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Diamo una degna sepoltura ad Andrea Gagliardoni

Ricordo che da piccola osservavo mio padre dipingere. Mi incantavo a guardarlo.
Un giorno mi volle fare un ritratto a carboncino. E’ la cosa a cui tengo di più ora. Nessuna cifra al mondo basterebbe perchè io lo dia via. Avevo 8 anni. C’è scritto “Serenetta mia”.
Ricordo anche che lo guardavo incantata quando illustrava le fiabe, colorando figure e utilizzando tutte le tecniche immaginabili accompagnate da tutti i prodotti possibili.
Una volta l’ho lasciato da solo, io giocavo con i miei amichetti (ho avuto la fortuna di correre libera dentro Villa Borghese fino a 10 anni). Quando sono rientrata nello studio, dove stava lavorando con dei pennarelli, l’ho trovato accasciato sui disegni.
L’ho scosso…e si è svegliato. Per fortuna. Era crollato a causa delle esalazioni del tipo di pennarelli che stava usando e dei solventi che lo circondavano.
Mio padre, da giovane, prima di diplomarsi all’Accademia di Belle Arti di Liegi, si è fatto sette anni di miniera, in Belgio
Non vi sto a dire le sue raffigurazioni dei minatori quanto possano essere belle e toccanti.
Ora, vi chiederete perchè io stia dicendovi una valanga di fatti miei…di cui non ve ne potrebbe fregar di meno…eppure, quello che io ho vissuto attraverso quanto accaduto a mio padre…altro non è che quella che oggi chiamiamo “sicurezza sul lavoro”. Mio padre è morto per un tumore al colon. Nessuno mi leverà mai dalla testa che sia successo per il tipo di lavoro che ha fatto (insegnava grafica pubblicitaria e stava sempre tra colori e solventi, senza le maschere con i filtri speciali)…e per i 7 anni di miniera…Ma quando è morto…io ero lontana dalle battaglie che porto avanti oggi…pensavo a studiare, a diplomarmi…e andavo alle manifestazioni per la pace, contro la guerra…e non pensavo ai morti della guerra del mondo del lavoro.
Vi sto dicendo questo perchè io sabato 19 giugno, invece di andare al mare, come la gente “normale”…me ne andrò a Porto Sant’Elpidio, nelle Marche.
Alle 14, 30 c’è l’appuntamento sul piazzale della Stazione per chi vorrà partecipare al SIT-IN per ANDREA GAGLIARDONI: la mamma sta chiedendo al sindaco di dare una degna sepoltura al figlio e il sindaco non le assegna il loculo. Ieri, in piazza, qualcuno mi ha chiesto lo schieramento politico del sindaco…ho risposto “non lo so e non mi interessa”…ed è vero…perchè a me interessa solo stare vicino alla famiglia di Andrea.
Andrea è morto sul lavoro, con il cranio schiacciato da una macchina tampografica, per la carenza di misure di sicurezza sul lavoro.
Non so in quanti saremo a stare vicino a Graziella Marota, la mamma. So che vorrei fossimo tanti. Perchè come dice Samanta Di Persio nel video “…dobbiamo pensare che la storia di Graziella è la storia di tutti noi, potrebbe succedere a chiunque di noi…” . E aggiungo…vorrei che i lavoratori di Pomigliano…a cui va tutta la mia solidarietà per quel che sta accadendo, si fermino a riflettere su quel che è successo ad Andrea che è andato a lavorare al mattino alle 5, dopo che aveva staccato la sera alle 21, arrivando a casa alle 22…Vorrei che tutti riflettessimo…: diminuire le tutele, cancellando anni di lotte sindacali, dando spazio alla “voce del padrone” che pensa solo al profitto…non vi garantirà la busta paga…vi garantirà la fine di Andrea. Una sola. Ingiusta!la morte. Voglio terminare questo post con la Ballata dell’eroe (http://www.youtube.com/watch?v=UDm_x_7xT3M) di F. De Andrè, visto che le morti sul lavoro sono un bollettino di guerra…”
era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vender cara la pelle

ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d’un soldato vivo, d’un eroe morto che ne farà
se accanto nel letto le è rimasta la gloria
d’una medaglia alla memoria.”

Napolitano non è il mio Presidente

Eccomi! Eccoci! E’ notte… eppure non mi fa strano stare qui davanti a Montecitorio a manifestare disprezzo e vergogni. Ci son quasi abituata: l’ultima volta, poche settimane fa per difendere i lavoratori ALCOA, oggi per tutta l’Italia.
Non accade spesso che, mentre sei a cena, distratto, ti ritrovi a dover scattare dal tavolo, pagare in fretta perché il Presidente della Repubblica, proprio lui che è il “Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale” (ART.83 della Costituzione Italiana), ha firmato un decreto, in fretta e furia, nottetempo, quasi alla chetichella.
Beppe Grillo lo aveva soprannominato Morfeo, intendendo dire che era un Presidente dormiente. Io trovo che questo soprannome non sia più appropriato o quanto meno superato dagli eventi. La velocità con cui il nostro ringalluzzito Presidente ha firmato un decreto per salvare ESCLUSIVAMENTE le liste PDL di Lazio e Lombardia ha dello spettacolare… e dell’angosciante. Oggi sono al termine della due giorni di piazza che mi sono sparata per tentare di difendere, ancora, tenacemente con tutte le mie forze, questa nostra Costituzione.
Ne ho viste e sentite tante, ma solo una persona o due non hanno perso di vista la reale situazione: siamo tutti bravi a puntare l’indice su questo Governo che ha impacchettato il decreto, ma noi li conosciamo bene, lo sapevamo che lo avrebbero fatto. Per me niente di nuovo. La cosa che, invece, mi fa impazzire di rabbia è l’ENNESIMA FIRMA DEL PRESIDENTE! Vi ricordate per il Lodo Alfano? Il Presidente aveva firmato e io avevo scritto un post anche all’epoca.
Oggi, in Piazza Navona, ho sentito più di una persona (anche dal palco) parlare preoccupata del fatto che il Presidente avesse firmato perché minacciato, perché le parole del ministro La Russa, che ben facevano intendere la possibilità di tumulti di piazza o, addirittura, la visita del Presidente del Consiglio, avessero influito su di lui tanto da costringerlo alla firma. AIUTO! Credo di poter dire con le parole di Tabucchi “un’altra legge vergogna…e Napolitano la firma…una catena di smontaggio della Costituzione. Per me Napolitano non è garante della Costituzione…”. Ebbene, neanche due ore dopo la firma del Presidente, Sonia Alfano, oggi europarlamentare, era già in piazza Montecitorio. Ed io ho potuto ascoltare dal vivo le parole che voi udrete nel video che ho postato. Con Sonia Alfano abbiamo condiviso altri momenti a difesa della Costituzione. Uno su tutti, il 28 gennaio 2009.
Poco più di un anno dopo, il grido di dolore che si alzava da quella piazza, il grido di “RESISTENZA”, lanciato da quella piazza da Salvatore Borsellino, ecco, proprio quel grido si è trasformato in rabbia e sta dilagando. In 100 eravamo nottetempo tra Quirinale e Montecitorio. In più di 1000 poche ore dopo davanti Montecitorio. Nel primo pomeriggio di sabato, abbiamo riempito la piazza del Pantheon. A neanche 24 ore dalla chiamata abbiamo riempito piazza Navona. E non ci fermeremo. Non possiamo farlo. Sabato mattina ho detto dalla scaletta improvvisata a Montecitorio che mi vedevo costretta ad ammettere che questo Governo mi sta insegnando la disobbedienza civile, perché è stato sdoganato un meraviglioso principio di prevalenza del diritto soggettivo. Come riportato dal Fatto di domenica. Mi sono lanciata in una sorta di parallelismo: proverò a prendere l’autobus senza biglietto e, laddove incontrassi il controllore, ovviamente, mi appellerò al mio diritto di viaggiare, prevalente sulla formalità di timbrare il biglietto che potrei sempre timbrare successivamente con decreto interpretativo “salva diritto di viaggiare”.
Io credo ancora nel nostro paese, nel nostro popolo, nella nostra Costituzione ed è per questo che voglio lasciarvi con una meravigliosa poesia di Paul Eluard e pensando alle persone che hanno versato tanto sangue in nome della libertà. Non lascerò che il loro sangue sia stato versato invano.

Sui miei quaderni di scolaro
Sui miei banchi e sugli alberi
Sulla sabbia e sulla neve
Io scrivo il tuo nome

Su tutte le pagine lette

Su tutte le pagine bianche
Pietra sangue carta cenere
Io scrivo il tuo nome

Sulle dorate immagini
Sulle armi dei guerrieri
Sulla corona dei re
Io scrivo il tuo nome

Sulla giungla e sul deserto
Sui nidi sulle ginestre
Sull’eco della mia infanzia
Io scrivo il tuo nome

Sui prodigi della notte
Sul pane bianco dei giorni
Sulle stagioni promesse
Io scrivo il tuo nome

Su tutti i miei squarci d’azzurro
Sullo stagno sole disfatto
Sul lago luna viva
Io scrivo il tuo nome

Sui campi sull’orizzonte
Sulle ali degli uccelli
Sul mulino delle ombre
Io scrivo il tuo nome

Su ogni soffio d’aurora
Sul mare sulle barche
Sulla montagna demente
Io scrivo il tuo nome

Sulla schiuma delle nuvole
Sui sudori dell’uragano
Sulla pioggia fitta e smorta
Io scrivo il tuo nome

Sulle forme scintillanti
Sulle campane dei colori
Sulla verità fisica
Io scrivo il tuo nome

Sui sentieri ridestati

Sulle strade aperte
Sulle piazze dilaganti
Io scrivo il tuo nome

Sul lume che s’accende
Sul lume che si spegne
Sulle mie case raccolte
Io scrivo il tuo nome

Sul frutto spaccato in due
Dello specchio e della mia stanza
Sul mio letto conchiglia vuota
Io scrivo il tuo nome

Sul mio cane goloso e tenero

Sulle sue orecchie ritte
Sulla sua zampa maldestra
Io scrivo il tuo nome

Sul trampolino della mia porta
Sugli oggetti di famiglia
Sull’onda del fuoco benedetto
Io scrivo il tuo nome

Su ogni carne consentita
Sulla fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Io scrivo il tuo nome

Sui vetri degli stupori

Sulle labbra intente
Al di sopra del silenzio
Io scrivo il tuo nome

Su ogni mio infranto rifugio
Su ogni mio crollato faro
Sui muri della mia noia
Io scrivo il tuo nome

Sull’assenza che non desidera
Sulla nuda solitudine
Sui sentieri della morte
Io scrivo il tuo nome

Sul rinnovato vigore
Sullo scomparso pericolo
Sulla speranza senza ricordo
Io scrivo il tuo nome

E per la forza di una parola
Io ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per nominarti
Libertà.

Paul Eluard

Il granello di sabbia

Il 5 gennaio ho iniziato l’anno delle manifestazioni. infatti, la prima delle manifestazioni del 2010 è stata proprio il 5 a San Giovanni in Fiore (CS).
Ci son partita alle 5 di mattina, in macchina con un’amica “resistente” per raggiungere in tempo il suolo calabrese. E sono davvero felice di averlo fatto! La fatica è stata ripagata: innanzitutto, sono tornata in Calabria dopo più di 20 anni e ho constatato che la Salerno Reggio Calabria non cambia mai, purtroppo! Ma quella terra mi affascina sempre. Passare per la Sila, vedere tutto quel verde e tutti i colori invernali insieme, giallo, rosso, verde spento, immensi alberi senza una foglia, ma macchiati di bianco perchè c’era stata una spolverata di neve. Beh, l’emozione è iniziata così.
Le motivazioni della manifestazioni erano chiare: la societtà civile era chiamata a difendere l’Abbazia di San Giovanni in Fiore.
Lo scrittore Emiliano Morrone, sta seguendo questa battaglia da sempre. Ha scritto anche “La Società sparente” con Francesco Saverio Alessio. Un libro scomodo. Un libro che porta nomi, date. Fatti. Un libro che come unico risultato ha prodotto per gli autori un clima di ostilità nella propria terra. Quella terra che stanno tentando di difendere con le unghie e con i denti dai potentati.
San Giovanni in Fiore ha un triste primato: in rapporto al numero degli abitanti è la capitale europea della disoccupazione e dell’emigrazione.
Allora mi chiedo: perchè i cittadini tutti non si sono sentiti chiamati in causa a difendere un bene così prezioso come l’Abbazia? Come ho detto in una delle mie brevi interlocuzioni, se l’Abbazia venisse risconsegnata ai cittadini, finalmente restaurata e fruibile come BENE CULTURALE, ripartirebbe quel settore dell’economia, il turismo legato alla cultura, di cui tanto avrebbe bisogno San Giovanni in Fiore.
Come sapete, io lavoro per Zètema, la società del Comune di Roma, che, proprio per il Comune, si occupa di Beni Culturali. Ebbene, so quanto indotto ci sia dietro i Beni Culturali.
E’ vergognoso che una cittadina che ha un’unica risorsa, venga tenuta sotto scacco dagli interessi di pochi, o semplicemente dalle furberie dei pochi. Bene ha fatto Chicco Alfano a proporre lo scioglimento del Comune!e’ ora di sentire di nuovo quel “fresco profumo di libertà”. Il silenzio uccide. E’ ora di alzare la voce.
Io continuerò anche domani. Parteciperò, infatti, alla commemorazione della morte di Beppe Alfano, a Barcellona Pozzo di Gotto, il giornalista ucciso dalla mafia, perchè non stava in silenzio. Faceva il suo lavoro:informava. E lo faceva per la sua terra, per i suoi figli (Sonia, Chicco e Fulvio). Ma lo faceva soprattutto perchè credeva in quei valori che ogni giorno di più cercano di allontanare da ognuno di noi: onestà, legalità, verità e giustizia.
Tante persone mi chiedono perchè lo faccio? Cosa? Spostarmi da Roma per andare a dare il mio sostegno o anche solo a fare presenza lontano da Roma?
Me lo chiedono perchè ora sono candidata indipendente, alla Regione Lazio, nelle liste IDV.
Non c’è una risposta sola, la prima è che l’ho sempre fatto. Ho sempre pensato che l’Italia, l’Europa, il Mondo, il nostro pianeta non siano fatti a camere stagne. Ho sempre pensato che “il battito di una farfalla” in una parte del mondo possa provocare un terremoto dall’altra.
Per cui, non mi sembra così strano andare a difendere idee in cui credo su Roma anche in altre parti. Se avessi avuto la possibilità sarei anche partita con la Ghaza Freedom March, ma lì davvero cominciano a subentrare problemi di lavoro (anche nel 2009 sono riuscita a carbonizzare le mie ferie, per partecipare alle iniziative cui tengo, il che equivale a dire che non ho fatto vacanze…).
Vi dico tutto questo perchè spero, domani, 8 gennaio, di vedere la Sicillia bella sedersi nella sala della commemorazione e non quella Sicilia che infama chi, faticosamente, cerca di riportare dignità, verità e giustizia.
Io ci sarò perchè credo davvero che quelle terre dove la mafia tutto ha e tutto controlla, con il drammatico sistema del “do ut des”, ti faccio lavorare ma tu, e tutti a dirsi grazie a vicenda “beh, quelle terre rinasceranno”. Le persone comprenderanno e il sistema si spaccherà. Il granello di sabbia negli ingranaggi fa molti danni… e qui, stiamo diventando tanti granelli…

Corsi e ricorsi…

Fino a due anni fa non avrei mai pensato di ritrovarmi dietro uno striscione con nomi importanti come quelli di Salvatore Borsellino o Sonia Alfano o Gioacchino Genchi. Eppure è successo. Importanti non per la fama, ma per il ruolo. L’iperbole della mia vita mi ha portato accanto a loro nella battaglia più importante: quella contro la mafia.
Le mie battaglie per il mondo del lavoro avevano solo sfiorato il mondo del pizzo, quando nel ’97/’98 conobbi i miei colleghi LSU (lavoratori socialmente utili) del sud, che versavano l’obolo anche solo per rientare nelle selezioni.
Ovviamente una volta entrati – era una forma di ringraziamento per chi li aveva aiutati – versare una quota del già miserrimo sussidio INPS. Ma si sa, la vita è strana e fino a che non si arriva al capolinea non si capisce perchè certe cose ci siano accadute. Con gli anni sono diventata fatalista, mi lascio andare al caso: cerco di non farmi scalfire da tutto ciò che mi accade e procedo, tenacemente, verso gli obiettivi prefissati.
Non sempre mi riesce di rimanere tranquilla, ma mi applico. Oggi, dico questo perchè mi è capitato sotto gli occhi un interessante post sul sito dell’Associazione Caponnetto riguardante dei manifesti affissi per Roma dalla sigla “CUORE AZZURRO”. A voi la lettura e le considerazioni. Io, di mio, aggiungo solo questo e lo “strano caso” di Fondi, quando il ministro Maroni ne propose lo scioglimento a seguito della relazione del prefetto Frattasi ed il presidente del consiglio disse che, praticamente, non serviva “non essendoci nessun avviso di garanzia…”
Mi chiedo come si debba praticare nella realtà, e non solo sui manifesti, la lotta alla mafia…

Presidio in via D’Amelio

Sono ormai due anni che mi sono ritrovata proiettata nelle battaglie al fianco di Sonia Alfano, Salvatore Borsellino o lo stesso Gioacchino Genchi che, in questi giorni, ha fatto uscire il suo libro-verità.
Il 19 luglio di quest’anno ero scesa a Palermo per fare muro contro quelle false istituzioni che avessero voluto commemorare, in realtà violandone la dignità, Paolo Borsellino ed i suoi agenti di scorta in via D’Amelio.
Ora mi ritrovo a tornare. Felice. Perchè, in questi quasi sei mesi, tante cose sono cambiate: è nato un nuovo popolo…IL POPOLO DELLE AGENDE ROSSE. Sonia Alfano, in qualità di europarlamentare, è riuscita a portare in Europa le tematiche per cui noi l’abbiamo votata. Si sono sbloccate memorie inceppate da 19 anni…
Insomma, questo 2009 lo ricorderemo. Domani, però, voglio viverlo pienamente: dalla mattina alla sera! Arriverò stremata a Palermo, perchè sono reduce da una tre giorni intensissima… ma ci credo davvero. Io credo davvero che tutti insieme possiamo cambiare questo stato di cose. Dobbiamo. Alle 11 tornerò in via D’Amelio, insieme al Popolo delle Agende Rosse, con Salvatore Borsellino, per lasciare il mio biglietto e per far far vivere il nome di Paolo e dei suoi agenti di scorta.
E domani pomeriggio, a partire dalle 16, sarò all’ex deposito Locomotive per il seguente evento: “L’Alba di una nuova resistenza. Informazione, politica, denuncia”.Invito tutti i palermitani a fare un atto di coraggio: venite a sentire quello che vi verrà detto da chi, quotidianamente, combatte per cambiare Palermo e l’Italia… e date il vostro contributo partecipando!!!

Via i condannati da ogni istituzione

Parlamento Pulito” è stata la madre di tutte le battaglie con Beppe Grillo. Raccogliere 350mila firme in una sola giornata, per chiedere che fossero cacciati i parlamentari condannati, ha fatto capire a tutti quelli che hanno creduto e ancora credono in quella battaglia di esistere.
Quelle firme sono state depositate in Senato, Beppe è stato ascoltato dalla Commissione Affari Costituzionali. La legge, di cui sono firmataria, non verrà mai approvata, ma il caso di Nicola Cosentino (sul quale grava una richiesta di autorizzazione all’arresto presso il Parlamento) dimostra che di questo problema almeno se ne parla, viene almeno posta la questione. Si deve andare avanti su questa strada, valida per ogni assemblea elettiva.
Io pubblicherò nei prossimi giorni (sto recuperando tutta la documentazione) il mio certificato penale e dei carichi pendenti e la mia dichiarazione dei redditi.
Segnalo anche un’iniziativa di Andrea D’Ambra, Parlamento Europeo Pulito, che sostengo in pieno.

Continua l’iniziativa “Mail al Parlamento: fate arrestare Cosentino!“. Inserisci il tuo nome e il tuo indirizzo email per inviare il testo alla Giunta per le autorizzazioni della Camera.

    Il tuo nome (richiesto)

    La tua email (richiesto)

    Nicola Cosentino «contribuiva, sin dagli anni ’90 a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista facente capo alle famiglie di Bidognetti e Schiavone (..) Da tale sodalizio Consentino riceveva puntuale sostegno elettorale».
    Non è tollerabile che un simile individuo ricopra il ruolo di Sottosegretario all’economia. Non è tollerabile che, di fronte alla richiesta di arresto, la Camera lo difenda.
    Fate arrestare subito Nicola Cosentino!”