Archivio mensile:Luglio 2010

MIRACOLO A PALERMO

Una settimana. Tanto ci è voluto per potermi sedere e concentrarmi sulla mia trasferta palermitana. Il mio appello per invitare persone all’anniversario del 19 luglio, in via D’Amelio, è rimasto parecchio sull’home page del mio blog, intanto che io metabolizzavo gli eventi. Ora è giusto sapere il “dopo” o anche il “durante”. Non ritenevo giusto, però, elencarvi emozioni troppo a caldo. Perchè quest’anno è sucesso qualcosa di estremamente particolare. Quest’anno si è concentrata l’attenzione della stampa, di certa stampa…sulla “acchianata” a Castel Utveggio…che avrebbe, secondo loro, determinato il flop dell’organizzazione di un evento delle Agende Rosse.
Ebbene…IO C’ERO!ero tra le persone che hanno scelto di accompagnare Salvatore Borsellino in un orario che avrebbe ucciso chiunque, su una pendenza che di posti all’ombra non ne offre tantissimi. La salita a Castel Utveggio…non era “l’EVENTO”…era una parte del programma di una tre giorni che di emozioni ne ha regalate davvero tantissime. A cominciare dalla mattina del 17 luglio al Palazzo di Giustizia di Palermo, dove magistrati come Ingroia e Di Matteo non hanno risparmiato fiato per dire quanto ci sia da fare in un momento storico come questo!
Il 18 sera…a Palermo, nel quartiere Ballarò, poi, …è successa una cosa incredibile, forse da folli…non so.
Per un paio d’ore si è vissuta una situazione surreale. A parte che, nel pomeriggio, un gruppo di ragazzi si è trovato di fronte cumuli di mondezza incredibili su
tutta la piazza, per cui ci si è cominciati ad arrangiare per cercare di rendere dignitosa quella piazza: Piazza Colajanni. Alcuni abitanti sono scesi per capire cosa stesse succedendo…e una volta capito, hanno portato giù le proprie scope. La sera si sarebbero dovute aprire le porte al pubblico alle 19,30…ma è successo di tutto: DIGOS e assenza di aria condizionata non vanno d’accordo in un posto dove devono entrare 700 persone e magistrati come Ingroia.
Sono nate discussioni, rimproveri agli organizzatori. Io non so dove stia la ragione…so che ho visto i ragazzi di Palermo tirare su una diretta all’esterno del cinema in un tempo brevissimo, versando sudore e amore per la loro città. Io non so in quale altra occasioine siano state portate più di 1000 persone in un posto come Ballarò…a sentir parlare di mafia. Sarà stato Travaglio a chiamare tanta gente? non lo so. C’era. Da tutta Italia, ma, soprattutto, da Palermo. E per me questo conta. Polemiche non possono esistere se ragazzi si abbracciano sulla piazza con gli occhi lucidi perchè stanno vivendo un momento probabilmente unico. E…io credo…che questa gente, questi numeri…diano fastidio…se un Emilio Fede arriva a parlare di “agende rosse comuniste“.
Il 19 luglio…non si può descrivere…bisognava esserci, davvero…Sotto al sole del mattino per vedere arrivare dei “nanerottoli” a giocare in via D’Amelio: bambini che con i loro giochi hanno acceso la giornata.
E poi, sono iniziati ad arrivare gli amici di tutta Italia. E la giornata ha cominciato a riempirsi di abbracci, sorrisi, a volte lacrime. Non posso fare la telecronaca delle cose belle avvenute…so che eravamo in tanti. So che i giornali HANNO DOVUTO parlare dell’Agenda rossa…grazie alle AGENDE ROSSE. Alle diverse anime delle Agende rosse. Il corteo che parte e si ferma alla notizia che possa arrivare in via D’Amelio il presidente del Senato Schifani. Non lo volevamo lì! Dopo le rassicurazioni del Questore il corteo riparte, ecco la lapide di Calogero Zucchetto. Fermiamoci!Ecco Salvatore Borsellino, andare a spostare dei cassonetti che l’Amministrazione di Palermo, lascia vergognosamente di fronte alla lapide di un servitore dello Stato! Ricordiamo al sindaco che siamo passati: lasciamo un’agenda rossa sulla lapide. Chissà se i cassonetti sono ancora lì?! Palermitani, insistete!
Ripartiamo. L’albero di Falcone ci aspetta. Arriviamo. Applausi, commozione e raccoglimento. Si riparte: dobbiamo raggiungere le statue che erano state posizionate in via (della) Libertà e subito attaccate da …vandali? Noi le siamo andate ad abbracciare. E lì, tutti insieme, seduti per terra, nel centro di Palermo, abbiamo sentito la pièce di due attori che hanno impersonato Giovanni e Paolo. Al termine…è salito spontaneo l’Inno di Mameli. L’abbiamo cantato con tanto di “parapàm, parapàm, parapàm pam pam pam pam!”. E come fai a descrivere quello che ti passa per la testa (o nel cuore) in momenti simili?…io ho solo potuto fare un passo indietro nella memoria: Il 28 gennaio 2009…cittadini, o più semplicemente persone che si vogliono bene, hanno dato la stura a qualcosa di veramente diverso. Il 28 marzo 2009, quegli stessi cittadini sono tornati a difendere verità e giustizia. Il 19 luglio 2009, tutti insieme, ci siamo abbracciati in via d’Amelio, per la prima volta con la nostra agenda rossa al cielo. Una famiglia. Che ha trovato un padre in Salvatore Borsellino (http://www.19luglio1992.com) e una madre in Sonia Alfano
e tanti fratelli. A Nettuno lo dissi: dissi che questo Movimento è guidato dall’affetto. Ma l’affetto, a volte spaventa, a volte esagera, a volte straborda…ed è quello stesso affetto che dei fratelli si scambiano reciprocamente, anche quando sono arrabbiati l’uno con l’altro. Io sono cresciuta in una famiglia dove le discussioni, accese, erano all’ordine del giorno. Con mia madre ho litigato fino al giorno prima della sua morte. Sapevo quanto fosse malata, ma non le ho mai concesso ipocrisie. Se mi faceva arrabbiare glielo dicevo sempre e comunque. Ed era mia madre. E non ho mai smesso di volerle bene, neanche quando mi faceva arrabbiare. Ecco, questo sono per me le Agende rosse: una grande famiglia, dove è lecito incazzarsi, azzuffarsi…ma ritrovarsi. Tutti. Per RESISTERE ed andare in un’unica direzione: VERITA’ E GIUSTIZIA. E, io credo che ci stiamo avvicinando al nostro obiettivo…se si scomoda un Emilio Fede o un Facci. Ci siamo!Ecco perchè, ora più che mai, le Agende rosse devono essere alzate al cielo tutte insieme!Io ero in piazza Farnese con Salvatore Borsellino, Sonia Alfano, Chicco Alfano, Gianluca Manca, Monica Iannì, Benny Calasanzio Borsellino, Emiliano Morrone, Francesco Saverio Alessio e tutti quelli che guardano a questo “disgraziato” Paese con la speranza di cambiarlo!Una grande famiglia!NOI!Quelli del miracolo a Piazza Farnese, a Piazza Navona e a Palermo. NOI!SEMPRE E SOLO NOI!Il resto…non conta.

PS: devo ringraziare una persona, la cui musica mi ha accompagnato nella stesura di questo post…ne avevo bisogno. Grazie.

19 luglio, Palermo, Via D’Amelio

19 luglio 2009: Palermo, Via D’Amelio. Il mio primo viaggio a Palermo. Il primo di una lunga serie. Di sicuro quello in cui ho capito di aver lasciato il mio cuore in Sicilia. Quello che ho vissuto e respirato in poche ore…non e’ facile da descrivere. E’ per questo che ho deciso di fare un appello video per cercare di sensibilizzare altri a venire quest’anno sempre in Via D’Amelio. Io lo so che quest’anno saremo di più. In un anno le Agende Rosse si sono moltiplicate in Italia. E ora spuntano come funghi nelle manifestazioni che cercano verità e giustizia!
Quest’anno ci saremo di nuovo!Non faremo profanare via D’Amelio da quelle persone che “spesso indegnamente occupano le nostre istituzioni”.
Io sarò di nuovo in Via D’Amelio, per Paolo, per Emanuela, per Walter, per Claudio, Vincenzo ed Agostino e per tutti quelli che hanno sacrificato le proprie vite perchè hanno creduto di proteggere questo Paese. E ci sarò per tutti quelli che ancora credono sia possibile cambiare questo Paese!Spero, quest’anno, di vedere tanti palermitani…Ma se aanche non dovessero essere tanti…saremo tanti noi. Lo so!
Il programma si trova sul sito di Salvatore Borsellino. Io aggiungo solo che non sarò lì per commemorare. Ma per difendere!Difendere quel luogo sacro da profanazioni. FUORI LA MAFIA DALLO STATO!FUORI LO STATO DA VIA D’AMELIO!

IO CI SARO’! ECCOME SE CI SARO’!

Due settimane fa, circa, sono andata a Porto sant’Elpidio: non ero lì per prendere il sole, ma per stare vicino a Graziella Marota, la mamma di Andrea Gagliardoni, morto a 23 anni sotto una macchina tampografica per le mancate misure di sicurezza sul lavoro. Dimenticato dallo Stato e dal Sindaco del suo paese che non concede il permesso alla madre di avere un loculo.
Una settimana fa ho partecipato alla fiaccolata in ricordo delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 2009. Vittime e familiari dimenticati dallo Stato e da Trenitalia, che, sprezzante delle accorate richieste dei parenti, ha rinnovato l’incarico di amministratore delegato a Moretti.
Quando, alle 23,48 le sirene delle ambulanze hanno cominciato a suonare tutte insieme per ricordare, mi si è gelato il sangue. Il mio pensiero è andato a tutti i viareggini che hanno vissuto quell’incubo e agli Aquilani che erano intorno a me…loro sanno cosa significa l’incessante suono delle sirene. Ho visto volti smarriti, disperazione, pianto. Qualcuno mi ha detto: “hai sentito le sirene?ecco, era un terzo di quello che si è sentito quella notte”. E poi si è sentito il triplo fischio dei treni, che ogni mese, ogni 29 del mese, quando passano da Viareggio fischiano. Ci ho messo un po’ a metabolizzare tutto quel che ho vissuto. E non ho finito. Non sono riuscita a mettere niente nero su bianco fino ad oggi. Oggi, sono stata aiutata da un grande popolo: gli Aquilani.
A Porto sant’Elpidio, a Viareggio, mi sono trovata a fronteggiare il dignitoso dolore di familiari che si sono visti strappare mogli, mariti, figli, fratelli e sorelle…per un solo motivo, uguale per tutti: il profitto!
Si, perchè se analizziamo la vicenda del treno di Viareggio…ricordiamo come tutto sia successo…per la necessità di risparmiare…
Ma è solo un esempio. Prima della fiaccolata ho potuto partecipare ad un’assemblea molto particolare e molto emozionante per chi come me, vive da vicino certe lotte. Ho ascoltato le parole dei parenti delle vittime della Moby Prince, della scuola di san Giuliano, della tragedia dell’aereoporto di Linate, dei parenti della Casa dello Studente de L’Aquila, del comitato Ruggero Toffolutti e, ovviamente, dei parenti della strage di Viareggio.
Li ho ascoltati in religioso silenzio, uno dopo l’altro, raccontare con profonda dignità il loro dolore. Dolore legato non solo alla perdita dei propri affetti…ma un dolore sordo, uguale per tutti, la rabbia degli onesti che sale da dentro: la necessità di verità e giustizia!
In questo Paese abbiamo perso il senso di queste parole. E’ stato un processo lento, inesorabile…rimane il fatto che abbiamo consentito fosse smantellata la nostra dignità di cittadini. Ci fanno sentire l’ultima ruota del carro…quando noi cittadini siamo LA ruota. Se non ci fossimo noi, i deboli, questo Paese non ci sarebbe. Sono i nostri sforzi quotidiani che consentono agli sciacalli che siedono sugli scranni del Governo di prendersi gioco di noi. Ci raccontano di “tragiche fatalità” sapendo benissimo che certe tragedie si possono evitare con la sola lungimiranza dell’onesto: i giochetti del potere, finalizzati a rimpinguare le tasche dei singoli, li pagano i molti con un costo elevatissimo che nessuna manovra finanziaria potrà mai risanare. Niente e nessuno può sanare economicamente il dolore di una mamma che si vede strappare il figlio che muore sul posto di lavoro. Niente e nessuno potrà mai restituire davvero il sorriso a quei fratelli e sorelle dei ragazzi della Casa dello Studente dè L’Aquila…ma qualcuno potrà fare in modo che quelle morti non restino impunite…e quel qualcuno siamo noi. Tutti noi insieme. E, oggi, per l’ennesima volta, i cittadini Aquilani ce lo hanno ricordato. Quelle manganellate volate su cittadini che non chiedono altro se non il rispetto, se non vedere rispettati i loro diritti…sono un insegnamento per tutti noi. Ed io ho una speranza in questo momento: spero che quei poliziotti che hanno avuto il “coraggio” di alzare il manganello su chi sta chiedendo di non essere abbandonato dal proprio Stato…spero che in questo momento piangano. Io ho ascoltato le parole dal palco di Piazza Navona del “No bavaglio day”, pronunciate dal rappresentante le Forze di polizia…IO SO. Io sono sicura che tra i “celerini” ora non scorra unità di intenti quando si tratta di caricare…perchè diciamoci la verità…quanti cittadini aquilani hanno figli e nipoti con quella divisa?e allora io voglio pensare che piano, piano, lentamente…questi ragazzi capiranno da soli che quattro manganellate…non piegano la disperazione…quella disperazione che i poliziotti stessi vivono sulla propria pelle…perchè quando vi levate la divisa, cari ragazzi e tornate dalle vostre famiglie, come ve la spiegate la difficoltà che avete a pagare un mutuo o a mandare all’università vostro figlio in questo Stato che voi avete scelto di difendere indossando una divisa di cui avreste dovuto sentirvi fieri? mi chiedo stasera, ora…cosa passi nella testa di chi ha rischiato di ammazzare una persona con una botta in testa…e mi rispondo: niente. Gli resta il vuoto. La consapevolezza di non aver concluso niente, perchè non è manganellando i poveracci che si salva questo Stato…questo Stato lo salverete il giorno in cui saprete rispondere “no” agli ordini che vi mettono contro i vostri parenti, fratelli, figli. I nazisti, a Norimberga, per molto tempo si sono trincerati dietro la frase…”facevo solo il mio dovere…rispondevo agli ordini”…Abbiamo una sola vita…e l’unico ordine che abbiamo arriva da lontano: rispettiamola!Abbiamo una sola Italia…difendiamola tutti insieme da chi la sta spolpando giorno dopo giorno! Verrà il giorno in cui le visiere dei caschi dei celerini si alzeranno per guardare negli occhi chi sta chiedendo lavoro, casa, rispetto, verità e giustizia. Io sarò là. Io ci credo.Questo Governo è già riuscito ad unire tutte le Forze dell’Ordine… ora manca solo l’unità delle Forze dell’Ordine con i cittadini, allora inizierà un nuovo corso per questo Paese…quello del riscatto. E io sarò!eccome se ci sarò!