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Appello a Erri De Luca: io sto con Elena Trimarchi…e tu?

Ho potuto leggere su “L’Espresso” on line quanto accaduto ad Elena Trimarchi per aver posto una semplice domanda su Facebook, su un post di Erri De Luca . Intanto che, sicuramente, pensate a chi sia Elena Trimarchi…io vi metto il virgolettato del testo di Erri De Luca su cui Elena ha OSATO esprimere la propria opinione:”Trovo scritto da qualche parte che la Palestina sta sotto occupazione da 70 anni. Perché solo 70? Era occupata prima dagli Inglesi , prima ancora dalla Giordania, prima ancora dall’Impero Ottomano. La Palestina e’ sempre stata una regione occupata. Mettere a fuoco solo i recenti decenni manifesta una volontà di omissione. Si è sionisti perché si ammette l’evidenza storica dello Stato di Israele? Chi si augura la sua cancellazione e’ partigiano di uno sterminio su scala di massa. In quella regione occorrono due Stati ben divisi, non zero Stati e al loro posto il deserto. A qualcuno piace che ragazzini palestinesi vadano a farsi uccidere per accoltellare vecchietti ebrei? Evidentemente si. Non appartengo alla categoria. Non riconosco volontà di riscatto nell’agguato da marciapiede di un minorenne, solo uno spreco di quella vita presa e buttata alle ortiche. Infine oggi nel Mediterraneo la situazione di quei territori non è l’argomento principale all’ordine del giorno. Oggi il Mediterraneo e’ scosso dagli sviluppi in Siria, con le emigrazioni di milioni di profughi,in Libia con la presenza dello Stato Islamico, in Turchia con le recenti elezioni a effetto dittatoriale e immediata ripresa della guerra civile con i Curdi. Il primato che qualcuno vuole assegnare alla questione palestinese serve a distogliere l’attenzione dalle urgenze che più determinano il futuro prossimo”. Testo degno di attenzione …e di profonde riflessioni…Ed Elena, da persona attenta qual è, ha espresso, con una domanda, le proprie. E così ha scritto:”Scusi, a lei piace che i ragazzini israeliani siano costretti a fare il servizio militare e forse anche a picchiare, arrestare e qualche volta uccidere quei bambini palestinesi?”. Ai più potrà sembrare chiaro che non c’è nulla di offensivo in una domanda di questo tipo, anzi…evidenzia due grandi tragedie: la prima che, nel mondo, ci siano dei bambini costretti alla leva OBBLIGATORIA e la seconda…diretta conseguenza della prima…che gli stessi (parliamo di Israele nello specifico)  poi diventino gli assassini di bambini Palestinesi che hanno la sola colpa di essere nati Palestinesi. Eppure a qualcuno (prima di leggere alcune rivelazioni tra i commenti, si ipotizzava lo stesso De Luca, visto che Elena è stata bannata dalla sua pagina) è sembrata talmente offensiva da far segnalare quanto scritto da Elena a Facebook che le ha bloccato il profilo per 24 ore. E qui arriviamo a chi sia Elena Trimarchi. Elena è una persona che, DA SEMPRE, principalmente proprio attraverso Facebook, si fa promotrice di battaglie a difesa dei diritti civili…umani…Ci mette sempre la faccia e il proprio nome e cognome. Ed io, che la conosco bene, mi sono ritrovata a leggere dei commenti sull’articolo de L’Espresso a dir poco deliranti. Definivano l’articolo “imbarazzante”. C’è chi è arrivato a chiedere di “cancellare questo articolo che già riporta dal titolo un’informazione falsa per stessa ammissione dell’autrice (vedi i commenti)”. Questi sarebbero gli ammiratori di Erri De Luca il “paladino”della difesa della “Parola contraria” (il suo pamphlet acquistabile in tutte le librerie)? E dov’è lo stesso Erri De Luca che consente questo accada sulla sua pagina pubblica, dove, peraltro, sono rimasti dei commenti dove gli si da del “vecchio sclerotico”?…rimasti lì…forse perchè non giudicati offensivi (mica sono antisemiti!) dalla ufficiale segnalatrice (questo si, per sua stessa ammissione tra i commenti sulla pagina dell’Espresso, tant’è che ho potuto fare lo screenshot). Ufficiale segnalatrice che, però, è anche cofondatrice, assieme a Erri De Luca, della “Fondazione Erri De Luca” che “…persegue finalità di solidarietà sociale avvalendosi di diversi strumenti comunicativi abbinati alle diverse discipline artistiche”. La signora Paola Bisson. E’ lei l’autrice del commento in cui ha ammesso di aver segnalato il commento di Elena Trimarchi a Facebook, il quale, attraverso quella strana policy aziendale che lo contraddistigue e fa si che rimangano commenti RAZZISTISSIMI o aperte pagine contro cani e bambini…ha, evidentemente, accolto la segnalazione della signora Bisson. Vorrei ricordare a chi sta leggendo che Elena in queste settimane ha dovuto aprire on line un crow founding che le consenta di essere operata all’estero visto che in Italia non si trova nessuno disponibile a sanare danni di altri colleghi (Italiani): tra le tante battaglie in cui Elena ha messo la faccia, infatti, possiamo trovare la denuncia che ha promosso verso l’ospedale San Camillo dove è stata operata . Ed io credo che bloccare Facebook ad una persona come Elena, anche “solo” per 24 ore…equivalga a se avessero condannato Erri De Luca per le sue esternazioni sulla TAV. Ovvero lo ritengo un danno enorme. Ed è per questo motivo che ho deciso di scrivere queste righe a sostegno di Elena, un’amica che ha tanto da insegnare a tutti noi. Non è famosa come Erri De Luca e, conoscendola, non le interessa neanche diventarlo. Queste righe le indirizzo direttamente ad Erri De Luca, consapevole che non sarò degna di ricevere una sua risposta…e, anzi, probabilmente riceverò gli insulti da parte delle stesse persone che hanno insultato Elena…Ma io sto con Elena…e tu? Tu, caro Erri De Luca, non trovi indegno che sulla pagina che porta il tuo nome vengano bannate persone per avere espresso la propria opinione? e non trovi ancora più indegno che chi fa tabula rasa sia quella stessa signora Bisson con la quale condividi la nascita della “Fondazione Erri De Luca”? Io si e mi piacerebbe davvero tanto sentire la tua, VERA, opinione su quanto accaduto. Sono rammaricata solo dal fatto che “L’Espresso”, mentre scrivevo queste righe, ha rimosso l’articolo scusandosi persino con Erri De Luca…senza approfondire, evidentemente, la stretta relazione tra chi ha confessato apertamente di aver segnalato il post di Elena Trimarchi e lo stesso Erri De Luca…Peccato! Un’occasione persa per dare voce ai più deboli… Chiudo ricordando a tutti…che possiamo sostenere Elena nella sua battaglia personale e nelle tante battaglie che lei intraprende per tutti noi! Non giratevi dall’altra parte!
P.S. sono le 9.25 del 12/11/2015 e per dovere di cronaca vi segnalo che, ieri, a metà pomeriggio, Alessandro Gilioli mi “taggava” in un post su Facebook per mettermi a conoscenza degli aggiornamenti con queste parole:”Un link dovuto a diverse person Elena Trimarchi,Serenetta Monti e anche Erri De Luca, perché no. “. Il link cui si riferisce è l’aggiornamento effettuato dall’Espresso su questa situazione, con relativa RI PUBBLICAZIONE della lettera inviata da Elena Trimarchi. Ringrazio ufficialmente Alessandro Gilioli e L’Espresso, per aver ridato voce ai più deboli! Tanto vi era dovuto per dovere di cronaca.

“BBIUTIFULL CAUNTRI”

Faccio sempre fatica ad ascoltare la frase in cui il senso ruota intorno al concetto di “bel Paese”…”beautiful country”…diceva il video promozionale in cui compariva l’ingessato Rutelli, sul famigerato sito, costato milioni di euro. Dio benedica la satira e la parodia sempre!…Perchè per andare avanti in questo disastrato Paese…ogni tanto bisogna prendere una boccata d’ossigeno e la satira ci aiuta. Ci strappa un sorriso anche nei momenti più drammatici.
Come oggi: i “grandi elettori” eleggeranno il Presidente della Repubblica…E, intanto…io apro il Fatto Quotidiano e trovo la vignetta di Vauro in prima pagina dedicata al muratore suicida perché ha perso il lavoro. Ho ingoiato amaro. Cerco altre notizie e scopro che la compagna di questo pover’uomo sta portando avanti una gravidanza: è al sesto mese. Ora sa che suo figlio nascerà orfano. Sfoglio il Corriere della Sera  trovo la storia di Silvano Toniolo: 80 anni, infermiere in pensione. Sfrattato. Vive viaggiando sui treni, grazie ad un tessera per un’invalidità dovuta ad un ictus che lo ha colpito. Invidio il suo spirito di iniziativa: non si è lasciato andare. Apro le mails e ri trovo la disperazione di Bennardo Raimondi , testimone di giustizia (da non confondere con il “collaboratore”, lui non è un delinquente pentito, lui ha denunciato i suoi usurai), lasciato solo, a morire di fame (insieme alla sua famiglia), quasi che il colpevole fosse lui. Io credo che noi tutti siamo responsabili, colpevoli. Colpevoli della morte di chi si impicca perché perde il lavoro della vita che conduce Silvano Toniolo E di aver lasciato solo Bennardo e di tanto, tanto altro. Di tutto questo siamo colpevoli. Perché?…perchè ci giriamo sempre dall’altra parte per poter “proteggere” il nostro orticello. Io non so a chi rivolgermi perché Silvano Toniolo possa essere aiutato e la compagna di un suicida non venga lasciata sola. Per Bennardo Raimondi so che qualcosa si sta muovendo. So che ogni giorno cerco di non guardare dall’altra parte. Cerco di condividere il mio orticello con gli altri. Anche se si tratta solo di una parola o di un sorriso. E mi chiedo…sono una pazza utopista io che ancora insisto e credo con tutte le mie forze che possiamo cambiare le nostre condizioni e di chi ci sta accanto? Sono fuori dal tempo perché spero che l’uomo tenda la mano al suo vicino in difficoltà? In giorni come questo, però, in cui leggo che un uomo sfregia una donna perché la ritiene un oggetto in suo possesso, mi chiedo chi o cosa io sia. Poi mi guardo allo specchio…e ci vedo “solo” una persona …ma che non si arrende, che non vuole essere pecora …ma soprattutto non vuole perdere la propria sensibilità ed umanità…e mi rispondo…che per quanto possa essere difficile, strano, in salita, questo è il mio percorso…Questa sono io…Per molti una stronza (si,si…me lo dicono anche in faccia), per altri una fregnona…Ma io non cambierò…e continuerò a non girarmi dall’altra parte…cercando di trasmettere anche ad altri …questa “cattiva” abitudine. E, oggi, volevo condividere queste riflessioni con tutti voi.

E’ COLPA DELLA CRISI…

Berlusconi: «Le ragazze erano
in difficoltà, un dovere aiutarle»…questo il titolo su Messaggero.it di oggi, 14 aprile 2012. Il riferimento è per le gemelle De Vivo e per la consigliera regionale Nicole Minetti. L’articolo prosegue con un virgolettato “erano in dificoltà per colpa dei pm”. Altro virgolettato “non aveva risorse per opporsi alla poderosa macchina della giustizia” (riferito sempre alla consigliera regionale Minetti). Continuiamo con le citazioni dall’articolo “Queste persone sono state danneggiate da chi ha condotto le indagini che di loro ha dato immagini distorte con una violenza inaudita”. Fin qui alcune motivazioni…Per le gemelle De Vivo, invece, …il virgolettato è questo:”mi hanno messo al corrente di una situazione molto triste di indigenza in conseguenza di una incursione della magistratura nella loro vita famigliare”. Il totale dei bonifici partiti, con trasparenza, dal conto dell’ex premier e finiti sul conto dell’ancora, attualmente e spudoratamente, consigliera regionale Nicole Minetti, stipendiata da tutti noi…è di 402.000 euro. Il totale dei bonifici per le gemelle, finiti, però, sul conto del padre delle medesime, “per evitare pettegolezzi”, come dichiarato dal padre stesso…è di 144.000 euro…di cui 10.000 trattenuti direttamente dall’intestatario del conto, ricordiamo…sempre il premuroso papà,…perché «le spese come si sa, a causa della crisi economica che investe anche il nostro Paese, sono aumentate, la benzina è aumentata (…) mi sono autofinanziato». Sorvolo su quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche, dalle dichiarazioni a verbale durante l’inchiesta del perchè questi cattivoni dei pm si siano accaniti su questa “povera gente”…perchè di materiale in giro ce n’è fin troppo…Oggi vorrei solo fare un’operazione di memoria collettiva. Mentre queste dame di altri tempi partecipavano a feste esclusive…diciamo così…una madre di famiglia…davvero in difficoltà…(forse, perchè non ha uno stipendio da consigliera regionale!?…per esempio?)…riceveva dall’entourage dell’allora gaudente e sempre festoso Presidente del Consiglio, on. Silvio Berlusconi, quanto segue ( fu un articolo di Paola Zanca sul Fatto Quotidiano a riportarne la testimonianza ): “Pur comprendendo la Sua difficile situazione, debbo comunicar-Le – scrive l’onorevole Valentino Valentini a nome di Berlusconi – che il presidente del Consiglio non può farsi carico dei casi individuali, anche se degni di considerazione. Quotidianamente pervengono all’On. Berlusconi numerose domande di aiuto volte a sensibilizzare un atto di personale generosità: comprenderà quanto sia difficile, al di là di ogni buon intendimento, poterle accogliere. La Presidenza del Consiglio, d’altra parte, non dispone di fondi da erogare in favore dei singoli cittadini in difficoltà. Le auguro – conclude – di superare presto le difficoltà del momento”. Cosa salta all’occhio dopo aver letto queste poche righe di risposta ad una madre di cinque figli, Agnese Dinarello, separata, che non riceve il mantenimento dall’ex marito e che si rivolge con fiducia a chi sbandiera la propria generosità?…che l’unica colpa della signora Agnese…è non avere nessun cattivo pm con il fiato sul suo collo…probabilmente a causa di una vita passata umilmente e onestamente a cercare di crescere i propri figli nello stesso Paese in cui ad un ex Ministro comprano una casa a propria insaputa, ad un altro la ristrutturano a propria insaputa e pagano con i soldi del contribuente le finte lauree e le multe del figlio che, a sua volta, percepisce un considerevole stipendio da consigliere regionale…e dove, ormai, passa con tutta tranquillità il concetto che non è mica un male … mandare a feste ambigue le proprie figlie purchè tornino a casa con un assegno da 2 o 5000 euro o altri premietti…tanto…è colpa della crisi…

Gli effetti involontari della macchina del fango. Grazie on. Santanchè.

Ci siamo. E’ arrivato il 14 maggio: la FREEDOM FLOTILLA passerà da Roma, alla faccia di chi pensa di gettare fango su un convoglio umanitario. Io non ho visto in diretta la figuraccia dell’on. Santanchè, che altro non è se non lo specchio dell’ignoranza che regna sovrana all’interno dei palazzi del potere.
Che tristezza…parlare per interposta persona, senza verificare le fonti…: non oso immaginare la fine che farà quel collaboratore o collaboratrice che ha suggerito, all’on Santanchè, questa “bomba”, da tirare durante Annozero. Prima o poi anche la macchina del fango si doveva inceppare. Spero che, ora, gli italiani abbiano capito cos’è davvero la Freedom Flotilla!
All’on. Santanchè, dedico l’immagine della bandiera di Hamas che si può comodamente trovare su Wikipedia :  e direi che è molto diversa da quella che lei riteneva tale. Ma, poi, dico io…ma non lo leggi a caratteri cubitali “FREEDOM FLOTILLA”? non vedi la colomba della pace con l’ulivo in bocca???MA COME CAZZO FAI???? intanto che mi raddrizzo la corona…vorrei dire una cosa agli italiani: siete ancora in tempo. La manifestazione nazionale a sostegno della Freedom Flotilla si terrà domani, sabato 14 a Roma. L’appuntamento è per le 14,30 in piazza della Repubblica. Io ci sarò. Anche per Vittorio Arrigoni che tanto stava lavorando sull’organizzazione di questa flotilla e che ha dato la sua vita per il popolo palestinese. Ha ricordato con la sua morte, a tutti noi, che davvero dobbiamo restare umani. Ed io spero di vedere tanta gente in piazza a portare quel messaggio stampato sul cuore: RESTIAMO UMANI.

Dignità Italiana

Il 31 luglio ho partecipato l’Aquila Day. Una manifestazione organizzata da cittadini «incazzati». Diciamolo!una volta per tutte!FIno ad ora si è girato intorno al problema con eufemismi, parole di circostanza. Credo sia ora di dire le cose come stanno, soprattutto alla luce della manifestazione che ha visto piú di 5000 aquilani venire a roma e prendere le botte dai celerini…Solo per aver chiesto ciò che gli viene quotidianamente negato: dignità. Ho aspettato troppo, forse, per mettere nero su bianco le mie sensazioni, e mie considerazioni. Lo faccio oggi che torno in Abruzzo per un altro evento…la tre giorni di Vasto indetta da IDV. In questo tempo trascorso, ho letto il libro di Samanta Di Persio: «Ju tarramotu». Ne ho digerito i contenuti ed ho potuto elaborare il mio pensiero. Ho così capito che la scelta di far trascorrere del tempo prima di stigmatizzare le mie impressioni su L’Aquila è stata corretta. Innanzitutto, ho dovuto metabolizzare quanto avevo visto con i miei occhi. E di questo devo ringraziare di cuore Stefania Pace e la stessa Samanta Di Persio. Stefania per avermi fatto capire quanto sia davvero difficile far riprendere la vita stessa anche di chi aveva un’attività commerciale e ora si trova a doverla ricostruire…praticamente da solo. O per avermi fatto vedere da vicino la realtà dei «borghi». Poggio Picenze, per esempio. Mi hanno descritto le persone morte nel crollo di una casa. Quanto deve essere difficile passare da lí e ripensare ogni volta a chi abbiamo perso…con la consapevolezza che una tragedia simile si poteva evitare…ho visto i «MAP»…AVREI PREFERITO NON VEDERLI!E’ vero le persone hanno un tetto sulla testa…ma rovente d’estate e gelido di inverno… E ho visto le New town…idem:se si è stati fortunati, si è finiti in quelle graziose e edificate con criterio…ma…tutte…e dico tutte…sono degli alveari, su cui le persone possono contare per rincasare…ma sei isolato dal mondo:lontano dai centri abitati, non una farmacia, non una frutteria. NON UN CENTRO DI AGGREGAZIONE SOCIALE. Mi sono chiesta: ma gli anziani come fanno?gli anziani da soli?un litro di latte, dove lo vanno a comprare?e le medicine?la cosa che salta all’occhio guardando le New Town…è la desolazione che le circonda. Ho chiesto a Samanta, ma gli anziani, il tessuto sociale, i rapporti di quartiere?e lei mi ha risposto con una cifra che mi ha sconvolta: le morti causate dal terremoto sono 304…ma quelle causate dal post terremoto solo nella fascia over 65 sono 3000. Avete letto bene, non ho sbagliato il numero degli zeri: 3000!Ne avete sentito parlare in qualche telegiornale?no, neanche io. Perchè non se ne è parlato. Meglio focalizzare l’attenzione sulla bottiglia di champagne lasciata dal premier nei frigoriferi delle new town. Ebbene, io direi che è passato troppo tempo…io direi che ogni italiano si dovrebbe considerare parente degli aquilani…perchè se è vero che c’era chi il terremoto lo aveva previsto, beccandosi la denuncia per procuratro allarme, è altrettanto vero…che nessuno di noi può sentirsi al sicuro da eventi così…Eppure…non mi sembra, sino ad oggi, di aver visto avviare progetti seri di formazione ed informazione di tutte quelle persone che continuano ad abitare nelle zone a rischio sismico e dintorni. E’ altresì vero che a L’Aquila è successa una cosa anomala: su ogni prontuario della gestione delle emergenze, sono segnalati dei punti «di raccolta»: punti, considerati sicuri, dove la popolazione deve recarsi dopo le scosse…Sarebbero le scuole, ospedali, la Prefettura…fermatevi a pensare un attimo… L’Aquila: ospedale distrutto, università danneggiata, casa dello studente crollata e la Prefettura…l’edificio da cui dovrebbe partire il coordinamento dei soccorsi…disintegrato, imploso, crollato su se stesso… A me è bastato vedere il cratere che c’è al posto della casa dello studente…per capire che…MAI PIU’!non dobbiamo consentire che queste cose accadano mai piú!e non per noi…noi non siamo in tempo…ma i nostri figli, i nostri nipoti li possiamo salvare. ORA!basta tenere alta la testa, come hanno cominciato a fare gli aquilani da quando hanno capito che quella del Governo era tutta fuffa, da quando hanno capito che avrebbero dovuto ricominciare a pagare le tasse, per case che non ci sono piú, bollette per numeri di telefono che non esistonio piú…e pedaggi…per tornare a lavorare…Alziamo la testa…difendiamo i nostri territori, i nostri colori…il nostro tricolore…LA NOSTRA COSTITUZIONE!. Domani, sabato 18 settembre, sarò sul palco della WEBDV di Italia dei Valori, a Vasto. Alle 13.Seguite lo streaming.E partecipate!

Lutto nazionale

Venezia è, per me, la città che amo di più dopo Roma. In quest’ultimo anno ho fatto parecchie trasferte a Palermo, dove ho avuto modo di conoscere la città e le persone…ma Venezia mi riporta indietro nel tempo ogni volta che vado. La prima volta che l’ho vista avevo 13 anni. Alle medie. Con i miei compagni di scuola. Il mio primo bacio. Forse è per questo che la ricordo e la vivo con tanto amore. Domenica 12 settembre ero nuovamente lì. Alla stazione a prendere un cappuccino e l’occhio mi è caduto sulla maglietta verde di un signore di mezza età: “PADANIA STATO INDIPENDENTE”. Un altro po’ mi strozzo con il cappuccino. Me ne sono andata. Ma fuori della Stazione Santa Lucia era anche peggio: bandiere leghiste per indicare il punto di imbarco per partecipare alla “Manifestazione della Lega”…così era scritto sul cartello. Con la pelle d’oca mi sono allontanata da lì e poco più lontano, dal ponte di Calatrava …il Ponte della Costituzione, guarda un po’… scendeva un gruppetto…di amici: Paolo Papillo e Silvia Nulli, Piero Ricca, Marco Gavagnin e altri ragazzi del Meetup di Venezia. Tutti insieme, pronti ad andare “armati” di tricolore alla manifestazione della Lega…Scherzando li ho salutati dicendo: “mi raccomando…fate i bravi”…Non potevo andare con loro per un precedente impegno…ma il mio sguardo li ha accompagnati finchè non si sono allontanati su un taxi…sul canale. All’appuntamento serale con Salvatore Borsellino, Giuseppe Lo Bianco, Benny Calasanzio, della Festa dell’Informazione a Mestre, ho saputo l’evolversi degli eventi: la presenza del tricolore aveva urtato l’animo nobile dei leghisti. I miei amici sono stati identificati dalla polizia per “manifestazione non autorizzata”…e per aver turbato l’ordine pubblico…Ecco, siamo a questo: il tricolore turba. La bandiera per cui i nostri avi, hanno dato il proprio sangue perchè oggi l’Italia potesse essere una, sola e indivisibile…quella bandiera…oggi ti fa compiere reati. Io credo che da domani, metterò il lutto sul mio tricolore…non tanto perchè ne sia morto il significato…ma perchè sono morti gli italiani…sono morti tutti coloro che da domani non difenderanno quella bandiera con le unghie e con i denti. Sono morti quelli che non la metteranno sulle proprie macchine, sui propri motorini, sui propri zaini, sulle proprie borse, sui propri vestiti, sui propri cappelli, sui propri ombrelli. OVUNQUE!IO da domani…porterò sempre addosso il tricolore…e spero di turbare il leghista di turno. Perchè…fino a che non riuscirete a pulirvi il culo con la Costituzione…signori…il tricolore…è ancora la MIA bandiera! LA NOSTRA BANDIERA!

“L’olocausto di Gaza” di Germano Monti

Si è mai vista una sorella recensire il libro del fratello?…non saprei…io so che sono una Monti e dalla mia famiglia dovete aspettarvi anche questo!
Sono la più piccola di tre fratelli (in realtà l’unico maschio è Germano…ma l’italiano impone dare spazio al maschile…).
Germano è il più grande. L’ho visto sempre lontano da me…perchè proiettato sulle problematiche delle popolazioni deboli di altri paesi. Ricordo che ero piccola quando lui partì per Belfast, Dublino e scrisse un libro su ciò che aveva visto e vissuto. Non ho letto il libro che scrisse in quell’occasione, ma ricordo una frase…che per me ha sintetizzato tutto il suo viaggio. All’epoca Germano non parlava fluidamente l’inglese e raccontò di avere conosciuto una ragazza irlandese a cui, se non ricordo male, gli inglesi avevano ammazzato il fratello…Un periodo buio…da dimenticare. Germano, raccontò di essersi sentito un verme nel dover esprimere il suo dispiacere per la morte del fratello della ragazza solo con un “sorry”. Si, è vero…significa “mi dispiace”. Ma uno dice “sorry” anche se pesta un piede a qualcuno sull’autobus…e non è proprio la stessa cosa…Germano è per me un gigante buono.
Solo crescendo, ho capito l’importanza di guardare oltre confine. Solo crescendo, ho capito che quello che gli israeliani fanno ai palestinesi tutti i giorni…lo fanno anche a noi, italiani.
Germano c’è stato. E’ andato più volte a verificare con i suoi occhi. Il 31 dicembre 2009 era in Egitto a subire le cariche della polizia egiziana perchè, con altri pacifisti, avevano organizzato la “Freedom march”: volevano entrare a Gaza, passando dal corridoio egiziano.
E’ stato grazie a Germano che ho avuto modo di capire anche cosa stava combinando la Regione Lazio con i soldi pubblici: il progetto “Saving children”, soldi alla sanità israeliana per curare i bambini palestinesi…E ora uno dirà: “bello no?!”. No. Non è bello. Perchè se devi curare i bambini palestinesi…i soldi li dai agli ospedali palestinesi che stando sotto embargo, non hanno avuto sostegno per anni.
E poi…altre centinaia di migliaia di euro investiti dalla Regione Lazio per le “nanotecnologie”…in Israele?ma qualcuno ha chiarito se quei fondi per le nanotecnologie fossero riservati a ricerca civile o bellica?…no. Intanto i soldi pubblici sono andati là. E i palestinesi hanno continuato a morire per i “benefici” effetti del fosforo bianco (vietato dalla Convenzione di Ginevra).
Ecco…non credo di dover aggiungere altro alla recensione del libro…perchè da sorella, vi ho presentato mio fratello. Una persona che mi ha aiutato a diventare quel che sono. Una persona che non ha mai smesso di gridare le infamità compiute su popoli oppressi. E’ un po’ come se ci fossimo divisi i compiti in famiglia: io presidio l’Italia, mio fratello il resto del mondo. Megalomania familiare?Non credo. Credo piuttosto sia amore per il prossimo e per l’uguaglianza di tutti. Nessuno escluso. Ecco perchè il mio consiglio è di far girare la pubblicazione del libro di mio fratello…poi, ognuno deciderà nel suo piccolo cosa farsene di una notizia simile. Grazie.