Archivio mensile:Febbraio 2010

Parole nel silenzio

Per l’ennesima volta mi sono presa i cazziatoni di chi vive la campagna elettorale accanto a me. Perchè? Perchè ho osato abbandonare la Regione Lazio per 36 ore, pur di partecipare all’evento “Parole nel silenzioche si è tenuto ieri sera a Torino, presso il Teatro Crocetta dell’Ateneo Salesiano. Ma non sono pentita! Un evento ideato, creato e curato da studenti universitari. Un momento di giovani, per giovani. Quegli stessi giovani a cui penso che non stiamo lasciando un futuro. Quegli stessi giovani subissati quotidianamente dalle false informazioni di “Scodinzolini”, alias Minzolini che dovrebbe essere un direttore di un telegiornale e che non conosce la differenza tra “assolto” e “prescritto”…e quasi beatifica il condannato Mills. Quegli stessi giovani che, proprio ieri sera…mi hanno dato una lezione di vita! Evviva! Sono tornata a Roma con una marcia in più, grazie a loro! Se ci sono ancora giovani capaci di credere in certe parole, allora qualcosa lo possiamo ancora fare! Mi riferisco a Giovanni, il ragazzo che ha aperto la serata: avrebbe dovuto recitare un testo scritto da lui, e ci è riuscito in buona parte. Poi l’emozione ha avuto la meglio ma è ripartito. E’ ripartito ed ha condiviso con tutti noi le parole scritte da lui. Ve le riporto integralmente, ma considerate che le più importanti per me sono alla fine. Se dei ragazzi di 20 anni che pur avendo un mondo arido intorno sono capaci di pronunciare parole come “AMORE” con gli occhi luminosi e aperti verso il futuro, se ragazzi di 20 anni, lontani dalla loro terra per poter studiare, pensano alla loro terra e le dedicano parole di speranza per dare VOCE alle PAROLE… allora si, ce la possiamo fare! Tutti insieme ce la possiamo fare. Ce la dobbiamo fare! Dobbiamo riprenderci la nostra terra, il nostro Paese, la nostra dignità. Giovanni, permettimi di dedicare la tua poesia a Giuseppe Gatì, un altro ragazzo che ci ha riportato amore per la nostra terra. Per la tua terra: la Sicilia. Ma per me la Sicilia è la Lombardia. La Calabria è il Piemonte. La Puglia è la Liguria… siamo Italia. Siamo Italiani… non dimentichiamolo mai! Siamo fratelli, sorelle d’Italia. Non permettiamo più all’Antistato di rubarci la nostra dignità. Riprendiamoci il nostro futuro.

E QUANDO L’AMORE VINCERA’ L’INDIFFERENZA
ALLORA NON CI SARA’ PIU’ SILENZIO
E DAREMO VOCE ALLE NOSTRE PAROLE”.

Grazie Giovanni, Grazie Mauro Poggio, Grazie ragazzi. E un grazie ai salesiani che hanno saputo dimostrare una lungimiranza fuori dal comune ospitando quello che sarebbe potuto essere un evento scomodo per le tematiche trattate. Insieme ci riprenderemo questo paese! Grazie alla preside Carfora, perchè costantemente prova a levare ragazzi dalla strada. Grazie al giudice Caselli per tutto quel che ha fatto, quel che fa e quel che farà. L’ultimo ringraziamento va agli amici di sempre: Sonia Alfano e Salvatore Borsellino…uniti dal dolore…e dalla rabbia…ogni giorno ci insegnano a lottare per avere verità e giustizia.

Le parole non nascono dal rumore.
Le parole nascono nel silenzio.
Le parole nascono nel silenzio della nostra casa, fatta
Di studio, divertimento, gioia, dolore e amicizia
E che custodisce i nostri giorni.
Le parole nascono nel silenzio della  nostra camera.
A ciascuno la propria.
Che da il buongiorno e la buonanotte.
Che conosce i nostri segreti e le nostre paure.
Nella quale studiamo, nella quale sogniamo il nostro il nostro futuro.
Nella quale impariamo a vivere.
Le parole nascono nel silenzio del nostro cuore.
Organo vitale per eccellenza.
Ed ultimo baluardo del nostro essere.
Nel quale risiede il tesoro  di ciascun uomo.
E’ L’AMORE CHE CI RENDE UOMINI
E’ L’AMORE CHE CI DA LA FORZA PER VIVERE
CHE NON CI RENDE UNO QUALUNQUE
E’ L’AMORE CHE CI DA LA FORZA PER VIVERE
Le parole nascono nel silenzio di ognuno di noi.
Che lotta ogni giorno.
Contro il rumore di chi crede di sapere tutto.
Ma che tutto non sa.
Perché prima di conoscere il resto,
per capire il resto,
bisogna perdersi nei meandri di se stessi.
E QUANDO L’AMORE VINCERA’ L’INDIFFERENZA
ALLORA NON CI SARA’ PIU’ SILENZIO
E DAREMO VOCE ALLE NOSTRE PAROLE

“LE PAROLE NEL SILENZIO”…DEDICATO ALLA MIA TERRA (Giovanni- Ateneo Salesiano)

Il Team Ferrari e le elezioni regionali

Questo mio post vuole essere una sorta di lettera aperta alla Ferrari. Ferrari intesa non solo come Consiglio di Amministrazione, ma come simbolo di uno sport intenso quale quello delle corse automobilistiche.
Negli anni addietro, quelli di Enzo Ferrari, ho seguito i Gran Premi di Formula Uno, sempre con pathos…d’altronde le competizioni internazionali, tirano fuori il patriottismo da tutti noi.
Peccato non riuscire ad avere lo stesso pathos anche in altre occasioni, non sportive…ma pur sempre patriottiche…tipo la difesa della Costituzione.
Oggi, sono un po’ scorata e non metto più il mio pathos nelle corse automobilistiche
o per seguire la mia squadra del cuore: la Roma. Mi informo dei risultati il giorno dopo e se è andata bene sono contenta, se è andata male…me ne “strainciccio” perchè ho, comunque, cose più serie da fare. E sono proprio queste cose serie che mi hanno inchiodata a guardare l’immagine del manifesto elettorale che ha realizzato Samuele Piccolo, già consigliere comunale a Roma: una meravigliosa e fiammante Ferrari spicca persino dal suo sito a testimonianza che il GP di Formula Uno che vogliono organizzare a Roma nella zona dell’XI municipio, sia una sorta di panacea per il rilancio del mercato e del lavoro sulla piazza romana.
Mi chiedo, però, prescindendo dalla mia posizione contraria a questo scellerato progetto urbanistico che, come al solito, non ha tenuto conto delle rimostranze dei comitati cittadini (i quali tendono a salvaguardare le aree verdi rimaste nella zona e ad evitare stravoglimenti urbanistici) se il Team Ferrari sia consapevole che la propria immagine venga rivenduta (oserei dire SVENDUTA) in campagna elettorale.
E’ una domanda semplice la mia, perchè, se il Team è consapevole, allora devo pensare che la politica sia entrata con tutto il suo splendore anche in uno sport come la Formula Uno e che la Ferrari abbia fatto la sua “scelta di campo”. Viceversa, così non fosse…beh, credo sarebbe il caso che qualcuno chieda la rimozione di quei manifesti sulla città di Roma… e dal sito dell’onorevole Piccolo.

Luigi de Magistris sostiene Serenetta Monti

E’ stato emozionante davvero, per me, ascoltare le parole di stima che Luigi de Magistris mi ha riservato in questo video.
Ne è passato di tempo da quando quell’8 ottobre 2007 ero in piazza, prima davanti al CSM e poi in piazza Esedra, per portare la mia solidarietà a Luigi de Magistris che stava subendo la caccia alle streghe che lo avrebbe, in seguito, costretto a dismettere la toga per trovare altri strumenti per poter continuare la sue lotta per la verità e la giustizia.
Ne è passato di tempo, da quando lo chiamavo “dottor de Magistris“. Grazie alla sua candidatura da indipendente nelle liste di Italia dei Valori io e Luigi ci siamo incontrati più volte, in diverse occasioni, in varie parti di Italia. Immagino che all’inizio abbia fatto anche fatica a focalizzare chi fossi, visto che, in realtà non sono altro che una persona come tante che ha creduto nella sua candidatura… però, Luigi, ha sempre avuto una risposta cortese alle domande che gli ponevo o alle richieste che gli facevo. Deve anche avermi scambiata per matta quando gli ho proposto un’occasione di festa da condividere con Sonia Alfano per la loro elezione. Festa riuscitissima in quel di Maccarese, in provincia di Roma, grazie ai Grilli del Pigneto.
Di tempo sembra esserne passato davvero tanto, invece non sono neanche tre anni. Eppure di strada ne è stata fatta e, ora, sono io la candidata indipendente, in Lazio, e mi ritrovo ad ascoltare parole di stima da parte di una persona che stimo davvero per tutto quel che ha fatto, quel che sta facendo e quello che, sono sicura, continuerà a fare. Grazie Luigi!

Auschwitz – Roma

Ricevo e volentieri pubblico una lettera aperta, importantissima in un momento storico come questo. Ma prima, vorrei fare le mie considerazioni.
Debole con i forti, forte con i deboli: questo potrebbe essere il motto del sindaco Alemanno, che usa il pugno di ferro con i Rom mentre si inchina fino a toccare terra con la fronte davanti ai palazzinari ed alle multinazionali, cui sta regalando la gestione dell’acqua, il bene pubblico per eccellenza.
Con Alemanno, la gestione della presenza dei Rom nella capitale ha toccato il punto più basso, anche se il problema non nasce oggi. Pochi sanno quanti siano i Rom stabilmente stanziati in città: il loro numero supera di poco le 6000 unità, vale a dire lo 0,02% della popolazione. E in tanti anni, nessuno ha saputo o voluto affrontare seriamente il problema dell’integrazione di poche migliaia di persone, salvo spendere cifre incredibili per finanziare – attraverso progetti balordi – associazioni e cooperative “amiche”. Perchè, tanto per fare un esempio, il sindaco Alemanno (come i suoi predecessori) non rende noto il numero reale dei bambini rom in età scolare che frequentano la scuola? E, già che ci siamo, perchè non ci dice quanto costa ogni anno il relativo appalto per la scolarizzazione affidato ad associazioni e cooperative?
Chiunque lavori nella scuola, sa benissimo che nemmeno un bambino rom su quattro, fra quelli per cui il Comune paga per mandarli a scuola, frequenta davvero le lezioni, e questa storia va avanti ormai da quasi quindici anni. Il guaio è che questa storia fa comodo ad un sacco di gente: al Comune, che può vantarsi di lavorare per l’integrazione; alle associazioni e cooperative che ricevono i finanziamenti per portare a scuola cento bambini e ce ne portano (quando va bene) venticinque; alle scuole, che, grazie a queste iscrizioni fittizie, possono formare classi in più.
Anche quando si tratta di bocciare un progetto serio, sono tutti d’accordo: chi si ricorda del progetto regionale per realizzare un villaggio rom al posto del campo di Via dei Gordiani? E’ storia del 1996, quando il Presidente della Regione era Piero Badaloni. Un progetto all’avanguardia (per l’Italia, perchè in Europa era già all’epoca una realtà in molti Paesi), che avrebbe consentito di risolvere il problema della residenzialità nel rispetto delle tradizioni di quel popolo, facilitando enormemente l’integrazione degli adulti e dei bambini, nonchè il lavoro degli operatori sociali e dei vigili addetti all’assistenza emarginati. Nonostante fosse già pronto il finanziamento per realizzarlo, il progetto venne silenziosamente accantonato, per paura delle proteste della destra. Risultato: a quasi quindici anni di distanza, siamo ancora al punto di partenza, con i Rom costretti a vivere in campi indecenti, con un livello di integrazione pari a zero e a completa disposizione di qualunque demagogo pronto a gridare all’emergenza criminalità. Perchè è molto più facile fare la voce grossa con chi non conta nulla, piuttosto che con chi si spartisce la città come una torta.

Lettera aperta dei Rom del villaggio attrezzato di Tor de Cenci
Siamo persone Rom, bosniaci, macedoni e montenegrini, e alcuni dei nostri figli hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Abitiamo dal 1995 nel villaggio di Tor de Cenci, da quando il sindaco Rutelli ci trasferì assegnandoci un container a famiglia.
Non abbiamo mai avuto problemi di alcun tipo con i cittadini di Tor de Cenci e Spinaceto, anzi, la nostra integrazione è dimostrata dalla partecipazione nel locale comitato di quartiere e dalle frequenze regolari nelle numerose scuole dove i nostri figli sono iscritti.
Dopo anni di abbandono da parte delle istituzioni cittadine preposte l’attuale sindaco Alemanno ci impone di trasferirci nel grande campo, che già ospita 800 nostri fratelli, di Castel Romano.
Perchè?
Sappiamo che l’assessora Belviso aveva promesso in campagna elettorale ai cittadini italiani il nostro trasferimento, ottenendo qualche voto in più.
Sappiamo che su di noi si giocano interessi politici che fanno leva su pregiudizi e stereotipi alimentando paure e razzismi vergognosi.
Siamo uomini e donne alla ricerca di dignità e rispetto come tutti voi.
Come mai, con le note difficoltà di sistemarci in aree attrezzate difficili da trovare, si vuole smantellare Tor de Cenci, che a differenza di Casilino 900, è un campo attrezzato costato ai cittadini italiani milioni di euro, per aggravare la situazione trasferendoci in un campo già grande e disagiato al di fuori di qualsiasi contesto urbano? A chi conviene?
Chiediamo alle autorità preposte di ripensarci.
Nel 2009 abbiamo subito quattro censimenti da parte di polizia, carabinieri, croce rossa e vigili urbani, ora il prefetto vuole ripetere un altro censimento per scegliere chi è buono e chi cattivo.
Siamo stanchi di subire, ci opporremo con tutte le forze che abbiamo a fianco di chiunque voglia

DIFENDERE LA DIGNITA’ DEI ROM PER DIFENDERE UN PO’ DELLA PROPRIA.

NO ALLA DEPORTAZIONE DEI ROM

Comunità Rom di Tor de Cenci

Cara moglie, stasera ti prego…

E’ stato solo un caso se oggi non sono tornata a casa con qualche livido, gentile omaggio della polizia romana.
Già, perchè anche io ero andata al presidio di SS.Apostoli, a Roma, di fronte alla Prefettura. Presidio dove c’era chi vive la crisi tutti i giorni: senza casa, precari, immigrati, gli stessi, ormai famosi, lavoratori Eutelia. Tutti lì a gridare solo una parola: “INCONTRO”. In Prefettura c’erano tutti: Governo, Comune, Provincia e Regione…tranne chi la crisi la vive tutti i giorni!
Per questo eravamo in piazza, per chiedere di far salire all’incontro una delegazione dei coordinamenti presenti.
Io sono andata via cinque minuti precisi prima della carica della polizia. Non c’era un clima così agitato che facesse presagire la carica…a parte i celerini che avevano indossato i loro caschi. La piazza era tranquilla, i soliti slogan, i soliti cori…ma i celerini erano inquietanti, ormai addobbati.
Ero in macchina ad accompagnare una persona che doveva aprire uno sportello al laboratorio sociale, quando mi è arrivata la telefonata in cui mi hanno aggiornata della carica, dei feriti e dei fermati dalla polizia.
Una carica che si è sviluppata lungo tutta la lunghezza della piazza SS.Apostoli, con i blindati della celere a chiudere la carica.
Solo una cosa mi chiedo: erano un po’ di anni che non vedevo o sentivo cose di questo tipo… cosa sta accadendo se sono i disperati a venire caricati e i ladri, corrotti e condannati siedono tranquillamente in Parlamento? Sono firmataria della Proposta di Legge “Parlamento Pulito”, insieme a Beppe Grillo e queste sono le giornate in cui mi ricordo che quelle 350000 firme sono seppellite in qualche cassetto… e intanto il cittadino comune fa i salti mortali per avere un lavoro, una casa, un reddito minimo… e, tra un salto e l’altro, ci rimedia pure qualche manganellata. La cosa che mi dispiace di più è che io avevo visto i responsabili di piazza della polizia di oggi: solitamente persone portate alla mediazione, che comprendono i problemi di chi è in piazza. Mi chiedo cosa sarà successo oggi di diverso, per arrivare a far pestare dei poveracci??? Certo, con un sindaco portato alla mediazione, poi, il clima sicuramente si rasserenerà…

Lazio Regione denuclearizzata

MA PORCA MISERIA!!! Manco la soddisfazione!!! Siamo in corsa per le Regionali del Lazio e uno dei miei punti saldi programmatici è il “NO AL NUCLEARE!”. Durante la conferenza stampa di presentazione della mia candidatura da indipendente in Italia dei Valori, avevo anche auspicato che la Regione Lazio, qualunque sarà il risultato, sia la quinta regione a voler impugnare il decreto per la privatizzazione dell’acqua, ribadendo quindi la mia posizione PER l’acqua pubblica.
Ebbene, speravo di poter partecipare ad una medesima iniziativa riguardo al nucleare e questo scellerato governo, come dissi in conferenza stampa, ha deciso di impugnare le tre leggi regionali di Puiglia, Campania e Basilicata, davanti al Consiglio di Stato. Tra le motivazioni di Scajola leggo “il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell’energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo”.
MA DE CHE???? Diremmo noi romani!
Il ritorno al nucleare affosserà il paese, ucciderà il nostro habitat e ucciderà noi senza avere risolto realmente nè il problema emergetico nè quello climatico.
Io continuo a guardare alle energie rinnovabili ed il mio impegno sarà sempre in quella direzione.
Il nostro Paese, la nostra Regione in particolare, hanno già pagato in termini di vite umane la corsa al progresso, per l’interesse collettivo.
Io non ci sto. Continuerò nel mio piccolo ad organizzare le difese. E preparare gli affondi. E’ finito il tempo di stare a guardare, è ora che ognuno di noi si rimbocchi le maniche e, anche se “solo” nel proprio piccolo, faccia qualcosa.
Non siamo soli: c’è sempre qualcuno che la pensa come noi, ma non ha il coraggio di alzare la testa. Io credo che chi ha un briciolo di forza in più rispetto ad altri, abbia l’obbligo morale di battersi per se stesso, e per chi non ne ha la forza. Solo così potremo fare qualcosa: tutti insieme!

Vecchi precari, nuovi precari

Certo che agli occhi di qualcuno posso sembrare veramente un animale strano!
Dovrei stare a fare campagna elettorale per le regionali nel Lazio e, un giorno si e un giorno no, mi trovo in piazza a manifestare per tematiche apparentemente lontane dalla regione Lazio. Martedi, per esempio, ho raggiunto i Giovani di IdV Roma, in piazza Montecitorio, dove erano andati in solidarietà con gli operai dell’ALCOA.
A questo punto direte? embhè? quelli sò sardi che c’entrano con noi del Lazio? C’entrano, c’entrano…e lo sapete chi ci ha dato la dimostrazione che c’entrano più di quel che pensiamo??? I lavoratori dell’Eutelia!
Eh già! Futuri precari (ALCOA), sostenuti da attuali precari (EUTELIA).
Quando nel pomeriggio sono arrivata ho trovato una situazione parecchio rumorosa: latte suonate con bastoni, caschetti di protezione sbattuti ritmicamente a terra, sui sanpietrini, fischietti, trombe da stadio e, ciliegina sulla torta, mortaretti a più non posso. Si, perchè sa Iddio quanti se ne sò portati dalla Sardegna, visto che la sera alle 22,30 ancora stavano a sparà!
Insomma, ferme restando le sacrosante istanze per cui questi lavoratori sono tornati a manifestare, è successa una cosa davvero bella: in una delle giornate più fredde dell’anno, io ho visto la dignitosa solidarietà della disperazione.
Verso sera, sono arrivati i lavoratori dell’EUTELIA, accompagnati dalle Brigte di Solidarietà Attiva che hanno portato cibo caldo ai lavoratori ALCOA e tutti insieme al freddo, si sono scaldati con un bicchiere di vino :-)
Dentro al palazzo, sicuramente, non è arrivato il segnale…la classe operaia si sta riunendo. Oltre le sigle sindacali, oltre le differenze professionali, oltre i confini regionali.
Serpeggia il malessere: le persone che non arrivano più alla fine del mese e che vedono barcollare quell’ultimo baluardo di sicurezza che è il lavoro…si stanno alzando. Si stanno svegliando dal torpore, dal nord al sud…e, purtroppo, crescerà…E lo so per un motivo semplice: questo governo non è in grado di rispondere alle richieste dei cittadini. Questo Governo sa solo attaccare, sa solo parcellizzare, sa solo anteporre, al rispetto della vita umana, il rispetto per il Dio denaro. Ne è la dimostrazione la privatizzazione delle Forza Armate (DIFESA SPA). Al prossimo 2 giugno, aspettiamoci durante la parata, tra la brigata Sassari e i militari della Folgore, lo stacchetto musicale per vendere le pentole.
I bersaglieri saranno costretti a correre solo con scarpe da ginnastica griffate e le donne dell’esercito sicuramente dovranno sfilare in minigonna – è una questione di immagine e marketing – come per tutte le altre aziende.
Questo non è il mio paese. Rivoglio il mio paese! Ridatemi la Costituzione, l’articolo 1, i primi 12 articoli, i fondamenti!
Rivoglio la mia dignità di cittadino che ha diritto a un lavoro, a una casa, a essere rispettato, a essere tutelato. Basta con questa politica dell’apparenza, della facciata…torniamo alla sostanza!!!