Archivi tag: Marcello Dell’Utri

Vespa a Vespa

Puntata strepitosa di Vespa a Vespa quella con Marcello Dell’Utri, il braccio destro, il sinistro, il cervello e a volte pure la voce di Berlusconi, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Strepitosa non per Dell’Utri, ma per Andrea Orlando, il parlamentare del PD incaricato di fare un durissimo contraddittorio al noto conoscente del mafioso Mangano.
Orlando purtroppo non era preparato, non credo fosse in malafede. Ma non sia mai che il PD mandi un Rosario Crocetta a caso, in queste occasioni. Non considero neanche l’apporto di Sansonetti… cioè lo considero: Sansonetti è chiaramente un imbucato. Un oppositore di regime nemmeno troppo bravo a recitare la parte: favorevole all’abolizione del 41bis, perché è incivile impedire agli stragisti di comunicare con i propri parenti, si è dichiarato incompetente sulle questioni di giustizia però la stampa non deve permettere il cortocircuito informativo-giudiziario. Il termine lo usa Vespa, quando gli fa notare che Sansonetti medesimo la pensa esattamente come Berlusconi.
Nota divertente: Cicchitto. Cicchitto non è difficile da capire. Quando balbetta e ci mette un’ora per mettere insieme una frase standard – soggetto, verbo, complemento oggetto – i casi sono due: o non sa di cosa parla, oppure si arrampica sugli specchi. Escludo che un piduista non familiarizzi col concetto di sovversione dell’ordine Costituzionale.
Ragazzi, siamo noi l’ultima speranza per noi stessi!

No B-Day, domani la diretta sul mio blog

Domani parteciterò al No-B Day. Non c’è molto da dire sul perché aderisco alla manifestazione, bastano le parole di Spatuzza oggi a Torino:

– “Ho riferito quello che sapevo su Berlusconi e Dell’Utri solo il 16 giugno del 2009 ai magistrati di Firenze perché, prima, temevo che si potesse dire che tiravo in ballo i politici per accreditarmi come pentito”.

– “Graviano mi disse che avevamo ottenuto tutto quello grazie alla serietà di quelle persone che avevano portato avanti questa storia. Mi vengono fatti i nomi di due soggetti: di Berlusconi, Graviano mi disse che era quello del Canale 5. E c’era di mezzo un nostro compaesano, Dell’Utri. Grazie alla serietà di queste persone ci avevano messo praticamente il Paese nelle mani”.

– “Cosa nostra è un’associazione mafioso-terroristica. La definisco così perchè dopo il ’92 ci siamo spinti un po’ oltre, in un terreno che non ci appartiene”.

– “Dopo le stragi di Capaci e Via d’Amelio abbiamo gioito, perché Falcone e Borsellino erano nostri nemici; mentre i morti di Firenze e Milano non ci appartenevano. Quando rappresentai a Giuseppe Graviano questa mia debolezza, lui mi rispose: ‘E’ bene che ci portiamo un po’ di morti dietro, così chi si deve muovere si dia una smossa. Graviano mi disse che dovevamo uccidere un bel po’ di carabinieri e organizzammo l’attentato (fallito), all’Olimpico di Roma”.

– “Nell’87 Giuseppe Graviano mi disse che dovevamo sostenere i candidati socialisti alle elezioni. All’epoca il capolista era Claudio Martelli. A Brancaccio facemmo di tutto per farli eleggere e i risultati si videro: facemmo bingo”.

– “Il mio pentimento è la conclusione di un bellissimo percorso spirituale cominciato grazie al cappellano del carcere di Ascoli Piceno” e proseguito all’Aquila, dove “sono stato confessato dall’arcivescovo”, monsignor Giuseppe Molinari.

– “Non mi fermerò davanti a niente: la mia missione è dare onore a tutti quei morti e restituire la verità alla storia”.

Vi ricordo che il popolo delle agende Rosse avrà un banchetto dalle ore 13.00 in Piazza della Repubblica. Il mio blog trasmetterà in diretta tutta la manifestazione. Buon NO-B DAY!!!

Inciucio 2.0

Il 27 ottobre mi chiedevo: cosa mai avrà da offrire il PD a Berlusconi? D’Alema. Sempre pronto.
Si fa il suo nome come prossimo ministro degli esteri europeo, dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, e Berlusconi si precipita subito a sostenere la causa dell’antico alleato. Telefona anche alla Merkel e a Sarkozy.
D’Alema ringrazia, come se l’appoggio del governo della P2 sostenuto dal partito di Dell’Utri sia qualcosa di cui ringraziare qualcuno.
Staremo a vedere, ma pare che il futuro sia cristallino: D’Alema si riprende il partito, Berlusconi festeggia dissimulando in pubblico, noi rimaniamo ancora fregati.

Continua l’iniziativa “Scriviamo tutti a Gasparri e Fini”, dopo gli insulti di Gasparri a Salvatore Borsellino

Oggetto: Vergogna! Siamo tutti Salvatore Borsellino!
Testo: Gasparri: non vuole leggere le domande? Io gliele invio lo stesso e
per conoscenza anche a Gianfranco Fini.

    Il tuo nome (richiesto)

    La tua email (richiesto)

    Scriviamo tutti a Gasparri e Fini

    Oggi Maurizio Gasparri (scusate) ha insultato Salvatore Borsellino. Una ragazza di Pescara, dove era organizzata una giornata del Premio Borsellino, ha cercato di dare un foglio con delle domande “da parte di Salvatore Borsellino” al senatore (scusate di nuovo), il quale ha risposto che Salvo “era disistimato dal fratello”.
    Non credo che Gasparri abbia le necessarie facoltà per poter rispondere alle domande, però forse conviene che se le legga lo stesso. Lui e Fini, visto che è stato il suo capo tanti anni e quindi deve assumersene la responsabilità.
    Compilate i campi qui sotto per inviare le domande che trovate alla fine del post a Gasparri (acc… di nuovo!) e Gianfranco Fini!

      Il tuo nome (richiesto)

      La tua email (richiesto)

      Oggetto: Vergogna! Siamo tutti Salvatore Borsellino!
      Testo: Gasparri: non vuole leggere le domande? Io gliele invio lo stesso e
      per conoscenza anche a Gianfranco Fini.

      1) Pensa che Borsellino sarebbe d’accordo con la presenza di circa 10 parlamentari condannati in via definitiva tra le fila del PDL?

      2) Pensa che Borsellino sarebbe d’accordo sulla presenza di Dell’Utri in Parlamento?

      3) Pensa che Borsellino avrebbe condiviso l’affermazione di Berlusconi per cui Mangano era un eroe?

      4) Pensa che Borsellino avrebbe condiviso l’eventualità di una candidatura come quella di Cosentino in Campania?

      5) Pensa che Borsellino avrebbe condiviso la candidatura di Mastella, già indagato, alle europee e la sua elezione?

      6) Si ricorda che nel 1994 lei, Gasparri, affermò che “Di Pietro è un mito”anche quando i giudici del pool entrarono negli uffici della Fininvest? Ha forse cambiato idea?

      7) Che ne pensa del lodo Alfano? Sarà dunque contento della sua bocciatura? Se Berlusconi ha tempo per andare con le escort troverà anche il tempo per difendersi, non crede?

      8) Perché l’Italia è stata condannata 4 volte dai tribunali (Corte di Giustizia europea, Corte Costituzionale, Tar del Lazio, Consiglio di Stato) per la vicenda Europa 7/Rete 4 anche dopo la legge che porta il suo nome? E perché l’Italia in quanto a libertà d’informazione è scesa al 49° posto nel 2009?

      9) Pensa che Borsellino sarebbe stato d’accordo con il mancato scioglimento del Comune di Fondi per infiltrazioni mafiose come richiesto dal Prefetto di Latina e dallo stesso ministro Maroni?

      10) Pensa che Borsellino avrebbe condiviso i continui attacchi alla magistratura da parte di Berlusconi (si ricorda “fare i giudici è da disturbati mentali” da Repubblica 2003) e degli esponenti del PDL, tra cui l’accusa di follia ai magistrati che indagano sulla strage di via D’Amelio?

      Resistenza! La marcia delle “Agende Rosse”

      Berlusconi è molto preoccupato. Lo preoccupano due o tre petardi che gli scoppieranno in mano tutti insieme nei prossimi mesi: anzitutto la pronuncia della Consulta sulla costituzionalità della legge Alfano che lo mette al riparo dai processi per corruzione già in corso e, forse, dagli eventuali seguiti delle inchieste di Bari sul giro di ragazze reclutate per le sue festeconfessato da chi lo gestiva, l’imprenditore Tarantini e negato dal noto utilizzatore finale.
      Poi ci sarà la sentenza del processo d’appello a Marcello Dell’Utri, che in primo grado è stato condannato per mafia a 9 anni di reclusione: sarebbe imbarazzante per il Presidente del Consiglio se al fondatore del suo partito, Dell’Utri appunto, fosse confermata la condanna per i rapporti con Cosa Nostra.
      Infine, le inchieste di Palermo e Caltanissetta sulle stragi del 1992 e 1993. Dopo 17 anni, forse stanno cedendo le fondamenta di questa maledetta Seconda Repubblica, nata dal sangue di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e degli uomini e donne delle loro scorte.
      Il fatto che sia nervoso lo testimoniano le parole, le stesse usate anni fa, pronunciate dallo stesso Berlusconi (riferendosi a magistrati come Antonio Ingroia?):

      “…si ricominciano a guardare i fatti del ’93, del ’94 e del ’92. Mi fa male che queste persone con i soldi di tutti, facciano cose cospirando contro di noi, che lavoriamo per il bene del Paese”.

      Il 26 settembre, a Roma, Salvatore Borsellino ci chiama a far sentire ancora la nostra voce, a chiedere dov’è finita l’agenda rossa dove suo fratello Paolo ha probabilmente annotato la proposta di accordo tra Stato e Mafia, chi gliela fece e quando. A Roma ci sarà una nuova marcia delle agende rosse: per trovare la verità è necessario far sentire il nostro sostegno a chi la cerca. Questo è l’appello di Salvatore, nei prossimi giorni pubblicherò i dettagli della manifestazione del 26.

      Questa manifestazione è la continuazione ideale di quella che abbiamo fatto il 20 luglio davanti al palazzo di Giustizia di Palermo in sostegno di quei magistrati che, a rischio della propria vita, stanno combattendo per arrivare alla Verità sulle stragi del ’92 e del ’93. Non dobbiamo dare tregua agli assassini ed ai loro complici. Dovremo esserci tutti, quelli che abbiamo scalato sotto il sole le rampe che portano al Castello Utveggio portando un pezzo di Paolo dentro il nostro cuore, tutti quelli che eravamo in via D’Amelio quando all’ora della strage per un interminabile minuto si sono sentiti solo i battiti dei nostri cuori, tutti quelli che abbiamo percorso le vie di Palermo che ci portavano alla Magione levando in alto le nostre agende rosse e tutti quelli che abbiamo gridato la nostra rabbia e la nostra voglia di Verità davanti al palazzo di Giustizia. Salvatore Borsellino