ma qui stiamo parlando di lavoratori sottoposti a stress inenarrabili, soprattutto se devono fare da angeli custodi a certi politici. Certo non ci dovremmo stupire – ma certo nemmeno giustificare – se quattro Carabinieri decidono di arrotondare un misero stipendio con qualche estorsione? Che gli rimane da fare quando l’esempio dall’alto è pessimo?
Invece che premiare chi da sempre difende il cittadino, si concedono finanziamenti per istituire delle ronde che altro non sono che una milizia privata, sovvenzionata da noi cittadini e che nessuno ha mai chiesto.
Da manifestante veterana, io dico: meglio 100 poliziotti in più che 1000 invasati pronti a fare le ronde!
Preferisco rischiare una carica ad una manifestazione, alla luce del sole, che un “par de manganellate de notte” dai nuovi squadristi. Io sto con le Forze di Polizia. Quelle che ancora credono di poter cambiare questo paese, tagliando la testa puzzolente di un pesce che sta marcendo ogni giorno di più!
E se siamo arrivati ad un punto in cui a marciare per difendere i propri diritti sono proprio coloro che devono difendere i diritti di tutti… beh, io credo sia il caso, cari amici, di prepararci a scendere tutti insieme in piazza per cambiare questo Paese.

Non c’è due senza tre

Sarà che Bruno Vespa deve vendere il suo libro e quindi fa uscire le dichiarazioni ad orologeria – come piace dire a loro. Ma il fatto che Bersani abbia dichiarato, in qualunque epoca, che pretende il dialogo con Berlusconi mi preoccupa, e non poco.
Tre milioni di persone che han votato alle primarie, se sono veri i dati che ci danno, non credo che avessero in testa esattamente questo quando chiedevano al Partito Democratico il cambio di rotta. Sarebbe il terzo inciucio in dieci anni, è troppo.
Da Wikipedia:

Il termine è entrato nel gergo della politica italiana in seguito all’uso che ne fece il giornalista Mino Fuccillo, in un’intervista a Massimo D’Alema per il quotidiano la Repubblica, il 28 ottobre 1995. Da allora, “inciucio” è divenuto un termine comune per riferirsi ad un accordo informale fra forze politiche di ideologie contrapposte che mette in atto un do ut des o addirittura una vera e propria spartizione del potere

Berlusconi ormai è il padrone d’Italia, si è preso tutto. La domanda è: cosa mai avrà da offrire ancora il Partito Democratico?

Articolo Uno: la Repubblica fondata sul lavoro

Oggi è stata una grande giornata per la giustizia italiana, per il lavoro, per la sicurezza sul lavoro! Dante de Angelis, macchinista licenziato per avere denunciato carenze, E’ STATO REINTEGRATO! Aspettiamo la sentenza per vedere se gli verranno dati anche tutti gli arretrati, ma i suoi avvocati sono scesi con un sorriso radioso e hanno detto che sarà una “bella sentenza“: all’insegna del rispetto della “libertà d’espressione delle proprie opinioni” che, in un momento storico come questo, è bene ricordare!
Io sono stata al presidio sotto il Tribunale di Roma. Nell’attesa della decisione del giudice, si sono succeduti interventi al megafono. Circa 200 persone hanno dimostrato, con la loro presenza, affetto e solidarietà a Dante. E quando è arrivata la notizia del reintegro, un urlo liberatorio ed applausi hanno riempito Viale Giulio Cesare. Sceso Dante gli siamo saltati tutti addosso per abbracciarlo. Ho visto gente (me compresa… ma per me era scontato) in lacrime. E’ stato un momento incredibile.
Sciolto il presidio, mi sono letta le agenzie con le dichiarazioni di Bersani: “Il mio primo gesto da segretario sarà quello di occuparmi del lavoro e della precarietà, credo che abbiamo bisogno di riportare la politica ai fondamentali“.
Mi piace la definizione di “fondamentali”, ma a chi è riferita? Alle persone? Ai lavoratori? Ai valori?
Perchè c’è tanta confusione sotto questo cielo…
Io non posso dimenticare ciò che accadde il 20 giugno 2007, quando partecipai, grazie all’ospitalità dei NO COKE di Tarquinia, ad un incontro presso il Ministero dello Svilupo Economico, proprio sotto la gestione Bersani. Come dimenticare la proverbiale disponibilità ed apertura dell’allora ministro ad inceneritori e centrali a carbone? Certo, di posti di lavoro ne danno tanti! Mi ricordo il “suo” sottosegretario decantare le doti di un impianto in Veneto, a carbone, peccato che Greenpeace non fosse della stessa opinione.
Come intende affrontare il mondo del lavoro, dei precari, il neo segretario Bersani, se quando era ministro promuoveva impianti che le persone le uccidono? La vicenda di Dante è emblematica: dobbiamo sostenere chi, come Dante, difende, non solo il posto di lavoro, ma la salute e la sicurezza di chi lavora e di chi lo circonda. Io sono per la difesa e la lotta per un posto di lavoro che tuteli tutti: lavoratori e cittadini semplici. Il segretario Bersani?

Licenziato per la nostra sicurezza

Ricevo e volentieri pubblico il comunicato stampa relativo il presidio, a cui domani parteciperò, a sostegno di Dante De Angelis, macchinista, RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza), la cui unica colpa è stata denunciare ANCHE PUBBLICAMENTE determinate carenze delle Ferrovie dello Stato

“PRESIDIO 26 OTTOBRE ORE 11 TRIBUNALE LAVORO DI ROMA, VIALE GIULIO CESARE 54, PER SENTENZA DANTE DE ANGELIS RLS FERROVIERE LICENZIATO INGIUSTAMENTE.
Le situazioni in movimento, le strutture autorganizzate, di base, e gli spazi sociali autogestiti, le lavoratrici e i lavoratori sono chiamati ad esprimere solidarietà attiva a chi come Dante e altri-e, si è esposto pubblicamente per la sicurezza di lavoratori e lavoratrici e la salute e la sicurezza degli utenti dei servizi, ferroviari e non.
Trasmette comitato 5 aprile – aderente a Rete Nazionale Salute e Sicurezza sul Lavoro”.

Invito tutti quelli che si dovessero trovare a passare per qualsiasi motivo da viale Giulio Cesare a venirsi ad affacciare al Tribunale, per poter stringere la mano a Dante de Angelis o anche solo a fargli sentire che gli siete grati per quel che ha fatto. Oggigiorno è difficile trovare persone che mettono a rischio il proprio lavoro con tutto ciò che ne cosegue anche per la famiglia, per denunciare diverse situazioni.
Dante ha fatto il suo dovere di RLS!
Viviamo in un momento in cui la sicurezza sul lavoro viene messa a dura prova da leggi e leggiucole mirate a ridurre, per esempio, la capacità ispettiva degli organismi competenti (tecnici ASL, Ispettori del Ministero del Lavoro). Le stesse leggi che sminuiscono la figura del RLS.
Insomma un momento davvero critico in cui non mancano appuntamenti importanti: stiamo aspettando che la Cassazione esca dal suo immobilismo per capire se il 24 novembre ci sarà l’udienza per il processo Umbria Olii, il caso paradossale in cui il datore di lavoro riesce a chiedere 35 milioni di euro alle famiglie delle vittime, come Giuseppe Coletti, la cui sorella Lorena non smette di portare la propria testimonianza in giro per l’Italia e, a riguardo, aveva anche scritto per chiedere anche un incontro al Presidente della Repubblica.
E poi, il 10 dicembre tutti al TRIBUNALE DI TORINO. Dove si terrà la MANIFESTAZIONE NAZIONALE PROMOSSA DALLA RETE NAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO IN OCCASIONE DELL’UDIENZA DEL PROCESSO “ETERNIT”
Per adesioni o contatti e mail bastamortesullavoro@gmail.com
Da lavoratrice invito tutti i lavoratori a non abbassare mai la guardia davanti le situazioni a rischio e di segnalare e denunciare tutti quei momenti che mettono a repentaglio le vostre, LE NOSTRE vite.

E io pago

Sul caso Marrazzo ho poco da dire: non me ne frega niente di quello che fanno le persone nel privato. Mi interessa se quello che fanno nel privato condiziona il loro incarico pubblico, quindi me.
Dalle ricostruzioni che girano in Rete e sui giornali, il presidente della Regione Lazio si sarebbe recato con l’auto di servizio, pagata coi soldi dei laziali, ad un incontro privato. Non avrebbe denunciato la tentata estorsione. Avrebbe mentito, inizialmente, all’opinione pubblica tentando di far passare come “bufala” il video che sarebbe l’oggetto del ricatto ai suoi danni. Tentata estorsione che sarebbe opera di quattro Carabinieri.
Chi ricopre incarichi pubblici già gode di molti privilegi. Abusarne, come utilizzare l’auto di servizio per affari privati, è un insulto alla miseria, uno sfregio, specialmente di questi tempi. Oltre che un furto.
Per un pubblico ufficiale, tentare un’estorsione a chicchessia utilizzando materiale raccolto durante il servizio è una vergogna. Non denunciare la tentata estorsione, staccando assegni all’estorsore – se è vero quello che dice la stampa – è altrettanto vergognoso. Marrazzo ha ceduto al ricatto. Quindi – sempre che siano veritiere le ricostruzioni – , primo era ricattabile; secondo non ha ottemperato a un dovere civile, prima che derivante dal suo ruolo, di denunciare i ricattatori. E ha mentito.
Lo scandalo è questo, non la vita privata di Marrazzo. La gente non ce la fa più, non arriva a fine mese, non riesce a prenotare una visita in ospedale, viene avvelenata a causa della scellerata NON gestione dei rifiuti. Lo scandalo è che a causa del comportamento di questi quattro Carabinieri e del Presidente Marrazzo, la Regione non potrà affrontare seriamente questi problemi. E io pago.

Articolo 32: nessuno può essere obbligato

Ultimanente mi era arrivato un invito per un dibattito che si sarebbe tenuto nell’aula consiliare della Provincia di Roma sul testamento biologico.
Ieri sono arrivata, in ritardo, ma sono arrivata. Giusto in tempo per sentire alcune posizioni dell’On. Iadicicco, consigliere provinciale, e un intervento provocatorio che l’onorevole teodem-Binetti-pd-quellochenerimane voleva lanciare nei confronti del radicale Massimiliano Iervolino.
L’ho ascoltato con molta attenzione. Giuro! Suonava più o meno così: l’onorevole Binetti sottolinava il fatto che, in audizione consiliare, in Parlamento, avesse “SENTITO” il bisogno di chiedere al dottor Riccio (il medico che ha “staccato la spina” a Piergiorgio Welby) se fosse vero quanto scritto nel suo libro: che, nella stessa stanza dove c’era Welby morente, ci fossero, pronti all’uso, due medici provenienti dal Belgio che averebbero avuto l’ingrato compito di intervenire laddove non fosse bastato l’operato di Riccio. Tutto ciò andando incontro ad un crimine. E, l’onorevole Binetti aveva continuato col chiedere se fosse vero che nella stessa stanza fosse presente anche l’onorevole Pannella.
Il tutto condito da una cosiderazione della teodem volta ad individuare una “cultura strisciante, riguardante l’eutanasia”.
Ecco, io a questo punto non ho resistito, non ho trattenuto la lingua. Lo so, colpa mia. Fatto sta che ho interrotto il dibattito (visto che l’onorevole Binetti stava per andare via) e ho detto di non aver capito. Non ho capito. Non ho capito tanto interessamento per due medici venuti dal Belgio, pronti a “commettere un crimine” e tanta dimenticanza del dettato minimo costituzionale: nell’art. 32 della Costituzione della Repubblica italiana leggiamo che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
Io basavo le mie perplessità sulla mancata applicazione costituzionale che conduce ai casi limite come quello di Welby: se si fosse rispettata (come dice anche la Costuituzione) la volontà di Welby non si sarebbe dovuti arrivare allo scempio nazionale e su tutti gli schermi. Lui sarebbe potutto andarsene in pace, magari circondato dagli affetti più cari. E basta!
Sarebbe tutto più semplice se si applicasse in toto il dettato costituzionale.
Invece, l’onorevole Binetti mi ha guardata come un’aliena, dando una risposta legata ai possibili reati connessi con l’eutanasia, sottolineando che c’era pronto Pannella a difendere i medici venuti dal Belgio. Risposta che ha costretto Mina Welby a replicare difendendo Pannella, la cui presenza a questo atto estremo era stata richiesta direttamente dal marito Piergiorgio.
Sono veramente angustiata da certe, reazionarie, posizioni su temi così importanti come il testamento biologico e mi chiedo: fino a quando riusciremo a difendere la Costituzione?