Archivio mensile:Gennaio 2011

CHI DECIDE…QUANTO VALE UNA VITA?

Chi decide quanto può valere la vita di un uomo? Cosa fa la differenza tra la vita di un operaio, di un amministratore delegato, di un militare, di un politico?
Certo non decidiamo noi, comuni mortali. Anche perchè per quanto io possa provare ribrezzo per l’attuale Presidente del Consiglio, non potrei mai augurargli, per esempio, la morte come punizione per tutto ciò che fa passare a questo disgraziato Paese. Tutt’altro!Gli augurerei lunga vita!…IN CATENA DI MONTAGGIO PERÒ!in compagnia di quelle consigliere regionali, deputate, europarlamentari, che hanno trasformato l’agone politica in uno squallido bordello di periferia.
Sono atterrita da ciò che leggo sui giornali e ascolto intorno a me. Tema nazionale: il bunga bunga. Il 2 novembre già scrivevo che non mi sarei fatta distrarre dal bunga bunga. Lo ribadisco qui. Ora. Oggi, 18 gennaio, che ha visto morire il caporale Luca Sanna, per il quale non manca il cordoglio del Presidente Napolitano. Dopo che ieri era morto un operaio RFI, travolto da un treno, dopo essere scivolato, mentre faceva la manutenzione dei binari e per il quale non ho trovato parole di cordoglio da parte di Napolitano. Nel 1879, Francesco Crispi, pronunciò queste parole all’Assemblea democratica di Palermo:” L’operaio invalido ha gli stessi diritti del soldato ferito in guerra o indebolito dalla vecchiaia, e sono due militi l’uno e l’altro: il soldato col fucile difende la patria alle frontiere; l’operaio lavorando nelle terre e nelle officine accresce la ricchezza della nazione e la fa prospera e grande”. Passano i secoli…ma questo principio di uguaglianza non viene recepito…Io spero che le vite di Sanna e di Micali…abbiano lo stesso valore…e che non facciano la fine di Roberto Scavo, morto a 21 anni mentre, “grazie” ad un contratto a tempo determinato con Poste Italiane, consegnava lettere con uno scooter. Alla sua vita…è stato dato il valore di 1.725 euro, quelli dell’assegno funerario. Se non mi credete, guardatevi il video!
PS. Nel 1853, sempre Crispi, scriveva:” Chi farà scrollare e cadere quel governo? La nazione, la quale – nè il giorno è lontano – raccogliendo le affrante membra si rizzerà gigante dal sepolcro in cui i despoti l’han rinchiusa, e, dopo aver abbattuti i nemici, darà legge a se stessa.”…E RACCOGLIAMO STÈ STANCHE MEMBRA!

Di nuovo…sulla strada di Beppe Alfano

Come sempre, il ritorno dalla Trinacria è per me una sofferenza. Mi sembra di lasciare una parte di me in terra di Sicilia. Anche stavolta, sono ripartita con la consapevolezza che DEVO tornare. Qualcosa mi riporterà in Sicilia. Lo so. E anche stavolta sono tornata con una quantità enorme di spunti riflessivi. In particolare l’omelia del parroco per la messa dedicata a Beppe Alfano. Quello era il motivo della mia ennesima incursione a Barcellona Pozzo di Gotto (ME): la commemorazione di Beppe Alfano. In una chiesa affollata più dell’anno scorso, il parroco pronuncia la seguente frase: “Beppe Alfano è stato vittima della violenza”. Parole dure, si. In un momento drammatico come quello attuale, ma non stavamo parlando della povera infermiera rumena uccisa da un cazzotto alla fermata metro Anagnina di Roma, o della povera signora Giovanna Reggiani, seviziata e uccisa sempre a Roma… Stiamo parlando di Beppe Alfano: giornalista scomodo, ucciso dalla M A F I A. Certo, la mafia è violenza…La mafia genera violenza…ma allora, sic stantibus rebus, non sarebbe stato più coerente con il messaggio del Signore, dire: “Beppe Alfano è stato vittima della mafia. La mafia genera violenza e va contro il messaggio del Signore”?!
No. Si è ridotta, per me troppo semplicisticamente, la sua morte ad una morte per violenza. E questo mi dispiace davvero. A Barcellona Pozzo di Gotto ci siamo arrivati da tutta Italia per ricordare Beppe Alfano e per stare accanto ai suoi familiari che, ogni anno, rinnovano la tortura di riaprire la cicatrice di una profonda ferita. Mi aspettavo, visto che siamo nel 2011…un passo in avanti della Chiesa locale. Invece…si è comportata esattamente come avrebbe fatto 50 anni fa: negando con un assordante silenzio la verità. Eppure Cristo è verità. Dov’è questo messaggio di verità? è nelle parole di altri parroci, ringraziando Dio: quelli che la mafia la combattono tutti i giorni. Ma non sono tornata da Barcellona Pozzo di Gotto solo con la rabbia per quella frase. Sono tornata con la felicità di vedere una sala stracolma. Persone pronte ad ascoltare e capire. E credo che questa sia la parte bella di quella Sicilia che mi richiama a sè ogni volta che ne riparto.
Conoscere persone come Sonia, Chicco e Fulvio , i tre fratelli Alfano che 18 anni fa hano perso un gran padre. Conoscere Mimma, la loro mamma. Conoscere Salvatore Borsellino, i coniugi Manca ed il loro figlio Gianluca, i coniugi D’Agostino, Piero Campagna, Benny Calasanzio, Monica Iannì e tanti altri a cui i propri cari sono stati strappati a causa della loro rettitudine e del loro amore per la propria terra…Ecco, conoscere tutti loro, lo ritengo un privilegio. Riceverne il loro affetto, un dono. Io spero che questo 2011, porti a tutti loro verità e giustizia…e a noi…la forza per continuare a combattere quella gran “montagna di merda” che è la mafia e che ora vede i suoi migliori rappresentanti…seduti sugli scranni del Parlamento!