MIRACOLO A PALERMO

Una settimana. Tanto ci è voluto per potermi sedere e concentrarmi sulla mia trasferta palermitana. Il mio appello per invitare persone all’anniversario del 19 luglio, in via D’Amelio, è rimasto parecchio sull’home page del mio blog, intanto che io metabolizzavo gli eventi. Ora è giusto sapere il “dopo” o anche il “durante”. Non ritenevo giusto, però, elencarvi emozioni troppo a caldo. Perchè quest’anno è sucesso qualcosa di estremamente particolare. Quest’anno si è concentrata l’attenzione della stampa, di certa stampa…sulla “acchianata” a Castel Utveggio…che avrebbe, secondo loro, determinato il flop dell’organizzazione di un evento delle Agende Rosse.
Ebbene…IO C’ERO!ero tra le persone che hanno scelto di accompagnare Salvatore Borsellino in un orario che avrebbe ucciso chiunque, su una pendenza che di posti all’ombra non ne offre tantissimi. La salita a Castel Utveggio…non era “l’EVENTO”…era una parte del programma di una tre giorni che di emozioni ne ha regalate davvero tantissime. A cominciare dalla mattina del 17 luglio al Palazzo di Giustizia di Palermo, dove magistrati come Ingroia e Di Matteo non hanno risparmiato fiato per dire quanto ci sia da fare in un momento storico come questo!
Il 18 sera…a Palermo, nel quartiere Ballarò, poi, …è successa una cosa incredibile, forse da folli…non so.
Per un paio d’ore si è vissuta una situazione surreale. A parte che, nel pomeriggio, un gruppo di ragazzi si è trovato di fronte cumuli di mondezza incredibili su
tutta la piazza, per cui ci si è cominciati ad arrangiare per cercare di rendere dignitosa quella piazza: Piazza Colajanni. Alcuni abitanti sono scesi per capire cosa stesse succedendo…e una volta capito, hanno portato giù le proprie scope. La sera si sarebbero dovute aprire le porte al pubblico alle 19,30…ma è successo di tutto: DIGOS e assenza di aria condizionata non vanno d’accordo in un posto dove devono entrare 700 persone e magistrati come Ingroia.
Sono nate discussioni, rimproveri agli organizzatori. Io non so dove stia la ragione…so che ho visto i ragazzi di Palermo tirare su una diretta all’esterno del cinema in un tempo brevissimo, versando sudore e amore per la loro città. Io non so in quale altra occasioine siano state portate più di 1000 persone in un posto come Ballarò…a sentir parlare di mafia. Sarà stato Travaglio a chiamare tanta gente? non lo so. C’era. Da tutta Italia, ma, soprattutto, da Palermo. E per me questo conta. Polemiche non possono esistere se ragazzi si abbracciano sulla piazza con gli occhi lucidi perchè stanno vivendo un momento probabilmente unico. E…io credo…che questa gente, questi numeri…diano fastidio…se un Emilio Fede arriva a parlare di “agende rosse comuniste“.
Il 19 luglio…non si può descrivere…bisognava esserci, davvero…Sotto al sole del mattino per vedere arrivare dei “nanerottoli” a giocare in via D’Amelio: bambini che con i loro giochi hanno acceso la giornata.
E poi, sono iniziati ad arrivare gli amici di tutta Italia. E la giornata ha cominciato a riempirsi di abbracci, sorrisi, a volte lacrime. Non posso fare la telecronaca delle cose belle avvenute…so che eravamo in tanti. So che i giornali HANNO DOVUTO parlare dell’Agenda rossa…grazie alle AGENDE ROSSE. Alle diverse anime delle Agende rosse. Il corteo che parte e si ferma alla notizia che possa arrivare in via D’Amelio il presidente del Senato Schifani. Non lo volevamo lì! Dopo le rassicurazioni del Questore il corteo riparte, ecco la lapide di Calogero Zucchetto. Fermiamoci!Ecco Salvatore Borsellino, andare a spostare dei cassonetti che l’Amministrazione di Palermo, lascia vergognosamente di fronte alla lapide di un servitore dello Stato! Ricordiamo al sindaco che siamo passati: lasciamo un’agenda rossa sulla lapide. Chissà se i cassonetti sono ancora lì?! Palermitani, insistete!
Ripartiamo. L’albero di Falcone ci aspetta. Arriviamo. Applausi, commozione e raccoglimento. Si riparte: dobbiamo raggiungere le statue che erano state posizionate in via (della) Libertà e subito attaccate da …vandali? Noi le siamo andate ad abbracciare. E lì, tutti insieme, seduti per terra, nel centro di Palermo, abbiamo sentito la pièce di due attori che hanno impersonato Giovanni e Paolo. Al termine…è salito spontaneo l’Inno di Mameli. L’abbiamo cantato con tanto di “parapàm, parapàm, parapàm pam pam pam pam!”. E come fai a descrivere quello che ti passa per la testa (o nel cuore) in momenti simili?…io ho solo potuto fare un passo indietro nella memoria: Il 28 gennaio 2009…cittadini, o più semplicemente persone che si vogliono bene, hanno dato la stura a qualcosa di veramente diverso. Il 28 marzo 2009, quegli stessi cittadini sono tornati a difendere verità e giustizia. Il 19 luglio 2009, tutti insieme, ci siamo abbracciati in via d’Amelio, per la prima volta con la nostra agenda rossa al cielo. Una famiglia. Che ha trovato un padre in Salvatore Borsellino (http://www.19luglio1992.com) e una madre in Sonia Alfano
e tanti fratelli. A Nettuno lo dissi: dissi che questo Movimento è guidato dall’affetto. Ma l’affetto, a volte spaventa, a volte esagera, a volte straborda…ed è quello stesso affetto che dei fratelli si scambiano reciprocamente, anche quando sono arrabbiati l’uno con l’altro. Io sono cresciuta in una famiglia dove le discussioni, accese, erano all’ordine del giorno. Con mia madre ho litigato fino al giorno prima della sua morte. Sapevo quanto fosse malata, ma non le ho mai concesso ipocrisie. Se mi faceva arrabbiare glielo dicevo sempre e comunque. Ed era mia madre. E non ho mai smesso di volerle bene, neanche quando mi faceva arrabbiare. Ecco, questo sono per me le Agende rosse: una grande famiglia, dove è lecito incazzarsi, azzuffarsi…ma ritrovarsi. Tutti. Per RESISTERE ed andare in un’unica direzione: VERITA’ E GIUSTIZIA. E, io credo che ci stiamo avvicinando al nostro obiettivo…se si scomoda un Emilio Fede o un Facci. Ci siamo!Ecco perchè, ora più che mai, le Agende rosse devono essere alzate al cielo tutte insieme!Io ero in piazza Farnese con Salvatore Borsellino, Sonia Alfano, Chicco Alfano, Gianluca Manca, Monica Iannì, Benny Calasanzio Borsellino, Emiliano Morrone, Francesco Saverio Alessio e tutti quelli che guardano a questo “disgraziato” Paese con la speranza di cambiarlo!Una grande famiglia!NOI!Quelli del miracolo a Piazza Farnese, a Piazza Navona e a Palermo. NOI!SEMPRE E SOLO NOI!Il resto…non conta.

PS: devo ringraziare una persona, la cui musica mi ha accompagnato nella stesura di questo post…ne avevo bisogno. Grazie.

19 luglio, Palermo, Via D’Amelio

19 luglio 2009: Palermo, Via D’Amelio. Il mio primo viaggio a Palermo. Il primo di una lunga serie. Di sicuro quello in cui ho capito di aver lasciato il mio cuore in Sicilia. Quello che ho vissuto e respirato in poche ore…non e’ facile da descrivere. E’ per questo che ho deciso di fare un appello video per cercare di sensibilizzare altri a venire quest’anno sempre in Via D’Amelio. Io lo so che quest’anno saremo di più. In un anno le Agende Rosse si sono moltiplicate in Italia. E ora spuntano come funghi nelle manifestazioni che cercano verità e giustizia!
Quest’anno ci saremo di nuovo!Non faremo profanare via D’Amelio da quelle persone che “spesso indegnamente occupano le nostre istituzioni”.
Io sarò di nuovo in Via D’Amelio, per Paolo, per Emanuela, per Walter, per Claudio, Vincenzo ed Agostino e per tutti quelli che hanno sacrificato le proprie vite perchè hanno creduto di proteggere questo Paese. E ci sarò per tutti quelli che ancora credono sia possibile cambiare questo Paese!Spero, quest’anno, di vedere tanti palermitani…Ma se aanche non dovessero essere tanti…saremo tanti noi. Lo so!
Il programma si trova sul sito di Salvatore Borsellino. Io aggiungo solo che non sarò lì per commemorare. Ma per difendere!Difendere quel luogo sacro da profanazioni. FUORI LA MAFIA DALLO STATO!FUORI LO STATO DA VIA D’AMELIO!

IO CI SARO’! ECCOME SE CI SARO’!

Due settimane fa, circa, sono andata a Porto sant’Elpidio: non ero lì per prendere il sole, ma per stare vicino a Graziella Marota, la mamma di Andrea Gagliardoni, morto a 23 anni sotto una macchina tampografica per le mancate misure di sicurezza sul lavoro. Dimenticato dallo Stato e dal Sindaco del suo paese che non concede il permesso alla madre di avere un loculo.
Una settimana fa ho partecipato alla fiaccolata in ricordo delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 2009. Vittime e familiari dimenticati dallo Stato e da Trenitalia, che, sprezzante delle accorate richieste dei parenti, ha rinnovato l’incarico di amministratore delegato a Moretti.
Quando, alle 23,48 le sirene delle ambulanze hanno cominciato a suonare tutte insieme per ricordare, mi si è gelato il sangue. Il mio pensiero è andato a tutti i viareggini che hanno vissuto quell’incubo e agli Aquilani che erano intorno a me…loro sanno cosa significa l’incessante suono delle sirene. Ho visto volti smarriti, disperazione, pianto. Qualcuno mi ha detto: “hai sentito le sirene?ecco, era un terzo di quello che si è sentito quella notte”. E poi si è sentito il triplo fischio dei treni, che ogni mese, ogni 29 del mese, quando passano da Viareggio fischiano. Ci ho messo un po’ a metabolizzare tutto quel che ho vissuto. E non ho finito. Non sono riuscita a mettere niente nero su bianco fino ad oggi. Oggi, sono stata aiutata da un grande popolo: gli Aquilani.
A Porto sant’Elpidio, a Viareggio, mi sono trovata a fronteggiare il dignitoso dolore di familiari che si sono visti strappare mogli, mariti, figli, fratelli e sorelle…per un solo motivo, uguale per tutti: il profitto!
Si, perchè se analizziamo la vicenda del treno di Viareggio…ricordiamo come tutto sia successo…per la necessità di risparmiare…
Ma è solo un esempio. Prima della fiaccolata ho potuto partecipare ad un’assemblea molto particolare e molto emozionante per chi come me, vive da vicino certe lotte. Ho ascoltato le parole dei parenti delle vittime della Moby Prince, della scuola di san Giuliano, della tragedia dell’aereoporto di Linate, dei parenti della Casa dello Studente de L’Aquila, del comitato Ruggero Toffolutti e, ovviamente, dei parenti della strage di Viareggio.
Li ho ascoltati in religioso silenzio, uno dopo l’altro, raccontare con profonda dignità il loro dolore. Dolore legato non solo alla perdita dei propri affetti…ma un dolore sordo, uguale per tutti, la rabbia degli onesti che sale da dentro: la necessità di verità e giustizia!
In questo Paese abbiamo perso il senso di queste parole. E’ stato un processo lento, inesorabile…rimane il fatto che abbiamo consentito fosse smantellata la nostra dignità di cittadini. Ci fanno sentire l’ultima ruota del carro…quando noi cittadini siamo LA ruota. Se non ci fossimo noi, i deboli, questo Paese non ci sarebbe. Sono i nostri sforzi quotidiani che consentono agli sciacalli che siedono sugli scranni del Governo di prendersi gioco di noi. Ci raccontano di “tragiche fatalità” sapendo benissimo che certe tragedie si possono evitare con la sola lungimiranza dell’onesto: i giochetti del potere, finalizzati a rimpinguare le tasche dei singoli, li pagano i molti con un costo elevatissimo che nessuna manovra finanziaria potrà mai risanare. Niente e nessuno può sanare economicamente il dolore di una mamma che si vede strappare il figlio che muore sul posto di lavoro. Niente e nessuno potrà mai restituire davvero il sorriso a quei fratelli e sorelle dei ragazzi della Casa dello Studente dè L’Aquila…ma qualcuno potrà fare in modo che quelle morti non restino impunite…e quel qualcuno siamo noi. Tutti noi insieme. E, oggi, per l’ennesima volta, i cittadini Aquilani ce lo hanno ricordato. Quelle manganellate volate su cittadini che non chiedono altro se non il rispetto, se non vedere rispettati i loro diritti…sono un insegnamento per tutti noi. Ed io ho una speranza in questo momento: spero che quei poliziotti che hanno avuto il “coraggio” di alzare il manganello su chi sta chiedendo di non essere abbandonato dal proprio Stato…spero che in questo momento piangano. Io ho ascoltato le parole dal palco di Piazza Navona del “No bavaglio day”, pronunciate dal rappresentante le Forze di polizia…IO SO. Io sono sicura che tra i “celerini” ora non scorra unità di intenti quando si tratta di caricare…perchè diciamoci la verità…quanti cittadini aquilani hanno figli e nipoti con quella divisa?e allora io voglio pensare che piano, piano, lentamente…questi ragazzi capiranno da soli che quattro manganellate…non piegano la disperazione…quella disperazione che i poliziotti stessi vivono sulla propria pelle…perchè quando vi levate la divisa, cari ragazzi e tornate dalle vostre famiglie, come ve la spiegate la difficoltà che avete a pagare un mutuo o a mandare all’università vostro figlio in questo Stato che voi avete scelto di difendere indossando una divisa di cui avreste dovuto sentirvi fieri? mi chiedo stasera, ora…cosa passi nella testa di chi ha rischiato di ammazzare una persona con una botta in testa…e mi rispondo: niente. Gli resta il vuoto. La consapevolezza di non aver concluso niente, perchè non è manganellando i poveracci che si salva questo Stato…questo Stato lo salverete il giorno in cui saprete rispondere “no” agli ordini che vi mettono contro i vostri parenti, fratelli, figli. I nazisti, a Norimberga, per molto tempo si sono trincerati dietro la frase…”facevo solo il mio dovere…rispondevo agli ordini”…Abbiamo una sola vita…e l’unico ordine che abbiamo arriva da lontano: rispettiamola!Abbiamo una sola Italia…difendiamola tutti insieme da chi la sta spolpando giorno dopo giorno! Verrà il giorno in cui le visiere dei caschi dei celerini si alzeranno per guardare negli occhi chi sta chiedendo lavoro, casa, rispetto, verità e giustizia. Io sarò là. Io ci credo.Questo Governo è già riuscito ad unire tutte le Forze dell’Ordine… ora manca solo l’unità delle Forze dell’Ordine con i cittadini, allora inizierà un nuovo corso per questo Paese…quello del riscatto. E io sarò!eccome se ci sarò!

Sono stanca… ma insisto…e RESISTO!

Ho finito recentemente di leggere un libro gradevole, al contempo irritante, che consiglio. Il titolo è “Chi ha ucciso Silvio Berlusconi?” e l’autore è Giuseppe Caruso.
A parte farmi ribollire il sangue per il susseguirsi degli eventi nella trama…mi ha dato tanti, ma tanti spunti riflessivi. Il libro è del 2005…
Pochi giorni fa su Facebook ho pubblicato il link al video di Guzzanti a cui dedico anche questa post…il video è del 2008…
Ebbene…io ho solo una domanda?cosa è cambiato?nulla!anzi, semmai le cose peggiorano. Il “Tvemonti” di Guzzanti…parla di tagli alla cultura…ed eccoci: 2010, si taglia tutto. Dalla scuola al Teatro…la cultura in questo paese non deve più esistere…dovessimo ricordarci di pensare con la nostra testa!
Nel libro, Giuseppe Caruso, affronta la difficoltà di un ragazzo, laureato in storia, a trovare un dignitoso posto di lavoro e che si vede costretto a vendersi alle agenzie interinali, spacciate agli ingenui come il miglior modo di crescere professionalmente in quanto non ti negano di lavorare in qualsiasi ambito…GRAZIE!GRAZIE TANTE!Infatti io conosco davvero tanta gente felice di non avere la certezza definitiva del proprio posto di lavoro e di avere la possibilità di fare una marea di lavori diversi!Ed anche questa realtà, purtroppo non è cambiata fino ad oggi…anzi.
L’esperienza di Pomigliano è stata un pugno allo stomaco fino all’esito finale del voto: io devo ringraziare tutti quegli operai coraggiosi, FIOM o non FIOM, che hanno avuto la forza di alzare, un’ultima volta, la testa di fronte la pretesa del padrone di riportarli alle condizioni dello schiavismo dei neri.
Alla faccia di quegli impiegati che avranno votato “si” al referendum…che rubava anche a loro il diritto di essere pagati per i primi tre giorni di malattia…tanto…l’impiegato mica fa i turni in catena di montaggio…
Grazie, perchè avete dato una lezione di dignità e resistenza a tutto il Paese.
Domani (martedi 29 giugno) sarò a Viareggio, accanto altre persone che, dignitosamente continuano ad invocare giustizia per una tragedia le cui responsabilità vanno ancora identificate. Andrò, nonostante io sia distrutta..
Non ho forze, sono stanca di sbattere contro muri di gomma, di guardarmi intorno e di sentir dire dalle televisioni del potere che questo è “il migliore dei mondi possibili”.
Sono stanca di sentire gente sbuffare se c’è lo sciopero dei mezzi che ti impedisce di andare al lavoro…quando capiranno che lo sciopero serviva anche per loro…sarà sempre troppo tardi.
Sono stanca di sentire gente che si chiede “ma a noi, che ce frega di quello che succede ai palestinesi?stamo messi tanto male già per conto nostro!”. Ah, beh, sul fatto che stiamo messi male già per conto nostro…tanto di cappello…ma io ancora posso andarmi a curare in un ospedale, senza pericolo che qualcuno mi bombardi dall’alto con armi al fosforo bianco, vietate dalla Convenzione di Ginevra, mi porti a curare negli ospedali israeliani e passi anche per vittima…No, non siamo ancora arrivati a questo. Ecco perchè sono stanca. Perchè ho capito che la sindrome NIMBY è davvero difficile da scalzare. E’ difficile far capire che dovremmo essere tutti uguali ed avere pari dignità e diritti…eppure… ce n’è già morta tanta di gente per queste idee…quanta ancora ne dovrà morire?

Sciopero generale

Non sono mai stata una gran frequentatrice di Internet e di ciò che dietro essa si nasconde.
Sono sempre stata in trincea e le cose me le sono sempre vissute sul territorio in prima persona.
Da qualche anno a questa parte le cose sono cambiate parecchio e oggi mi trovo ad avere un mio blog e seguire con molta frequenza il mio profilo Facebook…Grazie a questo, ho capito che il mondo virtuale è composto da tante categorie di persone.
Personalmente, credo di appartenere a coloro che “surfano”, mantenendo sempre i neuroni incollati al reale.
In Rete ho visto tanti appelli, tante parole a sostegno di quanto stava accadendo a Pomigliano…ma non ho visto nessuno (forze politiche dell’opposizione comprese) organizzare pullman per andare a Pomigliano e sedersi vicino agli operai che avrebbero dovuto votare un referendum la cui scelta finale era: vuoi morire di fame senza un lavoro o vuoi un lavoro che ti faccia morire di fame? perchè questo è stato quel referendum! diamo alle cose il loro nome: la classe operaia, ma prima ancora il lavoratore, è stata abbandonata dal Sindacato e dalla Politica…il tutto sotto un’unica parola d’ordine: il profitto. La FIOM ha difeso l’ultima linea, quasi ad essere gli estremi difensori di una linea Maginot del Terzo millennio.
E ha retto. Si! ha retto l’attacco e ha dimostrato che la dignità dei lavoratori non la si calpesta con tanta facilità. Domani (venerdi 25 giugno) ci sarà lo sciopero generale. Alcuni si sono organizzati per andare alla manifestazione di Napoli, io sarò a quella di Roma. Già sono triste…perchè so che non saremo mai tutti quelli che vorrei fossimo…si…perchè domani l’Italia si dovrebbe fermare: i commercianti dovrebbero chiudere, perchè questo Governo ha preso anche loro per il culo.
Gli ospedali dovrebbero riservarsi solo per le emergenze…perchè con tutti i tagli della sanità…soprattutto nel Lazio.
La maturità si dovrebbe interrompere…tanto non ci sarà più cultura o una scuola pubblica.
I trasporti? Beh, non un lavoratore dovrebbe stare sul posto di lavoro…ma in piazza…eppure…non sarà così.
Non sarà così perchè la fame è brutta e i lavoratori sceglieranno di portare a casa, comunque, una giornata di lavoro. Non sarà così perchè al povero diavolo che lavora nello studio privato di un avvocato per 200 euro al mese (alla faccia delle giurisprudenza) nessuno gli ha spiegato che se lui inizia a ribellarsi…altri gli andranno dietro.
La storia è piena di esempi così.
Invece, non sarà così perchè l’Italia è a lutto…la Nazionale è fuori dai mondiali, allora domani tutti parleranno di questo.
Io resisto: domani spero ancora di vedere le stesse persone che oggi ho visto sfilare per Villa Borghese. Un piccolo corteo multicolore che si andava a vedere felice e contento la partita in piazza di Siena, dove c’è un mega schermo.
Domani, la manifestazione l’ha indetta la CGIL. Il mio sindacato è sempre in contrasto con le modalità operative dei confederali. Ma, domani…domani è importante serrare le fila: stare compatti, a testuggine, di fronte all’attacco spietato di questo Governo che vuole affamare e rendere ignorante un Popolo, per governarlo a proprio piacimento…magari senza immigrati, magari con il SUD diviso dal NORD. Finchè avrò fiato…urlerò per me e per chi non può più urlare e si sta girando nella tomba…perchè è morto per avere la Costituzione più bella del mondo, dove il diritto allo sciopero è garantito…ancora non si sa per quanto…

Diamo una degna sepoltura ad Andrea Gagliardoni

Ricordo che da piccola osservavo mio padre dipingere. Mi incantavo a guardarlo.
Un giorno mi volle fare un ritratto a carboncino. E’ la cosa a cui tengo di più ora. Nessuna cifra al mondo basterebbe perchè io lo dia via. Avevo 8 anni. C’è scritto “Serenetta mia”.
Ricordo anche che lo guardavo incantata quando illustrava le fiabe, colorando figure e utilizzando tutte le tecniche immaginabili accompagnate da tutti i prodotti possibili.
Una volta l’ho lasciato da solo, io giocavo con i miei amichetti (ho avuto la fortuna di correre libera dentro Villa Borghese fino a 10 anni). Quando sono rientrata nello studio, dove stava lavorando con dei pennarelli, l’ho trovato accasciato sui disegni.
L’ho scosso…e si è svegliato. Per fortuna. Era crollato a causa delle esalazioni del tipo di pennarelli che stava usando e dei solventi che lo circondavano.
Mio padre, da giovane, prima di diplomarsi all’Accademia di Belle Arti di Liegi, si è fatto sette anni di miniera, in Belgio
Non vi sto a dire le sue raffigurazioni dei minatori quanto possano essere belle e toccanti.
Ora, vi chiederete perchè io stia dicendovi una valanga di fatti miei…di cui non ve ne potrebbe fregar di meno…eppure, quello che io ho vissuto attraverso quanto accaduto a mio padre…altro non è che quella che oggi chiamiamo “sicurezza sul lavoro”. Mio padre è morto per un tumore al colon. Nessuno mi leverà mai dalla testa che sia successo per il tipo di lavoro che ha fatto (insegnava grafica pubblicitaria e stava sempre tra colori e solventi, senza le maschere con i filtri speciali)…e per i 7 anni di miniera…Ma quando è morto…io ero lontana dalle battaglie che porto avanti oggi…pensavo a studiare, a diplomarmi…e andavo alle manifestazioni per la pace, contro la guerra…e non pensavo ai morti della guerra del mondo del lavoro.
Vi sto dicendo questo perchè io sabato 19 giugno, invece di andare al mare, come la gente “normale”…me ne andrò a Porto Sant’Elpidio, nelle Marche.
Alle 14, 30 c’è l’appuntamento sul piazzale della Stazione per chi vorrà partecipare al SIT-IN per ANDREA GAGLIARDONI: la mamma sta chiedendo al sindaco di dare una degna sepoltura al figlio e il sindaco non le assegna il loculo. Ieri, in piazza, qualcuno mi ha chiesto lo schieramento politico del sindaco…ho risposto “non lo so e non mi interessa”…ed è vero…perchè a me interessa solo stare vicino alla famiglia di Andrea.
Andrea è morto sul lavoro, con il cranio schiacciato da una macchina tampografica, per la carenza di misure di sicurezza sul lavoro.
Non so in quanti saremo a stare vicino a Graziella Marota, la mamma. So che vorrei fossimo tanti. Perchè come dice Samanta Di Persio nel video “…dobbiamo pensare che la storia di Graziella è la storia di tutti noi, potrebbe succedere a chiunque di noi…” . E aggiungo…vorrei che i lavoratori di Pomigliano…a cui va tutta la mia solidarietà per quel che sta accadendo, si fermino a riflettere su quel che è successo ad Andrea che è andato a lavorare al mattino alle 5, dopo che aveva staccato la sera alle 21, arrivando a casa alle 22…Vorrei che tutti riflettessimo…: diminuire le tutele, cancellando anni di lotte sindacali, dando spazio alla “voce del padrone” che pensa solo al profitto…non vi garantirà la busta paga…vi garantirà la fine di Andrea. Una sola. Ingiusta!la morte. Voglio terminare questo post con la Ballata dell’eroe (http://www.youtube.com/watch?v=UDm_x_7xT3M) di F. De Andrè, visto che le morti sul lavoro sono un bollettino di guerra…”
era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vender cara la pelle

ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d’un soldato vivo, d’un eroe morto che ne farà
se accanto nel letto le è rimasta la gloria
d’una medaglia alla memoria.”

Scateniamoci…

Il 17 maggio ho scritto l’ultimo post su questo blog. Qualcuno di voi avrà pensato fossi in vacanza…o che, più semplicemente, non avessi nulla da scrivere. Non è così: non ero in vacanza…e di cose da scrivere ce ne sarebbero state tante…Però…come avevo avuto modo di spiegare in quel post, la vicenda di Mariarca mi aveva colpita profondamente. Tutt’ora se ci penso…mi sale la rabbia: rabbia perchè uno deve arrivare a gesti eclatanti come il suo per cercare di far valere dei diritti fondamentali…tutelati dalla nostra Costituzione.
In queste ultime settimane il nostro mondo politico (nazionale e internazionale) è stato scosso da parecchi cataclismi. Dal ministro a cui comprano le case a sua insaputa, al giovane omosessuale picchiato, proprio sotto la casa incriminata. Dallo scandalo pedofilia nella Chiesa, alla finanziaria che devasta le classi più povere del paese, distrugge la cultura e sopprime scuola ricerca. E se guardiamo all’estero…ecco che troviamo il disastro ambientale della piattaforma petrolifera che continua a inondare l’oceano e la tragedia, molto vicina in termini di tempo, del massacro dei pacifisti che portavavno aiuti umanitari da parte dei militari israeliani, in acque internazionali.
Come vedete avrei potuto scrivere di tutto e di più…ma non sapevo da dove cominciare…quasi stordita da tutto quello che succedeva intorno a me…ho preferito respirare l’aria della prima linea…della piazza…Sono stata dappertutto. La mia giornata era scandita esclusivamente dal mio orario di lavoro…perchè terminato quello iniziava l’altra giornata…quella da combattente. E d’ora in poi sarà sempre peggio…perchè io credo che nessuno di noi debba abbassare la guardia. Viviamo in un paese in cui le notizie non girano se non grazie alla Rete…e anche sulla Rete bisogna avere occhi grandi per capire dove sia la verità…perchè anche i “padroni” hanno capito…e fanno circolare false informazioni…questa settimana di esempi ne abbiamo in abbondanza…proprio grazie al massacro dei pacifisti…uno su tutti: è stato detto che i militari si sono difesi SPARANDO, perchè attaccati da spranghe e coltelli…mah?!sarà che mi ricordo cosa è successo a Genova nel 2001…che a me questa storia non convince…soprattutto alla luce delle notizie apprese dalle testimonianze di piazza. Oggi, alla manifestazione, è stato spiegato che tutte le navi della GAZA FLOTTILLA sono state controllate, alla loro partenza, e tutti gli equipaggi e partecipanti…avevano l’ordine tassativo di portare ed usare solo posate di plastica…beh, direi che c’è da riflettere su quanto accaduto…Vorrei dire tante cose…ma ho ancora tanta rabbia che mi circola nelle vene…e potrei non trovare le parole giuste. L’unica cosa che posso fare è invitarvi a dubitare. SEMPRE!Dubitate dei giornali, dei telegiornali di quei giornalisti che hanno la lingua consumata per quanto la usano con i padroni…e cercate. Cercate sempre. La Rete…sarà il nostro futuro. Il futuro di chi le cose le vuole cambiare davvero. Di chi non può stare più fermo a guardare mentre gli cancellano un paese che aveva la Costituzione usata come esempio in tutto il mondo. Di chi ci vuole provare. Io credo ancora nei dettati costituzionali. Io credo che tutti insieme dobbiamo difendere quelle sacre parole come diritto al lavoro, all’eguaglianza, alla scuola, alla ricerca…tutto…alla civiltà.
Ed è perchè ci credo che domani sarò presente all’evento “Libertà scatenata”: che si terrà al Teatro Vittoria di Piazza Santa Maria Liberatrice, a Roma. Troverete l’evento su Facebook.
E’ completamente autofinanziato…siamo semplici cittadini, con la voglia di difendere il Paese.Provate a partecipare.Anche solo guardando la diretta streaming.