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Che vogliamo fare?

Che vogliamo fare?…questa domanda mi ronza in testa da quando c’è stato il terremoto del 2009 a L’Aquila. Ci sono state persone fatte passare per allarmiste, a volte matte e quindi querelate per procurato allarme (querela archiviata!) ma che andrebbero supportate come Giampaolo Giuliani . Io l’ho conosciuto e mai e poi mai si è presentato come profeta o ha gettato allarmi. Ha sempre parlato di cultura della prevenzione. QUELLA CHE MANCA IN QUESTO PAESE!!! Le sue ricerche sul radon come precursore dei terremoti le porta avanti a spese proprie…come tanto tempo prima era successo a Raffaele Bendandi, prima esaltato dal Duce, nominato Cavaliere e poi degradato sul campo perchè, comunque, non faceva parte della “Comunità scientifica ufficiale”. Oggi, però, grazie alla responsabile della Bendandiana, dr.ssa Paola Lagorio, nessuno può mettere più in discussione Bendandi come scienziato. Però, io rifaccio la domanda: che vogliamo fare? Il 2009 è ieri! non è poi così lontano…ma sarebbe stato abbastanza tempo per approntare progetti di prevenzione, di cultura della prevenzione. Anche perchè, le ferite di eventi tragici come quello del 2009 a L’Aquila o quello di domenica in Emilia, lasciano cicatrici profonde.  E’ di ieri, infatti,  la notizia che il ragazzo italiano trovato morto a Las Palmas, si è suicidato perchè non ha retto al dolore di avere perso la propria mamma nel terremoto aquilano. E NON E’ CAMBIATO NIENTE!!! Nelle nostre scuole non è cambiato niente, nelle nostre città non è cambiato niente. Chi ci ha governato prima e chi ci governa ora, non ha alcun interesse che questo Paese impari ad affrontare le grandi calamità con cognizione di causa. Dobbiamo vivere nell’ignoranza e nel terrore. Schiavi di un sistema che ci fa pensare solo alle tasse da pagare e ci fa perdere di vista obiettivi umani importanti. Solo quando la Terra si ribella, allora tutti, o quasi, ri scoprono il proprio lato umano, si superano le incomprensioni e si ritrova la solidarietà…ma…sempre nella più perfetta ignoranza di come si debbano affrontare certe situazioni come un terremoto o un’alluvione. Non ci sono piani di emergenza condivisi con le cittadinanze. Non ci sono neanche nei condomini. Le scuole dove noi lasciamo i nostri figli sono catapecchie e rischiamo ogni giorno tragedie. Eppure…le vite scorrono, preferiamo litigare per un parcheggio o per la fila alla posta…e non ci rendiamo conto di quanto sia tutto così effimero. Se davvero ci teniamo ai nostri figli ed alle nostre famiglie dobbiamo cambiare modo di pensare. Ognuno di noi dovrebbe poter fare qualcosa. Io so che i Grilli del Pigneto, una piccola Associazione Culturale di Roma, aveva depositato un progetto alla Provincia di Roma che aveva un titolo significativo “Prevenzione prèt a porter”. Chi lo aveva visionato era rimasto entusiasta dell’idea: si trattava di raggiungere scuole di ogni ordine e grado con incontri strutturati in maniera molto semplice così da fornire elementi essenziali, quasi un decalogo, da tenere a mente in caso di calamità, quali il terremoto. Il tutto si concludeva con simulazioni dal vivo. Beh, sta ancora nei cassetti. E nessuno, dico nessuno, ci avrebbe guadagnato una lira. Anzi un euro. Era tutto a scopo divulgativo. Perchè. se fate un attimo mente locale, vi ricorderete, per esempio, che la comunità di Testimoni di Genova dell’area aquilana, non ha avuto neanche un lutto con il terremoto. Perchè? facile: erano preparati! si erano passati tra loro informazioni precise. Avevano divulgato la cultura della prevenzione e non del terrore, dell’allarme! Sono stufa di essere presa in giro. Non ci sono mai soldi, finanziamenti, per cose essenziali…ma ci sono sempre…e dico sempre…per macchine blu, privilegi vari e assuzioni di parenti. Poi…però…non piangiamo se perdiamo i figli nei crolli…Potevamo pensarci prima! Invece, siamo stati i primi a lasciarli soli.

IL PROCESSO BREVE NON E’ UNA LEGGE AD PERSONAM!

“Speriamo che alla fine del processo sia fatta giustizia per tutti i morti e che lo Stato riesca a dimostrare di essere vicino alle famiglie…” Queste le mie parole alla fine del video. “Un grande regalo alla mafia”, queste le parole del Procuratore Gratteri (http://www.calabrianotizie.it/2010/08/30/il-procuratore-di-reggio-gratteri-il-processo-breve-e-un-grande-regalo-alla-mafia-e-non-solo-dal-1992-come-legislazione-antimafia-non-e-stato-fatto-piu-nulla-solo-chiacchiere-e-convegni/)…
Alla fine ci siamo arrivati! alla fine si è capito perchè il processo breve NON SAREBBE una legge ad personam. E’ vero. Stavolta è vero: il povero Premier da quanto lo va urlando ai quattro venti? e questi magistrati, queste maledette toghe rosse, insistono che sia una legge vergognosa. Questi cittadini fomentati dai soliti comunisti si permettono pure di andare a tirare le monetine ad un ministro della Patria. Vergogna! davvero non capite lo spirito altruistico ed umanitario di questa norma? davvero non avete capito che in questo modo si salveranno gli assassini della Thyssen, della Eternit, dell’Umbria Olii e tutto il resto (http://neuroniattivi.blogspot.com/2011/02/torino-nuova-udienza-processo.html)…? Vogliamo parlare del processo per Viareggio? o dei processi in piedi sul terremoto dè L’Aquila?? questi poveri imprenditori aggrediti dai famigliari delle vittime hanno trovato in Berlusconi il loro profeta “salvatore”. Lavoratori uccisi dal mancato rispetto delle norme di sicurezza, ma innanzitutto dal mancato rispetto della dignità umana verranno nuovamente uccisi e verrà fatto dei loro cadaveri lo scempio definitvo. Ebbene…sarò cattiva…ma non lo consentirò…Sono una provocatrice? SI! e lo rivendico con orgoglio: voglio provocare l’indignazione nei cittadini da troppo tempo inebetiti davanti le televisioni di Stato e di AntiStato. Voglio provocare la reazione dei neuroni per troppo tempo tenuti sopiti dalla droga di una comunicazione manipolata, di una cultura aggredita e vilipesa quotidianamente e di una destrutturazione sistematica della speranza nel futuro: togli ad una persona i suoi sogni…e l’hai uccisa. Togli ai giovani di oggi la speranza di un Paese migliore…e lo cercheranno altrove. NO! RAGAZZI NON FATELO! Venite! andiamo a cacciarli! Io ci sarò! Il nostro futuro, il nostro Paese…dobbiamo riprenderceli! e non sarà stando a studiare a casa o all’università o nei posti di lavoro, per i più fortunati che un lavoro ce l’hanno…che si potrà farlo! ALLONS ENFANTS…! INDIGNONS-NOUS!…INDIGNIAMOCI!!!

Messina: ieri, oggi… e domani?

La premessa è che non voglio mancare di rispetto né ai morti né ai sopravvissuti a cui, anzi, mi sento vicinissima.
Il nostro è un popolo di santi, poeti, navigatori ma soprattutto “sognatori“.
Era il 1908, quando Messina è stata distrutta al 90% da “uno degli eventi più catastrofici del XX secolo“. I giornali dell’epoca, guarda caso, non rendevano giustizia a quanto accaduto con il terremoto “calabro-siculo” che mise in ginocchio anche Reggio Calabria. Fu lo strascico del maremoto a devastare Messina, ma la cosa che mi colpisce in questa personale ricostruzione a ritroso è la TRAGICITA’ del ripetersi degli eventi: dai giornali dell’epoca è possibile leggere

“Oramai non v’è dubbio che, se a Reggio fossero giunti pronti i soccorsi, a quest’ora non si sarebbero dovute deplorare tante vittime”

Questa frase è stata scritta anche la settimana scorsa.
Non voglio fare un cahier des dolèances, voglio sollecitare i più bassi istinti di tutti quelli che hanno perduto i loro cari, li voglio provocare. Basta finto pietismo, finta solidarietà. Basta essere un popolo di “sognatori”! SVEGLIA!
Signori, i vostri figli sono morti per colpa VOSTRA! Perchè NON si costruisce abusivamente, NON si fanno i condoni che dietro l’aiuto ai poveri che si sono dovuti arrangiare per avere una casa nascondono gli aiuti a chi ha “mansardato”, chi ha ampliato ville. E, a condono effettuato non si mette più in sicurezza NULLA.
Con ciò non dico che non condivida il dolore di chi ha perso i proprio cari ma siamo un paese in cui non si fa nulla fino al morto! E, francamente, io sono stufa! Non voglio più sentire il finto cordoglio o vedere le lacrime di coccodrillo dei funzionari istituzionali mandati in sopralluogo.
Berlusconi, stavolta non va! Meno male…dice che non vuole intralciare i soccorsi.
Io vorrei sapere il motivo reale visto che il 7 aprile si è fiondato a farsi vedere tra i Vigili del Fuoco che scavavano con le mani a L’Aquila. Anche lì era di intralcio, ma lì c’è stata una parata di cariche istituzionali e politiche. A essere maligni si potrebbe pensare che non ci saranno elezioni a breve e quindi la presenza fisica non è necessaria… mah?!
Cari fratelli siciliani, vi invito a riflettere e ad alzare la testa. Quanti cari dovrete ancora perdere prima di ricordare a questo Stato quello che dice l’art.3 della nostra Costituzione e che domani sarà messo a dura prova dalla discussione alla Corte Costituzionale?
Cari fratelli siciliani è già successo ieri, è successo di nuovo oggi: non consentite che accada di nuovo domani!
Prima le infrastrutture, la sicurezza. NIENTE PONTE, GRAZIE!