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Adesso basta!

Avrei voluto scrivere anche io un post di solidarietà agli aggrediti a Roma dalla recrudescente ondata di violenza nei confronti di gay e/o trans o stranieri. Poi, ho letto questo post sul sito dell’Arcigay e mi sono resa conto che era stato detto tutto.
Il problema, infatti, non è la solidarietà o l’indignazione che uno può gridare in casi come quelli dell’ultima aggressione all’Eur, in cui una persona (trans o no) viene presa di mira per fare il tiro al bersaglio con la macchina o perchè ancora si grida “duce” intanto che si picchia una persona di colore.
Il problema è il triste esempio che ci viene dagli scranni della politica, come giustamente rivelato nel post dell’Arcigay: “Le inqualificabili dichiarazioni di esponenti dell’UDC e del centrodestra, che hanno accostato l’orientamento sessuale all’incesto, alla pedofilia e ad altre perversioni, forniscono la misura di come sia granitica la volontà di escludere, di emarginare le persone LGBT.”
Io non posso pensare che persone, elette dai cittadini per andare a tutelare i diritti dei cittadini stessi, ancora facciano confusione tra “orientamento sessuale” e perversioni vere e proprie. Tanto da non avere l’obiettiva capacità di discernimento per votare, e non bocciare, il decreto contro l’omofobia.
Vero è che abbiamo degni rappresentanti della delega del cittadino che hanno fior fior di prcessi e/o condanne e vengono ri votati, quindi finché ci sarà questa gente in Parlamento non dovrei stupirmi di nulla. Invece, ancora mi inalbero.
Mi reputo persona fortunata per essere cresciuta in un ambiente dove la parola “intolleranza” non era proprio contemplata nel lessico famigliare. Oggi, a 38 anni, mi trovo a dover scendere ancora in piazza a difendere una cosa sancita nella nostra Costituzione, dall’art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Domani sarò alla manifestazione nazionale antirazzista (nel cui comitato promotore c’è anche il sindacato cui aderisco) che partirà alle 14.30 da piazza della Repubblica, a Roma. E spero che saremo tanti… a gridare BASTA!