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La vendetta telecomandata de “Il Giornale”

Sonia Alfano ha detto al Parlamento Europeo, in seduta plenaria, quello che in Europa già tutti sanno, ma che è bene ripetere nelle sedi istituzionali: in Italia, una sola persona è proprietaria o controlla quasi tutta l’informazione e il suo governo, ripetutamente, ha cercato di mettere le mani sulla Rete. Forse, dice Sonia, perché la stampa libera “consentirebbe agli italiani di conoscere le responsabilità dello stesso Berlusconi nelle stragi di mafia del ’92-’93 in cui sono morti Falcone e Borsellino”.
E’ arrivata subito la vendetta trasversale de “Il Giornale”, di proprietà della famiglia del noto corresponsabile di corruzione di giudici, con un articolo di Paola Setti: Sonia sarebbe la responsabile della strage di Messina di settimana scorsa.
Sull’autorità della fonte, sorvoliamo. Voglio però pubblicare la replica di Sonia: facciamole sentire tutto il nostro sostegno, la nostra battaglia è la sua battaglia! Se volete, lasciate i commenti per lei in questo post, glieli farò avere personalmente!

Avrei voluto affidare la giusta risposta solo alla querela, motivo x cui mi limiterò solo ad esporre i fatti e vi prego di far girare questa nota.
Ho lavorato al Dipartimento Regionale della Protezione Civile dal 1 aprile 1999 con la funzione di assistente amministrativo. L’anno successivo ho acquisito il titolo di DIsaster Manager dopo un corso di addestramento durato 1 anno. Successivamente le qualifiche sono state rimodulate e la mia corrisponde a quella di funzionario direttivo. Non sono mai stata assegnata alla provincia di Messina, anzi il mio servizio di assegnazione è quella della provincia di Palermo. Dal 14 luglio 2009 sono in aspettativa per incarico istituzionale. Come sicuramente i “signori” de “il Giornale” non sanno, il Dipartimento conta ben 9 sedi provinciali a capo di ognuna delle quali vi è un dirigente preposto; nel caso del servizio di Messina il dirigente responsabile è l’Ing. Bruno Manfrè, il quale credo non abbia nessuna responsabilità pèer ciò che è accaduto. Il capo del Dipartimento è l’Ing. Salvo Cocina e vi invito a contattarli per chiedere direttamente a loro se avevo responsabilità di varia natura. Non ho mai ricevuto né incarichi né consulenze di studi né per la provincia di Messina, né per altre realtà. Ho formato centinaia di volontari e decine di operatori comunali, ai quali ho sempre fatto ben presente LA TOTALE IRRESPONSABILITà DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI SINDACI SICILIANI. Piangono solo dopo le tragedie. La legge che regola il sistema di Protezione Civile è la l. 225/92 che stabilisce che il sindaco è prima autorità di protezione civile e responsabile della pubblica e privata incolumità. Inoltre, come gli esperti de “il Giornale” non sanno, in Sicilia il sistema di protezione civile è regolato soprattutto dalla legge 14/98 essendo la Sicilia a statuto autonomo. La stessa legge recita: i comuni POSSONO dotarsi del piano di protezione civile…..e il problema è che grazie a quel possono, pochi sindaci vedono ciò come un dovere e se ne fregano visto che nel testo normativo non è prevista l’obbligatorietà della pianificazione. Molti miei colleghi ed alcuni funzionari delle Prefetture siciliane, conoscono bene le lotte che abbiamo fatto come funzionari del Dipartimento per sensibilizzare i sindaci. A volte gli stessi sindaci non rispondono neanche alle richieste fatte per iscritto dal Dipartimento. A questo si aggiunga che io non ho MAI avuto nessun ruolo dirigenziale e il quadro è abbastanza chiaro. I responsabili sono tutte quelle persone che sapevano e hanno fatto finta di nulla per anni. Impiegati comunali, sindaci e politici locali che sono sempre in visita sia al Dipartimento regionale che a quello Nazionale per chiedere soldi…approfittano di alluvioni o incendi per girare come avvoltoi negli uffici e chiedere soldi grazie alle varie dichiarazioni di emergenza o di stato di calamità. Ovviamente utilizzerò questo articolo per querelare la “testata giornalistica Il Giornale”. Chiederò un adeguato risarcimento danni e vincerò la causa. Chiamerò a testimoniare tutti i funzionari del Dipartimento e utilizzerò gli atti in mio possesso per dimostrare che le calunnie del giornale sono solo un metodo, fallito clamorosamente, per screditarmi. Sono consapevole del fatto che i miei continui attacchi al sistema di potere cominciano ad essere problematici, ma non credo riusciranno mai a fermarmi. Potranno usare piombo o tritolo, ma ci saranno centinaia di migliaia di italiani onesti che continueranno a denunciare logiche e poteri mafiosi. Siamo un esercito che cresce quotidianamente e la loro caduta è ormai inarrestabile. Sonia Alfano

Imbucati di regime

Il Giornale pubblica un articolo non firmato, quindi attribuibile al direttore Vittorio Feltri, sulla festa “Onorevoli on the beach” di sabato scorso. Com’era prevedibile, il regime ha mandato un imbucato/a (sotto forma di bionda scollacciata provocante?) per fare uno “scoop”: “Ma allora le feste non le fa solo il premier? No, anche l’opposizione balla e canta il karaoke“. Sì, e le nostre feste sono pubbliche, tutti possono partecipare.
In effetti, non so se c’era davvero l’imbucato/a. Scrive Il Giornale che “a un certo punto la festicciola ha visto il classico trenino, con una insolita composizione: Luigi De Magistris – che praticamente è stato costretto a scendere in pista, poveretto! – appiccicato a Sonia Alfano seguita da Salvatore Borsellino – che però era a casa sua, a risparmiare le energie per la Marcia delle agende rosse del 26 settembre a Roma – e Gioacchino Genchi” protagonista di un’ indimenticabile gag con Beppe Grillo al telefono! E’ vero che guidava il trenino, come dice Il Giornale, ma la nostra locomotiva era Roberto Monaco, un nostro amico, in permesso dall’ospedale, venuto a festeggiare il suo compleanno con tutti noi… e la sua sedia a rotelle. L’articolo prosegue dicendo che Beppe Grillo “è apparso come un santone sugli schermi del locale”. Oddio! Non me ne sono accorta! Sarà che non c’era alcuno schermo, solo un soffitto su cui venivano proiettati i video della manifestazione di Palermo il 19 luglio scorso.
Il Giornale accenna a “belle ragazze a gogò”. Grazie! Gentilmente, vista l’aria che tira non si sa mai si creasse confusione, specifichi che quelle ragazze erano studentesse, disoccupate, impiegate, sindacaliste tutte rientrate nei propri letti dopo la festa. Come spiega bene Beatrice Andolina, presidente dell’Associazione “I Grilli del Pigneto“.
“Ma allora le feste e le danze non si fanno solo nella maggioranza.”
Feltri, se è Lei ad aver scritto questa celia, oltre a scegliersi meglio i suoi imbucati alle feste, si metta il cuore in pace: festeggiamo anche noi ma solo quando abbiamo qualcosa di importante da festeggiare. Come società civile (non solo come grillini, o dipietristi) festeggiamo che, con Sonia e Luigi al Parlamento Europeo, il regime del suo padrone (spirituale, o del fratello del suo padrone editoriale se preferisce) ha i giorni contati. Infatti, Papi, ultimamente, non festeggia più…sarete mica invidiosi dei nostri trenini…su cui tutti pagano il biglietto?