Venezia è, per me, la città che amo di più dopo Roma. In quest’ultimo anno ho fatto parecchie trasferte a Palermo, dove ho avuto modo di conoscere la città e le persone…ma Venezia mi riporta indietro nel tempo ogni volta che vado. La prima volta che l’ho vista avevo 13 anni. Alle medie. Con i miei compagni di scuola. Il mio primo bacio. Forse è per questo che la ricordo e la vivo con tanto amore. Domenica 12 settembre ero nuovamente lì. Alla stazione a prendere un cappuccino e l’occhio mi è caduto sulla maglietta verde di un signore di mezza età: “PADANIA STATO INDIPENDENTE”. Un altro po’ mi strozzo con il cappuccino. Me ne sono andata. Ma fuori della Stazione Santa Lucia era anche peggio: bandiere leghiste per indicare il punto di imbarco per partecipare alla “Manifestazione della Lega”…così era scritto sul cartello. Con la pelle d’oca mi sono allontanata da lì e poco più lontano, dal ponte di Calatrava …il Ponte della Costituzione, guarda un po’… scendeva un gruppetto…di amici: Paolo Papillo e Silvia Nulli, Piero Ricca, Marco Gavagnin e altri ragazzi del Meetup di Venezia. Tutti insieme, pronti ad andare “armati” di tricolore alla manifestazione della Lega…Scherzando li ho salutati dicendo: “mi raccomando…fate i bravi”…Non potevo andare con loro per un precedente impegno…ma il mio sguardo li ha accompagnati finchè non si sono allontanati su un taxi…sul canale. All’appuntamento serale con Salvatore Borsellino, Giuseppe Lo Bianco, Benny Calasanzio, della Festa dell’Informazione a Mestre, ho saputo l’evolversi degli eventi: la presenza del tricolore aveva urtato l’animo nobile dei leghisti. I miei amici sono stati identificati dalla polizia per “manifestazione non autorizzata”…e per aver turbato l’ordine pubblico…Ecco, siamo a questo: il tricolore turba. La bandiera per cui i nostri avi, hanno dato il proprio sangue perchè oggi l’Italia potesse essere una, sola e indivisibile…quella bandiera…oggi ti fa compiere reati. Io credo che da domani, metterò il lutto sul mio tricolore…non tanto perchè ne sia morto il significato…ma perchè sono morti gli italiani…sono morti tutti coloro che da domani non difenderanno quella bandiera con le unghie e con i denti. Sono morti quelli che non la metteranno sulle proprie macchine, sui propri motorini, sui propri zaini, sulle proprie borse, sui propri vestiti, sui propri cappelli, sui propri ombrelli. OVUNQUE!IO da domani…porterò sempre addosso il tricolore…e spero di turbare il leghista di turno. Perchè…fino a che non riuscirete a pulirvi il culo con la Costituzione…signori…il tricolore…è ancora la MIA bandiera! LA NOSTRA BANDIERA!
Povera Patria
Dai territori friulani, leggo i giornali e sbalordisco. Ora capisco perchè sembro una pazza quando parlo delle mie giornate romane…qui è tutto un altro passo…se a Roma si viaggia a 2000…qui si va a 20. I problemi della città, delle periferie della grande città…non sono neanche paragonabili ai problemi di una piccola città di provincia. Il Friulinon arriva a 1.500.000 di abitanti …una regione…che non ha neanche la metà degli abitanti romani…Come possono capire la frenesia delle battaglie cittadine?per cercare di vivere meglio?eppure non sono estranei alle orride dinamiche innescatesi qualche governo fa…per cui, oggi…le piccole e medie imprese chiudono anche qui…e ci si suicida. E, tornando alla lettura dei giornali…leggo dell’aggressione a Bonanni. Purtroppo…ne stavo parlando con la polizia in piazza Montecitorio, proprio l’altroieri… Io sono stata tra chi ha applaudito alle contestazioni di Dell’Utri, della Gelmini e di Schifani. Si, non voglio essere ipocrita. Ho pensato che c’è qualcuno in questo paese che si è stufato davvero…di essere preso in giro, di dovere ascoltare le parole di un mafioso, condannato in secondo grado venire a dare lezioni di storia e di vita, o di dovere ascoltare le idiozie di un ministro che dice di non voler ascoltare la voce dei precari della scuola perchè politicizzati e strumentalizzati…o, peggio ancora…dover vedere invitato, dal più grande partito di “opposizione” una persona che, avendo un’altissima carica istituzionale e vedendo pendere sul proprio capo gravissime accuse di frequentazioni di mafiosi, tracheggia nel presentarsi davanti ai magistrati per eliminare ogni velo dalla propria figura. Io sono stata davvero felice, si. Ho visto una scintilla di orgoglio italiano…ed ho sempre detto che finchè le lotte sono pacifiche e pacifiste ben vengano… Ed è proprio durante un momento di protesta pacifica, in assemblea con i precari della scuola in piazza Montecitorio che, l’altro giorno, con i poliziotti in piazza, auspicavo che si proseguisse su questa strada della contestazione pacifica…Purtroppo, l’aggressione con lancio del bengala a Bonanni…che, ovviamente non riscuote le mie simpatie, perchè complice di quel sistema che ha distrutto la fuzione del Sindacato, mi angoscia. Ribadisco, quindi, che con la violenza non si arriva da nessuna parte. Non voglio pensare si tratti di infiltrati, perchè non voglio tornare agli anni bui di questo paese…ma una cosa è certa, se oggi si da addosso a Grillo perchè “non viene percepito come un politico affidabile in grado di passare dalla protesta alla proposta”, o a Di Pietro perchè “è meno ferrato nel creare alleanze e aggregazioni” (cit. Il Fatto Quotidiano 9/9/2010)…è perchè si vuole continuare a spostare l’attenzione…E’ più comodo dare a Grillo un ruolo di leader politico che lui rifiuta e catalizzare l’attenzione sulle sue frasi provocatorie…piuttosto che chiamare uno per uno i consiglieri Cinquestelle e vedere il lavoro che stanno svolgendo, attuando programmi condivisi con i cittadini. Come è più comodo dire che Di Pietro non sa allearsi piuttosto che andare a vedere con chi avrebbe dovuto mantenere legami stretti per difendere un ‘opposizione: e parlo di quando c’era nel Pd la Teodem Binetti o il riciclone Rutelli. A Di Pietro, l’ingrato compito di difendere la linea Maginot dell’opposizione con le sue risorse, estremamente inferiori a quelle che un Pd avrebbe potuto mettere a disposizione se solo avesse voluto…Onore al merito per aver retto dignitosamente la botta! Oggi siamo alle porte di un autunno particolare…qui raccontavo che la classe operaia si sta svegliando, organizzando…ora mi trovo a dire che la società civile si sta svegliando. E, mentre si uccide il sindaco Angelo Vassallo, colpevole di svolgere la sua funzione di sindaco ONESTAMENTE. Mentre si costringono le voci fuori dal coro a chiedere scusa per cose che tutti pensano. Mentre la FNSI si ricorda di voler andare a visitare le condizioni di chi subisce torture nelle carceri libiche, ma troppo spesso dimentica le condizioni delle carceri italiane, dimenticando persino il caso di Massimo Papini che resta in carcere nonostante una sentenza della Cassazione…Ecco, mentre succede tutto qiesto qualcuno sta ritrovando la dignità di cittadino: mi riferisco a chi si sta organizzando per andare in pullman ai funerali di Vassallo. E mi riferisco a chi le contestazioni le ha fatte pacificamente. Non sono stata mai dalla parte della violenza. Non lo sarò mai. Ma tutti dobbiamo fermarci un attimo e guardare come è ridotto questo Paese, questa povera Patria…troveremo mai il coraggio di cambiare le cose tutti insieme, colori politici a parte…ma all’insegna della non violenza?Io ci credo ancora!e ci sarò sempre in prima linea e solo con le mie mani aperte…verso il mondo, verso la libertà. DI TUTTI.
Perchè lo fai?…ma perchè non lo fai anche tu?
25 agosto 2010, a Palermo. Per cazzeggio. Aspetto una guida turistica d’eccezione: Tony Troja…”quel Tony Troja“… Ci siamo conosciuti a Cinisi, in occasione dell’anniversario di Peppino Impastato e incrociamo le nostre battaglie nel quotidiano. Il 18 luglio di quest’anno, ho sudato con lui per cercare di calmare le persone che erano rimaste fuori dalla sala dell’ex del Cinema, nel quartiere di Ballarò. Tony, ora, si fa chiamare “Lo Scassaminchia”, di comune accordo con Pino Maniaci…scassaminchia di prim’ordine.
Ecco, il 25 agosto, doveva essere una giornata di totale cazzeggio, ma quando Tony mi ha detto “Ti spiace se passiamo dal presidio dei precari della scuola che stanno facendo lo sciopero della fame in via Praga?”…non ho avuto dubbi nel dirgli subito “no, che non mi dispiace. ANDIAMO!”
A Roma, per anni, ho combattutto spalla a spalla con le precarie della scuola e mi sembra incredibile sentire ancora parlare di precariato nell’ambito della scuola, della cultura, tra coloro che devono aiutarci a tirare su i nostri figli, rispettando i valori della nostra Costituzione.
Eppure, è così. Eppure Maria “star” Gelmini ha deciso che sono troppi gli insegnanti, che non ci sono soldi per tutti (ovviamente questo ragionamento non vale per gli insegnanti di religione che, non solo prendono di più, ma si vedono anche avanzamenti di graduatoria pure quando non lavorano…misteri dei patti lateranensi forse…). Ma, soprattutto ha detto una grande verità…: “Ma perchè protestano se non sanno ancora se sono esclusi o no?!”. grandiosa! E’ questo lo spirito altruista che ci viene trasmesso dai nostri governanti…quello che innesca la lotta tra i poveri, quello che ci fa soffrire della sindrome NIMBY…è successo a te…mica a me…meglio nel tuo giardino che nel mio…Secondo la “ministra”…non riesco a togliere le virgolette…perchè non riesco a considerarla ministro, al pari di tanti altri che per questo paese, magari hanno speso più di un neurone solo…o un’altra parte anatomica…a voi lascio immaginare quale…
In questi giorni i precari di Palermo, sono venuti a Roma, davanti Montecitorio, le cui porte sono ancora chiuse per la pausa estiva. Appena ho potuto li ho raggiunti. Con Giacomo Russo ci siamo riconosciuti, dopo esserci visti a Palermo proprio con Tony Troja. Sono passati pochi giorni da che l’ho visto, eppure, l’ho trovato ancora più deperito. Infatti ha avuto già un paio di malori in seguito ai quali ha dovuto fare delle flebo. Ho avuto la possibilità di
conoscere Salvo Altadonna, colui che ha dato inizio allo sciopero e Caterina Altamore che lo ha cominciato da che è arrivata qui a Roma e che ha una patologia per la quale non dovrebbe far mancare al proprio organismo una corretta alimentazione. A Roma manca Pietro di Grusa, il precario che si era sentito male proprio il giorno in cui con Tony Troja eravamo andati al presidio di Via Praga.
Questo anno è stato particolarmente intenso per me…talmente intenso che siamo a settembre ed ho finito i miei giorni di ferie. Non per riposarmi. La maggior parte li ho presI per partecipare a presìdi, manifestazioni, incontri. Ed ora mi trovo nell’impossibilità di andare a dare il mio contributo in termini di presenza fisica e solidarietà, nell’arco della giornata, ai precari a Montecitorio. Così ho preso una decisione che ho deciso di condividere con un po’ di gente. Andare di notte. Sono, infatti, due notti che dormo in sacco a pelo a Montecitorio. L’ho fatto convinta: la battaglia per la cultura contro
i tagli sconsiderati alla scuola che vorrebbero condurre questo Paese all’ignoranza più assoluta, perchè, “digiamolo”, l’ignorante lo goverrni meglio…è LA battaglia. Qui si parla non solo di cultura ma di lavoro…che è sempre quel famigerato primo punto della nostra Costituzione…che dovremmo ripetere quotidianamente come un mantra, per ricordarcelo. Qui stiamo parlando del più grande licenziamento collettivo della nostra Repubblica!
Ho detto in giro della mia idea di andare a dare solidarietà di notte, nell’unico modo in cui posso in questo periodo. La risposta spesso incoraggiante, in alcuni casi è stata, però, “Perchè lo fai?”. Non ci si capacita che qualcuno possa avere un minimo di senso civico in più. Che possa esistere qualcuno a cui non gliene frega niente di quel che dice la Gelmini…riguardo al fatto…”cosa protestano se non sanno se sono esclusi o no”. Io, invece, sono sempre più convinta della mia scelta e spero proprio che da qui in poi…anche altri facciano come me. Solo standoci si imparano le cose. Solo conoscendo persone come Pietro Trscari, si possono capire tante cose. Anche lui, da ex disoccupato, ora clochard, sta vicino ai precari. Si aspetta ancora il posto di lavoro da Berlusconi… io glielo auguro, sarebbe il primo che sento con le mie famigerate orecchie a sventola.
Le contestazioni a Dell’Utri e alla Gelmini stessa, mi fanno sperare che davvero qualcosa stia cambiando in questo paese. Su facebook abbiamo aperto un gruppo a riguardo. Chi può ci fornisca informazioni su dove
si terranno incontri futuri del condannato Dell’Utri, del condannato Sgarbi, della ministra Gelmini, del ministrofinoachenonraccontacomestannolecose Alfano o di altri nobili signori che appartengono a questa maggioranza…Io ci credo ancora…Ricacciamoli dalle tane da cui sono usciti fuori!RESISTENZA!RESISTENZA!RESISTENZA!
Massimo Papini
Sapevo che sarebbe arrivato il momento in cui non sarei più riuscita a tenermelo per me…
In campagna elettorale non ne ho voluto parlare perchè non volevo sembrasse un atto di sciacallaggio di chi va a caccia di qualche voto in più.
Però, ora, non posso proprio più stare zitta.
A marzo, quindi in piena campagna elettorale, sollecitata da alcune persone sono andata a piazzale Clodio. Tribunale Penale. Ho voluto sentire con le mie orecchie a sventola, ciò che accade intorno la vicenda di MASSIMO PAPINI.
Chi è Massimo Papini per me?un emerito sconosciuto. Solo che alcune persone hanno provato il bisogno di presentarmi la sua storia, viste alcune vicissitudini della mia famiglia che vogliono, comunque, grande partecipazione in vicende giudiziarie, carcerazioni ingiuste e dintorni.
Riassunto delle puntate precedenti: Massimo Papini viene arrestato il primo ottobre 2009, dopo che ne era stata chiesta carcerazione preventiva presso il Tribunale di Bologna, ma il G.I.P. l’aveva rigettata. Così era stata chiesta “custodia cautelare” presso il Tribunale di Roma…il cui G.I.P. aveva emesso l’ordinanza il 18 settembre…
A questo punto ci possiamo chiedere perchè Massimo Papini viene prelevato sul suo posto di lavoro, a Castellabate in provincia di Salerno? ecco, l’accusa è “partecipazione a banda armata“. Cosa avrebbe fatto Massimo Papini per cotanto capo d’accusa?
…facciamo un salto indietro: 20 dicembre 2003, Diana Blefari Melazzi viene arrestata a Santa Marinella, perchè intestataria di una cantina in via Montecuccoli nella quale venne rinvenuto materiale d’archivio delle Nuove Brigate Rosse. Quelle Nuove Brigate Rosse responsabili degli omicidi a Roma del prof. D’Antona e a Bologna di Marco Biagi (di qui le differenti richieste a Bologna e Roma, accolte solo dal G.I.P. di Roma , di arrestare Massimo Papini).
Il 9 marzo 2004 dopo una perquisizione presso l’abitazione di Massimo Papini viene sequestrata una corrispondenza tra Diana Blefari Melazzi e Massimo Papini…perchè tra di loro c’era stata una liason trasformatasi poi in amicizia. Il 22 settembre 2004 Massimo Papini viene interrogato in merito alla sua amicizia con Diana Blefari.
L’arresto deciso nel 2009…è basato sul materiale reperito nel 2004. Ma dal 2004 al 2009, due processi sono stati avviati sulle vicende D’antona/Biagi. Uno a Roma appunto e uno a Bologna. Nel processo di Bologna, Papini viene anche chiamato a deporre come teste per l’accusa. Diana Blefari segue in prima persona le udienze fino a luglio 2005, pur avendo già dato segni di deterioramento delle sue condizioni psichiche. Nel luglio 2005 Diana Blefari viene condannata in primo grado a 9 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di “partecipazione a banda armata e per la commissione di alcuni reati-mezzo, quali rapine di auto-finanziamento.”
Trasferita presso Benevento, Diana Blefari arriva in condizioni estreme: rifiuta il cibo. Non si è alimentata per più di venti giorni. Si rifiutò di rientrare in sezione al termine dell’ora d’aria, tanto da dover essere presa di peso dagli agenti penitenziari.
Non parlava con nessuno. Venne posta in isolamento.
Nell’ottobre 2005 viene trasferita presso L’Aquila, con ulteriori restrizioni: il suo regime carcerario passa da “alta vigilanza” a “41 bis”. Dal 2005 al 31 ottobre 2009, giorno in cui viene trovata Diana Blefari morta suicida in carcere, passeranno diverse perizie psichiatriche, e sentenze di condanna. Ma, durante tutto il periodo di detenzione di Diana Blefari, Massimo Papini ha sempre mantenuto con lei una corrispondenza epistolare regolare per sostenerla umanamente visto il progressivo degenerare del suo stato psichico (come descritto e sottoscritto dalle numerose perizie psichiatriche a cui era stata sottoposta Diana).
Nel febbraio del 2009 vengono concessi i colloqui, in carcere, tra Diana Blefari e Massimo Papini. A questo punto, Diana Blefari è presso il reparto comune del carcere di Sollicciano avendo ritenuto il DAP che la “la stessa debba rimanere in un carcere dove vi sia un presidio psichiatrico e quindi la possibilità al bisogno di un intervento immediato”. Le condizioni di vita risultano invariate: “continua a vivere in una condizione di assoluto auto – isolamento, rifiutando di incontrare le altre detenute e da ultimo anche la sorella”. Solo, una volta al mese, incontrerà l’ex fidanzato Massimo Papini, autorizzato all’ingresso in carcere dal Direttore in considerazione delle precarie condizioni psichiche.
Diana Blefari si è suicidata pochi giorni dopo che la Cassazione le ha confermato la condanna definitiva all’ergastolo. Da quanto è emerso dalla deposizione del dirigente della Digos Giannini, la mattina del suicidio Diana Blefari avrebbe rilasciato uno scritto che non è stato consegnato agli avvocati di Massimo Papini.
A questo punto, io posso solo riportare l’attenzione sul protagonista Massimo Papini, il quale , il 4 marzo 2010 si è visto accogliere il ricorso promosso contro la custodia cautelare in carcere confermata dal Tribunale della Libertà con ordinanza del 20 ottobre 2009. Ciononostante…Massimo Papini…non è stato scarcerato…anzi, le sue udienze procedono. Il castello dell’accusa ruota intorno delle schede telefoniche e sull’evidente rapporto con Diana Blefari. L’udienza cui ho assistito io in campagna elettorale è ben descritta nel comunicato rilasciato dal Comitato: i “non so”, “non ricordo”…da parte del funzionario sotto interrogatorio…mi lasciarono assai perplessa. Io non so, a questo punto, se sono riuscita a descrivere l’andamento della situazione paradossale in cui si è venuta a trovare una persona perchè amica di qualcuno che ha fatto delle scelte sbagliate.
Non sono laureata in giurisprudenza e non ho intenzione di entrare in un’analisi tecnica…una cosa è certa però…Massimo Papini è tenuto in carcere sulla base di accuse non comprovate…e anche difficili da provare a giudicare dalla mole di materiale emersa e dalla scarsa memoria dei funzionari Digos. Lui è sicuramente uno dei tanti…e quello che posso fare io, semplice cittadina che ha trovato uno spazio per alzare la voce…è “solo” chiedere a chi legge il mio blog…di farsi venire dei dubbi, di approfondire, e di scegliere se sottoscrivere l’appello del Comitato per la scarcerazione di Massimo Papini o no…Io ho scelto: sottoscrivo…
“L’olocausto di Gaza” di Germano Monti
Si è mai vista una sorella recensire il libro del fratello?…non saprei…io so che sono una Monti e dalla mia famiglia dovete aspettarvi anche questo!
Sono la più piccola di tre fratelli (in realtà l’unico maschio è Germano…ma l’italiano impone dare spazio al maschile…).
Germano è il più grande. L’ho visto sempre lontano da me…perchè proiettato sulle problematiche delle popolazioni deboli di altri paesi. Ricordo che ero piccola quando lui partì per Belfast, Dublino e scrisse un libro su ciò che aveva visto e vissuto. Non ho letto il libro che scrisse in quell’occasione, ma ricordo una frase…che per me ha sintetizzato tutto il suo viaggio. All’epoca Germano non parlava fluidamente l’inglese e raccontò di avere conosciuto una ragazza irlandese a cui, se non ricordo male, gli inglesi avevano ammazzato il fratello…Un periodo buio…da dimenticare. Germano, raccontò di essersi sentito un verme nel dover esprimere il suo dispiacere per la morte del fratello della ragazza solo con un “sorry”. Si, è vero…significa “mi dispiace”. Ma uno dice “sorry” anche se pesta un piede a qualcuno sull’autobus…e non è proprio la stessa cosa…Germano è per me un gigante buono.
Solo crescendo, ho capito l’importanza di guardare oltre confine. Solo crescendo, ho capito che quello che gli israeliani fanno ai palestinesi tutti i giorni…lo fanno anche a noi, italiani.
Germano c’è stato. E’ andato più volte a verificare con i suoi occhi. Il 31 dicembre 2009 era in Egitto a subire le cariche della polizia egiziana perchè, con altri pacifisti, avevano organizzato la “Freedom march”: volevano entrare a Gaza, passando dal corridoio egiziano.
E’ stato grazie a Germano che ho avuto modo di capire anche cosa stava combinando la Regione Lazio con i soldi pubblici: il progetto “Saving children”, soldi alla sanità israeliana per curare i bambini palestinesi…E ora uno dirà: “bello no?!”. No. Non è bello. Perchè se devi curare i bambini palestinesi…i soldi li dai agli ospedali palestinesi che stando sotto embargo, non hanno avuto sostegno per anni.
E poi…altre centinaia di migliaia di euro investiti dalla Regione Lazio per le “nanotecnologie”…in Israele?ma qualcuno ha chiarito se quei fondi per le nanotecnologie fossero riservati a ricerca civile o bellica?…no. Intanto i soldi pubblici sono andati là. E i palestinesi hanno continuato a morire per i “benefici” effetti del fosforo bianco (vietato dalla Convenzione di Ginevra).
Ecco…non credo di dover aggiungere altro alla recensione del libro…perchè da sorella, vi ho presentato mio fratello. Una persona che mi ha aiutato a diventare quel che sono. Una persona che non ha mai smesso di gridare le infamità compiute su popoli oppressi. E’ un po’ come se ci fossimo divisi i compiti in famiglia: io presidio l’Italia, mio fratello il resto del mondo. Megalomania familiare?Non credo. Credo piuttosto sia amore per il prossimo e per l’uguaglianza di tutti. Nessuno escluso. Ecco perchè il mio consiglio è di far girare la pubblicazione del libro di mio fratello…poi, ognuno deciderà nel suo piccolo cosa farsene di una notizia simile. Grazie.
Una sera a cena…
Poche sere fa, sono stata a cena a casa di mio fratello. Praticamente un evento storico. Abbiamo vite talmente incasinate tutti e due che non ci sono troppe occasioni per condividere momenti di relax. C’è da dire, inoltre, che pranzi e cene nella mia famiglia non sono mai totalmente di relax, perchè, immancabilmente, inevitabilmente…finiamo a parlare di politica e salvezza del Paese…nostro e di ciò che ci circonda. E’ sempre stato così a casa mia. Soprattutto quando c’era mia madre ancora in vita. Mamma aveva creduto nella monarchia costituzionale ed era scesa in piazza a quattordici anni per difendere Umberto II re di maggio…Illusa. Illusa lei…illusi noi, suoi figli. Non perchè abbiamo creduto nella monarchia, questo no. Ma perchè siamo stati cresciuti a pane e ideali da difendere. Abbiamo conosciuto tante persone amiche di nostra madre che tanto ci hanno insegnato, ma la monarchia non ha fatto parte delle nostre scelte politiche.
Ebbene…queste nostre usanze di utilizzare un pranzo o una cena in famiglia per scambiarci, idee, appuntamenti, non sono mai venute a mancare. Che fosse Natale, Pasqua, o un lunedi qualsiasi…ci siamo sempre ritrovati a confrontarci, a volte anche molto vivacemente.
Mi sono ritrovata a pensare a come è andata la cena dell’altra sera, perchè, in metropolitana, ho letto una serie di articoli su Il Fatto Quotidiano.
Ruotano intorno le vite dei nostri politici…schieramenti vari, corruttele varie…acquisizioni immobiliari varie…risultato uguale per tutti…condivisione dei benefit provenienti dall’attività politica con parenti stretti…e amici stretti…
Con mio fratello abbiamo più volte discusso calorosamente, della mia scelta di sottoscrivere e, quindi, fare parte del Comitato Promotore della proposta di legge di iniziativa popolare “Parlamento pulito“. La sua, giustissima, posizione è che non si può mettere sullo stesso piano chi ha corrotto, chi è stato condannato per associazione mafiosa con chi si ritrova con una condanna per un picchetto davanti la fabbrica o perchè ha occupato una casa…
La cosa meravigliosa è che io sono d’accordo con lui…ma, quando, all’epoca, decisi di dare retta a Beppe Grillo su questa proposta…la mia decisione venne perchè nauseata da TUTTA la classe dirigente politica e dai vari “rappresentanti” seduti su quegli scranni. Se la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto…i vari Cesare in Parlamento devono essere adamantini!su questo non si discute. E, poichè non è così…sono ancora convinta della scelta che ho fatto all’epoca. Taglio netto. Poi ricostruzione. I saggi proverbi ci accompagnano nel quotidiano…mettiamoli anche in politica: il medico pietoso fa la piaga purulenta. E io…voglio curare seriamente la mia terra, il mio Paese. Rassegniamoci. Solo con un taglio netto possiamo ripartire. E quindi, ribadisco che la proposta di legge deve andare avanti così…sempre che venga riesumata dal cassetto in cui l’hanno seppellita…e, se per qualche caso anomalo, dovesse anche andare in porto…allora, solo all’ora…torneremo a discutere delle differenze dei reati che possono tenere lontano dagli scranni della politica alcune persone meritevoli per le loro battaglie sociali.Per adesso…io sono per una tabula rasa…Non vedo altra soluzione. Purtroppo…Dedico queste righe a Giuseppe Gatì, sempre nella mia testa e nel mio cuore con il suo motto “Io la mia terra la difendo. E tu?”
Succede al Consiglio Comunale di Roma
Il 31 luglio, sono andata a L’Aquila in macchina con uno dei ragazzi del Popolo Viola. Macchina colorata, quindi: un’agenda rossa e un popolo viola. Partiti per lo stesso motivo: andare a dare il nostro piccolo contributo per dare sostegno a quei cittadini che, il Governo…”vicino alle famiglie”…le proprie…ha dimenticato tra le macerie.
Arrivavo dalla notte trascorsa in Campidoglio a seguire la discussione che avrebbe portato alle 6 di mattina, sempre del 31 luglio, all’approvazione del Bilancio del Comune di Roma.
In macchina riflettevo, raccoglievo idee cercando di puntualizzare cose che non avrei voluto dimenticare e che avrei voluto mettere nero su bianco sul mio blog.
Per farlo coinvolgevo l’amico viola.
Fino ad oggi ero indecisa se scrivere le mie sensazioni su L’Aquila o sul Consiglio comunale andato in notturna…ecco ho deciso…”la seconda che hai detto”.
Ho pensato ai racconti fatti in macchina: del momento in cui ho avuto un attacco di sconforto guardando l’aula consiliare e scoprendo un aspetto eccessivamente ludico per quel posto e per chi lo occupa.
“Ho visto cose che voi umani non potete immaginare”: consiglieri fisicamente e mentalmente assenti, si scambiavano battute da uno scranno all’altro. C’è stato un momento in cui, chi avesse soltanto ascoltato la diretta radio, avrebbe dedotto che c’era bagarre in aula…perchè i consiglieri si gridavano “vergogna” reciprocamente…Ebbene, non erano in lite, si stavano sfottendo a vicenda…c’era un consigliere…di cui non farò il nome…per rispetto ai suoi elettori…i quali avrebbero potuto presidiare anche loro il Consiglio come me per accertarsi che i propri eletti si comportassero dignitosamente…Ecco, questo consigliere…si divertiva a gridare “Peppino” ad un consigliere prospiciente il suo scranno, come se fosse la cosa più divertente del mondo.
Già trovavo vergognoso che la seduta di Consiglio fosse stata convocata per le 22 e alle 24 ancora non iniziava…Poi, una volta iniziata…tutto è stato di un tristezza infinita.
In 13 anni di battaglie ne ho viste di sedute consiliari, anche di bilancio…ma mai sono uscita demoralizzata come da questa. Vedere il Presidente della Commissione Cultura perdere le staffe, sbattere la boccetta d’acqua prima sul tavolo, poi per terra in piena crisi d’ira…perchè non gli sono state votate delle cose…mi ha dato un gran senso di amarezza.
E, grazie al Fatto Quotidiano, ho aggiunto un altro tassello a tutto ciò: venerdi pomeriggio, tra le 18 e le 19, tutto il gruppo PDL si è riunito in una sala attigua alla Protomoteca (dove si svolge in questo periodo il Consiglio Comunale a causa dei lavori di consolidamento nella Sala Giulio Cesare).
Io ero nel corridoio esterno, assieme ad altri dell’U.S.I./AIT, la sigla sindacale cui aderisco e alcuni Vigi Urbani.
Ad un certo punto…ho sentito volare urla incredibili e botte sui tavoli. Le mie favolose orecchie a sventola, hanno intercettato frasi tipo “tu non sai con chi cazzo parli” e altri epiteti su questa linea. I Vigili allarmati, hanno addirittura fatto avvicinare all’area anche i responsabili della Questura…”non si sa mai…”.
Lì per lì ho creduto si trattasse della querelle finiani-berlusconiani, non dimentichiamoci che venerdi c’è stata la resa dei conti.Invece, l’articolo del Fatto Quotidiano a firma Giancarlo Riccio mi ha chiarito tutto: l’on. Tredicine era all’arrembaggio.
Questi sono i nostri rappresentanti. Hanno un bel dire che saranno stati stressati dall’ora tarda e dalla discussione impegnativa, inframezzata da cornetti caldi nella sala adiacente e da lunghe pause (non sospensioni) del Presidente del Consiglio Comunale.
Ma la chicca, la vera chicca…riguarda l’ordine del giorno collegato alla proposta n.71/2010-Bilancio di previsione 2010 che nel dispositivo impegna il Consiglio Comunale di Roma, il Sindaco e l’Assessore competente “ad intavolare delle trattative con i proprietari dei centri di assistenza abitativa temporanea per addivenire all’acquisto degli immobili in modo da passare da un oneroso canone di locazione ad un investimento, che consenta di addivenire a centri di assistenza abitativa pubblici”.
Ebbene…Questo Ordine del Giorno (che, amministrativamente parlando, in sede di discussione del Bilancio diventerebbe un impegno di spesa se votato favorevolmente) a firma dell’onorevole Alzetta (Sinistra Arcobaleno Roma in Action), è stato bocciato. Ma, attenzione: è stato bocciato l’Ordine del Giorno n. 27, che aveva la sola firma dell’onorevole Alzetta. Identico Ordine del Giorno (IDENTICO!) ma avente, oltre la firma dell’onorevole Alzetta, la firma dell’on. Visconti (PDL) è passato. Non è stato bocciato. Ed era il numero 33.
A questo punto, quando io ho potuto verificare ciò, erano tipo le quattro di mattina della seduta di Bilancio e ho pensato di essermi sbagliata. Oggi, ho cercato di verificare con altri consiglieri presenti e sembrerebbe proprio essersi verificata questa anomalia. Perchè a me tale sembra. Ora, quale dei due Ordini del Giorno ha valore?quello bocciato o quello promosso?Tra domani e dopodomani chiederò all’Ufficio Consiglio del Comune di Roma di verificare se quello che ho detto corrisponde…e corrisponde…c’è anche la registrazione di Radio Città Aperta sullo scandaloso modo di votare gli Ordini del Giorno che si è tenuto nella notte tra venerdi e sabato. Urla da ambo gli schieramenti per confermarsi a vicenda i “si” e i “no”,mantenendo pollice verso per chiarire meglio il voto.
Concludendo, sono uscita amareggiata si…ma mai arresa….E, spero, la prossima volta che ci sarà una discussione come quella di un bilancio lacrime e sangue, come quello attuale…Roma partecipi più attivamente. Io resisto…e insisto!