Archivio mensile:Gennaio 2014

Lo strano concetto di “cultura”…in Italia…e la mia personale solidarietà alla collega aggredita per aver compiuto il proprio dovere, denunciando!

Lo strano modo di concepire la cultura…tutto Italiano…Oggi riporto il comunicato che il Sindacato in cui mi trovo da, ormai, quasi 20 anni ha dovuto predisporre per chiarire quanto sta accadendo intorno alla parziale chiusura del Museo della Civiltà Romana, all’Eur.
Mi piacerebbe leggeste anche questo  articolo che ha saputo inquadrare il problema nell’ottica corretta:”…Una scelta miope, frutto di altre scelte miopi. Non parlo ovviamente del lavoro degli Ispettori, che chiedono solo adeguamenti a norme già conosciute ed applicate in tutte le istituzioni museali italiane, private e pubbliche (comprese quelle gestite dalla Sovraintedenza Comunale di Roma). Parlo invece dei costanti tagli occorsi sul sistema museale capitolino negli scorsi anni, che hanno portato ad un aumento del costo dei biglietti di ingresso senza fornire alcun tipo di nuovi servizi specialmente nelle sedi museali decentrate, proprio come quella del Museo della Civiltà Romana. Il Museo doveva essere valorizzato con l’apertura nel 2004 nella stessa sede del Planetario, così non è stato: mentre il Planetario è tirato a lucido, le sale archeologiche si visitano (quelle che non sono già state interdette al pubblico) a luci spente o quasi e senza riscaldamento.” Ed anche la chiosa di quest’articolo è illuminante:”Marguerite Yourcenar scrisse “fondare biblioteche è un po’ come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito” e lo stesso vale per i Musei. Da martedì l’inverno dello spirito sarà ancora un po’ più rigido di quanto non sia già stato in questi anni in Italia ed a Roma: io metto un berretto di lana ed una sciarpa, e continuo ad aspettare la Primavera
 
 
 
 
COMUNICATO RADIO STAMPA – PER PUBBLICAZIONE E DIFFUSIONE, grazie

Roma, 27 gennaio 2014

“Tutelare la salute e la sicurezza di chi lavora, della cittadinanza produce fastidio per chi governa, finchè la salute e la sicurezza non sono

un bene da tutelare ma sono ancora considerati un costo da sopportare” 

In merito all’Esposto segnalazione di Unione Sindacale Italiana per il Museo della Civiltà Romana:

Si precisa che su esposto segnalazione denuncia dell’Unione Sindacale Italiana e della

RSU interna della società Zètema, in materia di salute e sicurezza a tutela di lavoratrici e lavoratori e della cittadinanza che visita i siti museali, l’Ispettorato del lavoro

di Roma ha fatto sopralluoghi al Museo della Civiltà Romana e al Planetario, riscontrando la veridicità e attendibilità di quanto segnalato ed esposto dal

sindacato autoganizzato USI, che aveva in più occasioni fatto anche molte segnalazioni interne in materia ai vertici aziendali e comunali.

Gli Ispettori del lavoro hanno dato al Comune e alle società che gestiscono le attività museali dei termini di prescrizione per lavori di adeguamento e messa a norma, che solo in parte sono

stati iniziati, ma che non hanno risolto nè eliminato i fattori di rischio e pericolo segnalati dall’USI, che è in prima fila sulle iniziative su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

e sui territori, facendo parte sia del “Comitato 5 aprile” di Roma che è nodo locale della RETE NAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E SUI TERRITORI.

Al termine della fase preliminare e per garantire una prima fase di messa a norma, la Sovrintendenza capitolina di Roma Capitale e la stessa Zètema hanno predisposto la chiusura

parziale di alcune sale del Museo della Civiltà Romana e altre misure la cui incisività ed effettività sarà costantemente monitorata non solo dagli organismi di vigilanza preposti, ma

dalla stessa Unione Sindacale Italiana, che ritiene la prevenzione, l’attenzione e l’intervento per l’eliminazione dei fattori di rischio e pericolo o almeno la sua sostanziale riduzione

un elemento importante per evitare che si sottovaluti il problema e si debba poi commentare incidenti sul lavoro con feriti, morti sul lavoro o danni agli utenti e alle strutture pubbliche.

La preoccupazione dell’Usi e delle rappresentanze interne nei posti di lavoro è che tale provvedimento per il Museo della Civiltà Romana, sia solo una misura parziale e insufficiente,

che non elimina la questione e dia solo un segnale di facciata che sposta la questione nel tempo, mentre per Usi le questioni relative alla salute di chi lavora, alla sicurezza

per utenti, visitatori e cittadinanza e sicurezza degli edifici come di siti lavorativi e produttivi, necessiti di un intervento pianificato, programmato nel tempo e con attenzione più

alla fase di prevenzione, informazione e formazione per i vari rishci e pericoli, con valutazione dei costi e dei benefici complessivi, piuttosto  che di intervento successivo quando i danni si

sono provocati.

Per l’Unione Sindacale Italiana come per la stessa rete nazionale per la salute e la sicurezza, la salute non è una merce e la sicurezza non può essere considerata un costo da

sopportare, ma sono interessi e beni collettivi da tutelare in modo pieno ed efficace.

L’USI esprime la sua solidarietà alla collega, in servizio presso il Museo della Civiltà Romana e dipendente

di Zètema, associata al sindacato autorganizzato, che venerdì scorso è stata fatta oggetto di intimidazioni e aggressione da parte di funzionarie comunali, che in modo sbagliato e inesatto

l’avevano ritenuta “colpevole” di aver chiesto all’Usi di intervenire segnalando le molte inadempienze in materia di sicurezza e salute sul lavoro, riscontrate poi dai Serizi Ipsettivi del Lavoro

dopo intervento ufficiale del sidnacato autorganizzato.

La lavoratrice ha avuto una prognosi di 5 giorni dal pronto soccorso ospedaliero al quale si è recata, fatto questo che getta una ulteriore

ombra sul fatto che i diritti di chi lavora anche di poter svolgere un lavoro in sicurezza e in condizioni di serenità e salute, sono messi a rischio se si rompe il muro di omertà

e si effettua un adempimento che è dovere di ogni dipendente segnalare quando se ne viene a conoscenza, come è espressamente previsto dalle norme italiane ed europee su sicurezza e salute eni

luoghi di lavoro. La pressione e le attività sindacali anche per la piena tutela su questa materia svolte dall’Unione Sindacale Italiana, proseguiranno come del resto quelle della stessa rete nazionale,

che ha seguito i principali processi e situazioni a livello nazionale (Thyssenkrupp, Umbria Olii, ILVA di Taranto, Eternit, Molfetta, Trani, Ravenna, Cantieri Navali di Palermo, Genova e tanti altri), fino a che

non sarà garantita la piena ed efficace tutela e applicazione delle norme per chi lavora e chi fruisce dei servizi e attività, su sicurezza e salute.

Unione Sindacale Italiana segreteria intercategoriale e mail usiait1@virgilio.it, blog www.unionesindacaleitaliana.blogspot.com                  

RISPOSTA DI UNA CITTADINA, LAVORATRICE, RSU E DELEGATA USI UNIONE SINDACALE ITALIANA ALLA LETTERA APERTA AI CITTADINI DI MICAELA QUINTAVALLE

Cara Micaela, ho letto la tua lettera aperta…e vorrei risponderti da cittadina, lavoratrice ed RSU dei lavoratori e delle lavoratrici per un sindacato…che ha fatto la storia dell’autoganizzazione e che ben comprende le motivazioni che vi spingono, oggi, a chiedere il sostegno della cittadinanza nella difesa del servizio pubblico.

Noi, come USI Unione Sindacale Italiana…abbiamo già dato: solo in ordine di tempo nella difesa delle biblioteche comunali…Per cui la Giunta Alemanno aveva approvato un taglio di fondi che avrebbe significato la chiusura di quelli che consideriamo dei veri e propri “presidi sociali”, oltre che culturali. Stesso dicasi per le lotte degli ultimi 15 anni che hanno riguardato asili nido, scuole materne, anziani, assistenza domiciliare e servizi sociali: utenti, cittadine/i unite/in con lavoratrici e lavoratori sostenuti dall’USI. Questo nostro passato mi rende fiera di alzare la nostra bandiera. Cosa che ho già fatto quando sono venuta alla manifestazione che è partita dal Colosseo il 20 dicembre 2013 ed in cui ci siamo conosciute. Io stessa sono in prima linea contro le privatizzazioni dal 1997. Per cui la battaglia per la difesa del trasporto pubblico e del miglioramento di tale servizio e delle condizioni di chi ci lavora appartiene al nostro DNA “sindacale”

Io, però, non posso sentire questa chiamata all’unità…per una lotta così importante per tutte/i…accompagnata dall’impossibilità di alzare una bandiera (come indicato nel vostro volantino per l’appuntamento del 20) di cui non mi vergogno…E che tanto da e fa ogni giorno, dal 1912, per tutte/i. Spero che tu e le tue colleghe con i tuoi colleghi, sappiate distinguere le bandiere amiche da quelle che normalmente appoggiano le manovre del padrone e che lasciate lo spazio alla nostra partecipazione con le bandiere. Te lo dico da cittadina. Lavoratrice. RSU e delegata dell’Unione Sindacale Italiana. Attendo fiduciosa un riscontro per promuovere un percorso realmente unitario che sia da sprone ad un coordinamento di tutte le realtà pubbliche e para pubbliche che ruotano intorno agli Enti Locali e/o Statali che rischiano di pagare una crisi prodotta dall’alto. Ma che non debbano vergognarsi delle proprie, antiche origini! Saluti da combattente a combattente. Serenetta Monti, cittadina, lavoratrice, RSU e delegata USI Unione Sindacale Italiana

 

A questo link trovate il testo integrale della lettera aperta…io vi saluto con le parole di Gaber…:”…La libertà non è star sopra un albero non è neanche il volo di un moscone la libertà non è uno spazio libero libertà è partecipazione. “

IO STO CON DI MATTEO…E LA REGIONE LAZIO?

Ok…Ok…ogni tanto me la prendo comoda e non aggiorno il blog. Le motivazioni sono diverse: a volte vorrei scrivere su tutto, a volte su niente e a volte non ho proprio il tempo di scrivere…e il tempo passa più velocemente dei miei percorsi mentali. Ed eccoci al nuovo anno. Negli ultimi mesi,  grandi eventi hanno scosso il Paese e forse l’intero Pianeta…ma noi, poveri mortali, siamo ancora qui con quei problemi del quotidiano che proprio non si riescono a risolvere. Vorrei iniziare questo 2014, ricominciando da una partita molto importante, rimasta aperta …addirittura da maggio 2013. Di cosa parlo? Dell’iniziativa avviata come Movimento Agende Rosse  del Lazio per sollecitare la Regione Lazio a dimostrare apertamente il proprio sostegno alla magistratura siciliana, in particolar modo al giudice Nino Di Matteo, oggetto di pesantissime minacce, confermate anche dalle intercettazioni del boss RIINA. Ebbene a maggio 2013, con Beatrice Andolina, anche lei amministratrice del gruppo delle Agende Rosse del Lazio, ci siamo fatte portavoce di quella che era un’iniziativa avviata già in diversi Comuni: proporre una mozione che consentisse l’esposizione di una foto del giudice sui palazzi (in questo caso) della Regione, con l’ufficializzazione del sostegno attraverso un atto pubblico come la votazione in Consiglio. Di tutti i gruppi politici che hanno ricevuto la proposta di mozione, solo il capogruppo della Lista Civica Nicola Zingaretti, on. Michele Baldi  si è fatto avanti e si è reso primo firmatario di tale mozione, interessandosi personalmente presso gli altri gruppi consiliari, affinchè la mozione fosse votata all’unanimità. Il 4/7/2013, la mozione è andata in discussione al Consiglio Regionale. E, pur avendo, nella riunione dei capigruppo, tutti sottoscritto la mozione…qualcosa non è andata…Quel 4/7, in parecchi hanno preso parola per riempirsi la bocca con termini come “antimafia” o ricordando la fine che hanno fatto i giudici Falcone e Borsellino, perché lasciati nel silenzio e nell’indifferenza collettivi…ma il risultato di questo fiume di belle parole… è stato il rinvio della votazione. Ad oggi, quella mozione giace ancora inascoltata nei cassetti del Consiglio Regionale della Regione Lazio. Il giudice Di Matteo ha ricevuto il sostegno di molti altri Comuni. La sua foto ha campeggiato a Venezia e Napoli. Qui a Roma abbiamo perfino srotolato uno striscione giù dal Colosseo, come vedete dal video, per ricordare che NINO DI MATTEO NON E’ SOLO!…Ma…evidentemente Regione Lazio, gruppi consiliari e vari portavoce dei cittadini…non la pensano così. Per i Marò in India  (GIUSTAMENTE!) si votò immediatamente per l’esposizione di uno striscione sulla facciata del Palazzo di via Cristoforo Colombo. Nino Di Matteo, evidentemente…conta di meno per una Regione che, nel tempo…ha saputo nominare, con particolare oculatezza, funzionari come Luca Fegatelli , alla direzione dell’Agenzia Regionale dei beni confiscati alla mafia, ora agli arresti domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta su Cerroni, “il supremo” di Malagrotta. Beh, come dire …comincia proprio sotto i migliori auspici questo 2014!…una cosa è sicura…IO STO CON DI MATTEO…e…La REGIONE LAZIO?