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Gli indifferenti…possono restare umani?

Di gente ne conosco tanta e di tutti i tipi. E sono davvero contenta di questo. Ciò che mi rattrista, però, è che ci siano davvero tante, troppe, persone…che ragionino in termini riduttivi…cercherò di spiegarmi meglio. Partiamo dalla consapevolezza che questo è un momento storico disatroso e disastrato per il nostro Paese. Disoccupazione ai massimi storici, credibilità internazionale ai minimi storici. Politiche tese a far crescere la solidarietà, i servizi sociali, la cultura, i posti di lavoro…inesistenti, fanno si che le persone, i cittadini siano concentrati e raggomitolati su loro stessi…per cercare di arrivare a fine mese. A volte per cercare di mettere insieme il pranzo con la cena. E se parli di “questione palestinese”…ti succede anche di sentire il barista che dice “ma che manifestazione era quella di ieri?”. E io rispondo:” la manifestazione a sostegno per la Freedom Flotilla, il convoglio umanitario con navi provenienti da tutto il mondo che porta aiuti e vuole rompere l’assedio di Gaza”. Risposta: “AH!…ma non è meglio che pensiamo a risolvere prima tutto quello che succede da noi e poi aiutiamo gli altri?”. Oppure, se ti capita la possibilità di andare ad appuntamenti come la presentazione di un libro sui gatti all’interno del gattile di Piramide, di domenica, ti senti dire:”ma come ti va? già fai un sacco di cose, mò pure la domenica e poi per gli animali?! pensa prima agli esseri umani!”. E poi aspettate…ci son le lagnanze di settore…:”ma scusa, tu non lavori per una società del Comune?” e io: “si”. “Ma, allora perchè scioperi per i dipendenti della Fiat, o delle cooperative sociali? non è meglio che risolvi prima i problemi della tua azienda?”. Le migliori sono quelle sugli immigrati:”Ma ti pare a te che io non possa avere una casa popolare, perchè prima vengono favoriti gli extracomunitari? o mì fijo nun po’ entrà all’asilo perchè me devono passà avanti questi?”. Ecco…ammetto che sto diventando intollerante, ma con i miei concittadini, con i miei conterranei. Io sono stufa di luoghi comuni che altro non sono che un modo per nascondere la propria indifferenza di fronte alle situazioni drammatiche che ci circondano. Altro non sono che un modo per mascherare i propri, meschini, egoismi, la sindrome Nimby , di cui l’italiano medio soffre. Come si fa a non capire che ciò che accade accanto a noi…può succedere direttamente a noi ?! Oggi è la Palestina occupata…e domani? domani ci farebbe piacere, se, nella stessa situazione, altri Paesi pensassero esclusivamente ai propri interessi, invece che rivolgere la loro attenzione solidale a quanto accade qui?! già ora, io sento l’assenza dei caschi blu in questo, nostro, devastato e maltratatto Paese! figuriamoci se mi trovassi nella stessa situazione dei Palestinesi. Io credo…che siamo ai massimi livelli di indifferenza della storia di Italia. E quando vedo chi è ancora in grado di indignarsi, di ribellarsi…mi conforta poter dire…che…la speranza è l’ultima a morire! Giusto per riflettere un po’ su quel che ho scritto…vi lascio con parole molto più autorevoli e significative…di Antonio Gramsci: era il 1917 e lui, così, parlava degli “INDIFFERENTI”…

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

Un gesto d’amore

In questi giorni, ho dato spazio a tematiche nazionali e financo internazionali (come la Ghaza Freedom March). Non mi dimentico, però che a breve inizierà la Grande Guerra: la corsa alla Regione Lazio.
Non posso dimenticarmelo: mentre vado a lavorare la mattina ci sono i sorrisi di Renata Polverini già spalmati in tutta Roma! Beata lei! Perchè? Molto semplice: premesso che è consapevole (viene da un sindacato grande come l’UGL) della disastrosa, attuale, situazione dei lavoratori/precari/disoccupati italiani, ha, però, tanta voglia di spendere tanti, ma tanti soldi in manifesti, ora! A un mese e mezzo di distanza dal deposito delle liste. Non dalla campagna elettorale in quanto tale, ma dal deposito delle liste. E, ovviamente, non è la sola: chi ha già le idee chiare sta già tappezzando i muri, con una durata media di resistenza del manifesto incollato al muro che va da un minimo di 24 a un massimo di 48 ore. Un record! Se si considera che in piena campagna elettorale un manifesto dura su un muro circa 2 ore.
I più maligni di voi staranno pensando che dico questo per invidia, perchè da indipendente non ho una base economica che mi permetta di fare così tanti manifesti.
Invece no. Lo dico perchè conscia di quello che dico. Innanzitutto, a suo tempo, avevo già fatto la scelta di non fare campagna elettorale con manifesti che violentano la città. Posso rifarlo. E, comunque, un conto è la campagna elettorale, dove “vale todo” e un conto è ora! Potrei inanellare una serie di dati per ricordare quanti lavoratori FIAT staranno in cassa integrazione…ancora per poco, visto che sono consapevoli che i loro stabilimenti chiuderanno. Potrei ricordare quanti ricercatori con fior di lauree, stanno appesi ai tetti di Roma per ricordare che esistono. Potrei ricordare persino lo scandalo Eutelia.
Non lo farò! Ricorderò, “semplicemente”, lo spirito natalizio e il bisogno d’amore che viene gridato dallo schieramento politico cui appartiene Renata Polverini.
Ecco, in nome di quello spirito natalizio ed in nome di quel bisogno d’amore, io chiedo un “gesto d’amore”: devolvete il corrispettivo che state spendendo in manifesti elettorali ora a tutti quei precari/disoccupati/lavoratori che hanno passato un Natale da schifo, grazie a politiche dissennate portate avanti sino a d’ora. A me non interessa il colore politico dei colpevoli. E, aspettate di avere depositato le liste con tutti i candidati, prima di deturpare la città. Grazie. E non mi venite a dire che i vostri super esperti di comunicazione non hanno davvero nient’altro in mente per pubblicizzare le vostre immagini che non siano manifesti. Perché allora state sprecando altri soldi, e dovreste devolvere anche quelli…

Che bello er Natale in famiglia…

Il video vale solo per il Natale…non fate caso all’augurio per il 2009…
Il resto è un regalo di un amico che non c’è più… un testo che aveva spedito ai suoi amici per Natale…che rende l’idea. Lungo, ma scorrevole da leggere. Per quel che mi riguarda, vi dico che è sempre difficile guardarsi intorno sotto Natale ed essere sereni come il periodo vorrebbe, perchè, se ci guardiamo intorno, solo a Roma, ci sono i tecnici dell’ISPRA ancora sul tetto, i lavoratori dell’Eutelia ancora in presidio… e tante, tante altre situazioni disperate. E’ di oggi la notizia degli operai FIAT di Pomigliano d’Arco incatenati al Municipio o di quelli di Termini Imerese tornati a casa dopo l’incontro a Palazzo Chigi, con la consapevolezza che non continueranno il loro lavoro.
Io spero, però, che ognuno di noi, anche solo per un minuto, riesca a staccare la spina e regalare il sorriso del Natale ai bambini che ci circondano, perchè è a loro che dobbiamo dedicare questo giorno… proviamoci. Lo so che non è facile, quest’anno è stato davvero difficile per tutti e quello che abbiamo davanti non sarà da meno… ma proviamoci. Vi lascio sperando riusciate a passare un Natale sereno con i vostri cari. Con affetto. Serenetta Monti.

La mail del mio amico iniziava così: “E’ vecchia ma è sempre valida…fa ride e questo è quello che conta… e mo’ diteme che nun v’è mai successo!!!”

Ebbene si, stanno pe arriva’ le feste de Natale…sò tutti contenti, sò tutti felici… sò tutti piu’ bboni…invece a me me rode er culo! A Natale te se riempie casa de parenti, zii, zie, cugini, cugine, nipoti,nonni, pro-zii, pro-zie, de tutto, tutta gente che vedi solo pè 2 motivi, le feste o i funerali. Tocca mettese i cartellini sur petto
pè ricordasse i nomi.

Insomma se comincia er 24, dala mattina appena me arzo, mi madre parte cò la tiritera….Scenno, manco me siedo pè fa colazione che parte la lagna… ‘Ricordate che er 24 e’ Vigilia, quindi er 24, PESCE…’ me la guardo ancora ner sonno e je dico ‘A ma’ stò a fà colazione, posso magna’ i biscotti o nel latte ce devo inzuppà la spigola??’ Insomma a casa ce stà n’armata de affamati, gente che pare che nun magna da naa vita, aspetteno er Natale cor veleno, da metà Novembre stanno a insalatine pè nun rovinasse l’appetito, insomma oramai a casa mia non fanno piu’ la spesa ar dettaglio.

L’anno scorso hanno preso 123 mq de mediterraneo e 83 mq de mar baltico…te dico solo che mì nonna stava pè infarinà e frigge er capitan findus, stò cojone stava a passà nello spazio de mare che s’eravamo comprati, lui cò quer cazzo de peschereccio azzurro. C’e’ gente che pè magna’ conosce i peggio trucchi… de solito a cena dopo un par de portate se slacceno la cinta… mì zio l’anno scorso pè frega’ i parenti s’e’ presentato in tuta: cosi’ non comprime e po magna’ de piu’!

La cena score, se finisce de magna’ ed e’ l’ora dii regali… In tutte le famije ce sta quella che vole fa l’istruita, pure che ha fatto pè puzza la seconda elementare… e allora senti mi zia che da il regalo ar marito della sorella e je dice… ‘tieni, un bel CARDIGAN’, che mì zio c’aveva paura fosse un cane da riporto del Caucaso, ha aperto cor terore…Poi cò ‘n sospiro je fa: ‘ah! un majone coi bottoni… m’ero preso nà paura’.

Fiuuu! pericolo scampato! Sempre lei e’ quella che fa i regali impegnati ai nipoti, viene e te fa… ‘tieni un bel libro, che la cultura e’importante!’.’A zì, sara’ pure importante ma si me regali ‘I 3 moschettieri’ che c’ho 45 anni, che cazzo de cultura voi che me faccio…’ Ma la cosa piu’ bella, che va contro tutto quello che che viene detto in televisione, sò i regali della nonna. Sò anni che sentimo di che co l’euro tutto e’ aumentato: quelle che erano 5 mila lire, mò nella nostra mente, sò 5 euro… sì, er cazzo che te se frega…Mì nonna me regalava 50 mila lire prima, mò uno se aspetta 50 euro… e invece no!! Te se presenta co un pezzo da 20, un pezzo da 5 e 50, 20 e 10 centesimi… te verrebbe da daje nà sediata. Mì nonna e’ la vera risposta italiana al problema euro!Poi la gente se ne va a casa, ma er peggio deve ancora da venì. Er peggio e’il 25!

La notte io non ce dormo… so’ teso… nervoso… I preparativi per il 25 partono dall’Immacolata. Se riuniscono le donne e se mettono a decide… che famo che non famo… agende cò le ricette, puntate registrate della prova del cuoco… poi alla fine se finisce sempre a magna’ le stesse cose. Te arzi la mattina, entri in cucina, e le vedi lì, manco stessero a sperimenta’ la fusione a freddo. Appena provi a entra’ te fanno ‘CHE VOI?’… ‘niente, che vojo, un bicchiere d’acqua’… ‘NO, mò aspetti…’manco i Vietcong ereno cosi’. Poi pare sempre che e’ successo qualcosa, so tutte co la faccia disperata…
Te spaventi, ce stai male e domandi ‘che e’ successo?’… ‘lascia stà…’ ‘…come lascia sta? Vojo sape’! Ahò, se so cose della famija, c’ho il diritto de sapello’… Te guardano cò la faccia distrutta…e te dicono ‘…la besciamella ha fatto i grumi…’ MA ANNATEVENE A FANCULO VOI E LI GRUMI!

Da 30 anni, er 25 c’ha er menu fisso… e non solo quello. La cosa peggio che po’ succede e’ il doppio tavolo: uno pei grandi e uno pei piccoli. Me dava ar cazzo da ragazzino… ma adesso me fa proprio smadonnà… L’anno scorso se semo ritrovati al tavolo che er piu’ piccolo c’aveva 25 anni… Gente che e’ annata in guerra, gente cò 2 divorzi…pero’ sempre relegata al TAVOLO DEI PICCOLI. L’unica cosa e’ che da 2 anni a sta parte ce danno pure i coltelli. Poi nel mentre che se magna, noti che er fratello de zio, che er 24 c’aveva la tuta, oggi s’e’ presentato co la tunica che ha fregato a un lavavetri al semaforo. Sotto e’ rigorosamente nudo, che le mutande segano! E c’ha la faccia contenta. Hai capito sì che stratega, er Bonaparte del colesterolo! Er pranzo finisce, se contano i superstiti, se sparecchia, se lavano i piatti e poi… poi… se gira a tovaja che da bianca diventa verde… se comincia a gioca’ a carte! E a che se gioca? a sette e mezzo? NO!
Se gioca a BESTIA! Er gioco dell’infamita’, tutti contro tutti. Er tipico momento arriva cò un piatto de na quarantina de euri. Comanda coppe. Te c’hai er 3 secco…. bussi… sei de mano te senti un leone…bussa solo tù nonna. Te dici…. ‘nonna me vò bene, m’ha cresciuto, sto tranquillo…’, cambi 2 carte. Non t’entrano altre briscole ma t’entra un carico. Un po’ de paura ce l’hai, ma ostenti sicurezza. La vecchia non deve intravedere il minimo turbamento in te, sò come i cani… sentono si c’hai paura. Allora parti: lanci er carico a denara. Tù nonna te lo magna col 2 de coppe. Cominci a sudà freddo e te dici ‘no, non ce lo pò ave’, no, non me po’ dì cosi’ sfiga….’ E invece che fa? Cala er COPPONE…. Poi cò lo sguardo finto dispiaciuto te dice: ‘ Bello de nonna tua e’ er gioco…’Butti er 3 smadonnante e lei non contenta butta er 5 a spade, che te c’avevi er 4. Insomma tù nonna t’ha mannato in bestia… ‘cci suaa! A me m’ha fermato mì padre appena in tempo, je la stavo pe da nà lamata…Gia’ me fai i regali pidocchiosi poi te li ripii pure… Poi dici li metti all’ospizio!Comunque, giocando giocando se fa ora de cena e parte la domanda retorica:’qualcuno cena?’ E c’e’ gente che ancora c’ha er coraggio de dì de sì..Poi che vor di’ sta divisione cena-pranzo-cena… Io sò sicuro che l’anno scorso mì zio s’e’ messo a sede er 24 e s’e’ rialzato er 2…Ma alla fine arriva l’ora de salutasse… e la solita manfrina: ‘Se vedemo troppo poco. Tocca organizza’ piu’ spesso…’ Vedi tù nonno che se fa du conti e dice… ‘Aho’ contando che er
Natale vie’ nà volta l’anno, la prossima occasione deve da esse….’ Ed e’ allora che parte un sonoro ‘ANNATEVENE UN PO’ AFFANCULO TUTTI QUANTI!’
Che bello er Natale in famiglia…