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Via i condannati da ogni istituzione

Parlamento Pulito” è stata la madre di tutte le battaglie con Beppe Grillo. Raccogliere 350mila firme in una sola giornata, per chiedere che fossero cacciati i parlamentari condannati, ha fatto capire a tutti quelli che hanno creduto e ancora credono in quella battaglia di esistere.
Quelle firme sono state depositate in Senato, Beppe è stato ascoltato dalla Commissione Affari Costituzionali. La legge, di cui sono firmataria, non verrà mai approvata, ma il caso di Nicola Cosentino (sul quale grava una richiesta di autorizzazione all’arresto presso il Parlamento) dimostra che di questo problema almeno se ne parla, viene almeno posta la questione. Si deve andare avanti su questa strada, valida per ogni assemblea elettiva.
Io pubblicherò nei prossimi giorni (sto recuperando tutta la documentazione) il mio certificato penale e dei carichi pendenti e la mia dichiarazione dei redditi.
Segnalo anche un’iniziativa di Andrea D’Ambra, Parlamento Europeo Pulito, che sostengo in pieno.

Continua l’iniziativa “Mail al Parlamento: fate arrestare Cosentino!“. Inserisci il tuo nome e il tuo indirizzo email per inviare il testo alla Giunta per le autorizzazioni della Camera.

    Il tuo nome (richiesto)

    La tua email (richiesto)

    Nicola Cosentino «contribuiva, sin dagli anni ’90 a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista facente capo alle famiglie di Bidognetti e Schiavone (..) Da tale sodalizio Consentino riceveva puntuale sostegno elettorale».
    Non è tollerabile che un simile individuo ricopra il ruolo di Sottosegretario all’economia. Non è tollerabile che, di fronte alla richiesta di arresto, la Camera lo difenda.
    Fate arrestare subito Nicola Cosentino!”

    La vendetta telecomandata de “Il Giornale”

    Sonia Alfano ha detto al Parlamento Europeo, in seduta plenaria, quello che in Europa già tutti sanno, ma che è bene ripetere nelle sedi istituzionali: in Italia, una sola persona è proprietaria o controlla quasi tutta l’informazione e il suo governo, ripetutamente, ha cercato di mettere le mani sulla Rete. Forse, dice Sonia, perché la stampa libera “consentirebbe agli italiani di conoscere le responsabilità dello stesso Berlusconi nelle stragi di mafia del ’92-’93 in cui sono morti Falcone e Borsellino”.
    E’ arrivata subito la vendetta trasversale de “Il Giornale”, di proprietà della famiglia del noto corresponsabile di corruzione di giudici, con un articolo di Paola Setti: Sonia sarebbe la responsabile della strage di Messina di settimana scorsa.
    Sull’autorità della fonte, sorvoliamo. Voglio però pubblicare la replica di Sonia: facciamole sentire tutto il nostro sostegno, la nostra battaglia è la sua battaglia! Se volete, lasciate i commenti per lei in questo post, glieli farò avere personalmente!

    Avrei voluto affidare la giusta risposta solo alla querela, motivo x cui mi limiterò solo ad esporre i fatti e vi prego di far girare questa nota.
    Ho lavorato al Dipartimento Regionale della Protezione Civile dal 1 aprile 1999 con la funzione di assistente amministrativo. L’anno successivo ho acquisito il titolo di DIsaster Manager dopo un corso di addestramento durato 1 anno. Successivamente le qualifiche sono state rimodulate e la mia corrisponde a quella di funzionario direttivo. Non sono mai stata assegnata alla provincia di Messina, anzi il mio servizio di assegnazione è quella della provincia di Palermo. Dal 14 luglio 2009 sono in aspettativa per incarico istituzionale. Come sicuramente i “signori” de “il Giornale” non sanno, il Dipartimento conta ben 9 sedi provinciali a capo di ognuna delle quali vi è un dirigente preposto; nel caso del servizio di Messina il dirigente responsabile è l’Ing. Bruno Manfrè, il quale credo non abbia nessuna responsabilità pèer ciò che è accaduto. Il capo del Dipartimento è l’Ing. Salvo Cocina e vi invito a contattarli per chiedere direttamente a loro se avevo responsabilità di varia natura. Non ho mai ricevuto né incarichi né consulenze di studi né per la provincia di Messina, né per altre realtà. Ho formato centinaia di volontari e decine di operatori comunali, ai quali ho sempre fatto ben presente LA TOTALE IRRESPONSABILITà DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI SINDACI SICILIANI. Piangono solo dopo le tragedie. La legge che regola il sistema di Protezione Civile è la l. 225/92 che stabilisce che il sindaco è prima autorità di protezione civile e responsabile della pubblica e privata incolumità. Inoltre, come gli esperti de “il Giornale” non sanno, in Sicilia il sistema di protezione civile è regolato soprattutto dalla legge 14/98 essendo la Sicilia a statuto autonomo. La stessa legge recita: i comuni POSSONO dotarsi del piano di protezione civile…..e il problema è che grazie a quel possono, pochi sindaci vedono ciò come un dovere e se ne fregano visto che nel testo normativo non è prevista l’obbligatorietà della pianificazione. Molti miei colleghi ed alcuni funzionari delle Prefetture siciliane, conoscono bene le lotte che abbiamo fatto come funzionari del Dipartimento per sensibilizzare i sindaci. A volte gli stessi sindaci non rispondono neanche alle richieste fatte per iscritto dal Dipartimento. A questo si aggiunga che io non ho MAI avuto nessun ruolo dirigenziale e il quadro è abbastanza chiaro. I responsabili sono tutte quelle persone che sapevano e hanno fatto finta di nulla per anni. Impiegati comunali, sindaci e politici locali che sono sempre in visita sia al Dipartimento regionale che a quello Nazionale per chiedere soldi…approfittano di alluvioni o incendi per girare come avvoltoi negli uffici e chiedere soldi grazie alle varie dichiarazioni di emergenza o di stato di calamità. Ovviamente utilizzerò questo articolo per querelare la “testata giornalistica Il Giornale”. Chiederò un adeguato risarcimento danni e vincerò la causa. Chiamerò a testimoniare tutti i funzionari del Dipartimento e utilizzerò gli atti in mio possesso per dimostrare che le calunnie del giornale sono solo un metodo, fallito clamorosamente, per screditarmi. Sono consapevole del fatto che i miei continui attacchi al sistema di potere cominciano ad essere problematici, ma non credo riusciranno mai a fermarmi. Potranno usare piombo o tritolo, ma ci saranno centinaia di migliaia di italiani onesti che continueranno a denunciare logiche e poteri mafiosi. Siamo un esercito che cresce quotidianamente e la loro caduta è ormai inarrestabile. Sonia Alfano

    Imbucati di regime

    Il Giornale pubblica un articolo non firmato, quindi attribuibile al direttore Vittorio Feltri, sulla festa “Onorevoli on the beach” di sabato scorso. Com’era prevedibile, il regime ha mandato un imbucato/a (sotto forma di bionda scollacciata provocante?) per fare uno “scoop”: “Ma allora le feste non le fa solo il premier? No, anche l’opposizione balla e canta il karaoke“. Sì, e le nostre feste sono pubbliche, tutti possono partecipare.
    In effetti, non so se c’era davvero l’imbucato/a. Scrive Il Giornale che “a un certo punto la festicciola ha visto il classico trenino, con una insolita composizione: Luigi De Magistris – che praticamente è stato costretto a scendere in pista, poveretto! – appiccicato a Sonia Alfano seguita da Salvatore Borsellino – che però era a casa sua, a risparmiare le energie per la Marcia delle agende rosse del 26 settembre a Roma – e Gioacchino Genchi” protagonista di un’ indimenticabile gag con Beppe Grillo al telefono! E’ vero che guidava il trenino, come dice Il Giornale, ma la nostra locomotiva era Roberto Monaco, un nostro amico, in permesso dall’ospedale, venuto a festeggiare il suo compleanno con tutti noi… e la sua sedia a rotelle. L’articolo prosegue dicendo che Beppe Grillo “è apparso come un santone sugli schermi del locale”. Oddio! Non me ne sono accorta! Sarà che non c’era alcuno schermo, solo un soffitto su cui venivano proiettati i video della manifestazione di Palermo il 19 luglio scorso.
    Il Giornale accenna a “belle ragazze a gogò”. Grazie! Gentilmente, vista l’aria che tira non si sa mai si creasse confusione, specifichi che quelle ragazze erano studentesse, disoccupate, impiegate, sindacaliste tutte rientrate nei propri letti dopo la festa. Come spiega bene Beatrice Andolina, presidente dell’Associazione “I Grilli del Pigneto“.
    “Ma allora le feste e le danze non si fanno solo nella maggioranza.”
    Feltri, se è Lei ad aver scritto questa celia, oltre a scegliersi meglio i suoi imbucati alle feste, si metta il cuore in pace: festeggiamo anche noi ma solo quando abbiamo qualcosa di importante da festeggiare. Come società civile (non solo come grillini, o dipietristi) festeggiamo che, con Sonia e Luigi al Parlamento Europeo, il regime del suo padrone (spirituale, o del fratello del suo padrone editoriale se preferisce) ha i giorni contati. Infatti, Papi, ultimamente, non festeggia più…sarete mica invidiosi dei nostri trenini…su cui tutti pagano il biglietto?

    Sosteniamo Sonia Alfano

    Sonia Alfano, eletta con Italia dei Valori come indipendente al Parlamento Europeo, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere di calendarizzare una discussione sul “caso Italia” e in particolare sulla legge Alfano.
    Ha chiesto l’appoggio dei suoi colleghi, compresi quelli del Partito Democratico, che però latitano. Solo l’on. Crocetta ha aderito.
    Una mia amica ha inviato a Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e Ignazio Marino una lettera – che sono quasi sicura rimarrà senza risposta – per chiedere conto di questo comportamento.
    Il Partito Democratico, come dice Marco Travaglio, non è uguale al PdL: è complementare. Sosteniamo Sonia nella sua avventura europea, diffondiamo la lettera di Beatrice!

    Gentilissimi

    Pierluigi Bersani – responsabile del Dipartimento Economia e membro del coordinamento nazionale del Partito Democratico –
    Dario Franceschini – segretario nazionale del Partito Democratico, nonchè componente della Commissione parlamentare Unione Europea, membro della delegazione italiana presso il Consiglio d’Europa e l’Unione dell’Europa Occidentale –
    Senatore Ignazio Marino – membro della Commissione igiene e sanità e Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale – scrivo la seguente lettera aperta a seguito della perplessità manifestata da Sonia Alfano, neo-eletta deputata al Parlamento europeo, riguardo alla presentazione del 16 Luglio scorso, dell’interrogazione parlamentare con la quale ella chiedeva l’intervento dell’Europa, in merito alla richiesta di abolizione del Lodo Alfano – dell’On. Angelino Alfano omonimo, ma non parente – legge dichiarata incostituzionale, che legittima privilegi di immunità legale, alle più alte cariche dello Stato.
    La ricezione degli appoggi auspicati da Sonia Alfano è insufficiente per una così importante battaglia, che se non condivisa dalle forze dell’opposizione, rischia di divenire “carta straccia”.
    Mi rivolgo a Voi come Candidati alle prossime elezioni della segreteria del PD e come uomini, che avete deciso di dedicare la vostra vita alla politica; per un Paese in cui certamente credete e per la salvaguardia del quale sicuramente intendete battervi

    Personalmente a Lei Bersani, dico che.

    “Io so che il meglio che il PD aveva da dire agli italiani non lo ha ancora detto.

    E so anche che sta cercando di dare una risposta alla domanda: perché il Pd ha deluso le aspettative che aveva suscitato, perdendo voti, invece di allargare i consensi in tutte le direzioni?

    Lei pensa sia successo soprattutto perché, dopo aver invocato la partecipazione popolare alle Primarie ed aver ottenuto la risposta formidabile di quasi quattro milioni di cittadini, non siete riusciti a costruire una organizzazione plurale e aperta in grado di coinvolgerli.

    E fino a quando le oligarchie economiche potranno tenere in scacco le istituzioni della democrazia, impedendo di ritrovare l’orgoglio della tradizione e affrontare con coraggio la strada dell’innovazione la crisi di legalità in Italia, continuerà ad erodere le basi dell’organizzazione civile.

    Perché la Legalità o è per tutti, oppure non è Legalità.

    Lei crede che la legge debba essere uguale per tutti: per i ricchi e per i poveri, per gli italiani e per gli stranieri, per i giudici e per i politici, per chi è famoso e per chi non lo è.

    Ed è anche molto chiaro sul fatto che non c’è un Pd in cui confluire. C’è invece un vasto campo di forze di sinistra, riformiste, laiche e ambientaliste che ha cominciato ad unificarsi e alle quali è giusto guardare con attenzione, così come a tutte quelle forze di opposizione che incarnano valori importanti.”

    Inoltre, gentilissimo Franceschini:

    “Noi democratici pensiamo prima di tutto alle prossime generazioni. Avere il coraggio di proporre correttivi ai modelli economici e sociali, mettendo in campo una gerarchia di valori alternativa e proiettata sul futuro. Questa deve essere la nostra sfida ed il nostro principale campo di gioco, si chiama Europa.

    Noi crediamo che dalla crisi possa uscire un’Italia, che proprio attraversando le difficoltà ,riscopre i valori fondanti della solidarietà, delle comunità locali, dell’essere una nazione.

    Una nazione che tutela gli interessi ma solo se rispettano i valori. Perché rispettare un valore è spesso il modo migliore per difendere un interesse.

    Bisogna recuperare fiducia dimostrando con i fatti che siamo in grado di far rispettare l’ordine pubblico, contrastando ogni forma di illegalità per evitare che l’impunità di pochi comporti la criminalizzazione di tutti.

    Fare l’opposizione insieme con altri partiti, individuare battaglie comuni, in Parlamento e nel Paese, sui contenuti dell’azione di governo, sarà il terreno migliore per sperimentare la possibilità di formare una alleanza coesa e credibile. Fare l’opposizione. Parliamo troppo poco di questo. Eppure questo oggi è il nostro compito principale.

    Occorre recidere con decisione i rapporti, ancora esistenti, fra mafia e politica.

    Nell’immediato la nostra priorità sul fronte sicurezza deve essere la lotta al ddl intercettazioni, che indebolirebbe in modo grave tutta l’attività investigativa.

    Contrastare il governo non è antiberlusconismo.

    Un riformista alza la voce e batte i pugni sul tavolo quando un capo del governo attacca la stampa libera e il diritto di cronaca, quando intimidisce imprenditori e editori, quando offende le istituzioni internazionali, colpevoli solo di dire la verità.”

    Infine, Senatore Marino, aggiungo che:

    “Siamo una grande nazione di cittadini che vivono ogni giorno milioni di storie, fatte di lavoro, passione e creatività. Donne e uomini che si impegnano a migliorare il proprio avvenire e che oggi alla politica chiedono soprattutto una prospettiva di speranza, insieme alla capacità di restituire visione e senso del futuro

    Denunciare le cose che non vanno, le ingiustizie, i soprusi.

    Dare risposte ai cambiamenti in atto nella società. Un Paese che non discrimini nessuno dei suoi cittadini e che sia aperto a coloro che da tutto il mondo portano qui le proprie speranze per il futuro, le proprie capacità, il proprio contributo alla crescita e alla prosperità delle nostre comunità.

    Un Paese dove la giustizia sia efficiente, rapida e uguale per tutti. Un Paese in cui viga la certezza della pena e che rispetti la dignità dei detenuti. Un Paese libero dal cancro della criminalità organizzata, dal fardello dell’evasione fiscale, dalla corruzione, dall’inquinamento e dai rifiuti.

    La giustizia penale in Italia non è né equa né funzionale. L’altro numero di processi conclusi con prescrizione del reato per decorrenza dei termini e la lentezza insostenibile delle sentenze sono una palese manifestazione di resa da parte della giustizia e, in ultima analisi, dello Stato, con effetti negativi per tutti: per il reo e per chi è innocente, per la vittima come per l’opinione pubblica, per i giudici e per l’organizzazione amministrativa della giustizia.

    Una corretta amministrazione della giustizia penale non è nella severità delle pene, ma nella certezza della loro applicazione, dopo un processo rapido e che offra al cittadino tutte le garanzie, formali e sostanziali, di una democrazia liberale matura e della nostra altissima civiltà giuridica

    Completare l’Europa, superando la falsa contrapposizione tra rafforzamento dell’Unione e perdita di sovranità nazionale: l’Europa è l’unico modo per noi tutti di recuperare peso reale e capacità di azione nello scenario globale.”

    Le avrete sicuramente riconosciute: sono tutte parole vostre. Estrapolate e decontestualizzate dalla vostra rispettiva mozione di candidatura alla segreteria del PD.

    Esprimevano al meglio il significato ed il valore che avrebbe l’appoggio che Vi chiedo, ma siamo in tanti, credetemi!

    Sostenere Sonia Alfano e lavorare per l’abolizione del Lodo Alfano, sarebbe un mirabile gesto per la salvaguardia della Legalità di questo Paese, nella convinzione che Tutti abbiamo gli stessi diritti e doveri.

    Con rispetto, Beatrice Andolina – 43 anni, precaria.