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Intanto a Roma… Ora e sempre RESISTENZA!

Lo scorso 2 settembre, ho partecipato all’audizione delle rappresentanze sindacali di Farmacap (l’Azienda speciale di Roma Capitale che gestisce le farmacie comunali) in una riunione congiunta delle Commissioni Politiche Sociali e della Salute e Bilancio. Tutte le sigle sindacali presenti (Filcams CGIL, Fisascat CISL, Uiltucs UIL e USI) a partire dalla Filcams CGIL , che ha aperto gli interventi, hanno sostenuto la solidarietà a due dipendenti licenziati , inquadrati precedentemente come magazzinieri con un contratto a tempo determinato ed appartenenti alle categorie protette. E’ stato, quindi, chiesto un intervento a salvaguardia di queste persone che, attualmente, sono a tutti gli effetti disoccupate. Entrambe i Presidenti di Commissione hanno manifestato il proprio interesse per una verifica congiunta con il Gabinetto del Sindaco (che, finora aveva seguito la vertenza da vicino con diversi contatti tenutisi anche durante agosto) ed eventuale risoluzione di questa difficile situazione.

Il resto dell’audizione ha visto gli interventi esplicativi dell’attuale situazione di Farmacap in vista anche di decisioni future su riassetto delle municipalizzate. In particolare è stata ribadita dalle sigle presenti la necessità di mantenere il carattere pubblico dell’Azienda ed in tal senso sono state registrate rassicurazioni verbali sia da consiglieri di maggioranza che di opposizione. L’impegno principale e più urgente da parte dei Presidenti è stato quello di convocare al più presto i vertici aziendali. A tal riguardo, l’USI ha più volte sottolineato l’anomalia di un commissariamento straordinario, iniziato con la precedente Giunta PD, che sarebbe dovuto durare tre mesi ed ora ha superato il secondo anno di permanenza. Ma è delle ultime ore la notizia che proprio il commissario straordinario, Franco Alvaro, sia stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di turbativa d’ asta nella concessione a una società privata della gestione dell asilo nido di via Bossi. Società che era già stata segnalata dall USI, ad inizio gestione e durante la Giunta di Marino,  per gravi comportamenti di violazione dello Statuto dei lavoratori e lesivi della dignità delle lavoratrici. L’USI ha seguito sempre da vicino lavoratori e lavoratrici Farmacap come tante altre vertenze del terzo settore.  Non è la prima volta che all’USI “vengono a mancare” gli interlocutori per arresto: da sempre infatti denunciamo malae gestio e ora cominciamo a vedere anche risultati. Vorrei ricordare che, attualmente,  sono stati depositati esposti in Procura anche per la situazione dei canili comunali ed in questo momento sono state promosse richieste di audizione in seduta congiunta delle Commissioni Ambiente e Bilancio proprio per tale situazione e per quella dei lavoratori MULTISERVIZI. Alla Presidente della Commissione Politiche Sociali e della Salute, invece, è stata chiesta audizione per tutte le problematiche del sociale (da AEC a scolarizzazione Rom).

Ora restiamo in attesa delle convocazioni, nel frattempo…teniamo alta l’attenzione!

Gli effetti della politica delle parole…inglesi…

Molti di voi sanno che come lavoratrice iscritta all’USI Unione Sindacale Italiana, sono anche diventata RSU nella società in cui lavoro (che è una delle aziende “partecipate” di Roma Capitale al 100%): Zètema Progetto Cultura srl. In questa veste partecipo ai tavoli di trattativa sindacale assieme alle altre RSU ed ai delegati delle segreterie delle Organizzazioni Confederali (CGIL, CISL e UIL e UGL). Spesse volte sono in posizione di opposizione. Forse dipende dal fatto che la mia è una sigla con più di cento anni di storia sulle spalle legati all’Autorganizzazione sin dalla nascita. Essere autorganizzati ed avere un’autonomia di pensiero slegata dalle logiche di appartenenza a questo o quel partito fa si che io sia sempre libera di scegliere SOLO ED ESCLUSIVAMENTE nell’interesse dei lavoratori e delle lavoratrici come agire. In virtù di queste prerogative, recentemente avevo inviato una missiva urgente all’amministratore Delegato (attualmente riveste anche la carica di Presidente, come da dettato della “Spending Review”) in cui segnalavo la necessità di avere informazioni urgenti in merito i locali presso cui, da circa 15 anni, il Comune di Roma (oggi Roma Capitale) tiene attivo il servizio INCONTRAGIOVANI “FORI”(prima noto come INFORMAGIOVANI). Cos’è sucesso che mi ha spinta a chiedere verifiche urgenti? che “qualcuno” si è dimenticato di dire che, vista la necessità di Roma Capitale di ridurre i costi …visto che la sede di L.go Corrado Ricci vedeva la corresponsione di un congruo affitto annuale a privato…vista la normale scadenza di un contratto di locazione…a luglio i locali si sarebbero dovuti riconsegnare alla legittima proprietaria. Quando dico “qualcuno”…è perchè non saprei chi individuare come primo anello debole di una catena che si spezza senza considerare l’importanza del legame. In 15 anni di attività il servizio ha creato un tessuto sociale di relazioni con giovani e meno giovani che ha un carattere di eccellenza. Il servizio stesso è un’eccellenza in tutta Europa…Io non credo che a Parigi si sposti da un giorno all’altro un servizio così…Sarebbe un po’ come spostare un pronto soccorso dal giorno alla notte…il ferito grave arriva e trova la freccia…”scusate ci trovate a quest’altro indirizzo”. Se queste sono le premesse dell’applicazione della “spending review” perchè siamo in piena “austherity” e l’assemblea capitolina non può neanche mettere bocca nel “piano di rientro” di cui dovrà esclusivamente ascoltarne la presentazione…beh…scusate ma io preferisco fare la campanilista e chiamare le cose con il loro nome: approssimazione. Cosa costava avvisare nel momento in cui si era concordata la dismissione dei locali? in modo da predisporre con tutta calma il trasloco  e la ricollocazione del servizio? invece di aspettare la segnalazione di una organizzazione sindacale allertata da lavoratori e lavoratrici? La politica del risparmio ci vede tutti favorevoli…ma bisogna anche predisporre tutti i piani con criterio. Quanti altri contratti d’affitto di Roma Capitale riguardano locali in cui OGGI si prestano servizi anche essenziali? Preoccupazione ora è che altri servizi prestati, da un giorno all’altro si ritrovino sfrattati per “cessata locazione”. Se il Sindaco, invece di farsi dettare l’Agenda dal Presidente del Consiglio controllasse queste scadenze…saremmo tutti più contenti!

La storia si ripete…

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Com’è buffo questo Paese: la storia si ripete e noi, cittadini, non impariamo…Stavolta mi riferisco al “Salva Roma” ter ed alle misure ivi contenute che andranno ad impattare sull’erogazione di servizi fino ad oggi ritenuti pubblici e sulla vita di circa 60000 lavoratori coinvolti(tra dipendenti Capitolini e dipendenti – come me – delle società municipalizzate di Roma Caiptale). Tra il 1997 ed il 2000 ho fatto parte del Coordinamento Nazionale LSU/LPU. Quel coordinamento è  nato grazie allo sforzo di tante persone, di cui, alcune, purtroppo, oggi non ci sono più (il mio pensiero va all’architetto Luigina Cascianelli che ha partecipato attivamente a tutte le lotte che hanno portato alla stabilizzazione dei lavoratori LSU/LPU del “Progetto Polis” del Comune di Roma). Quel coordinamento nacque prima a livello locale in diverse parti d’Italia, poi divenne una realtà Nazionale che arrivò anche ad incontri importanti con le Commissioni parlamentari. A Roma, l’Assemblea dei Lavoratori “Polis” (pil nome lo prese dal progetto di appartenenza iniziato con circa 1000 lavoratori) ha portato avanti una battaglia costante, a volte durissima, contro l’Amministrazione e contro scellerati accordi che Sindacati Confederali andavano siglando alle spalle di tutti noi lavoratori coinvolti. Solo il supporto di una sigla autorganizzata come l’USI Unione Sindacale Italiana, all’epoca, ci ha consentito di resistere: mettendo a disposizione, di noi lavoratori e lavoratrici riuniti un’Assemblea, le loro sedi e i loro strumenti. La loro esperienza sindacale ha consentito di farci raggiungere  la sigla di un accordo che non ha visto repliche nel resto di Italia: 700 assunzioni a tempo indeterminato, suddivise, secondo i termini di legge che lo consentivano, tra le diverse municipalizzate del Comune di Roma e il Comune stesso, laddove le figure professionali corrispondevano. E’ storia questa. Ed io l’ho vissuta tutta in prima persona. Quel Protocollo di Intesa con il Comune di Roma per le assunzioni porta anche la mia firma. E ne vado fiera.

Ora, però, l’applicazione delle norme contenute in quello che da subito ho ribattezzato “l’AMMAZZA ROMA”, mi riportano indietro di anni…a quando, con gli altri LSU/LPU scrivemmo questo documento. Ebbene, questo Paese è buffo…perché…a distanza di anni…basta si cambino i nomi dei protagonisti…ma la realtà delle cose non è cambiata…se non che, all’epoca, a pagare dazio erano i precari…Oggi si è talmente destrutturato il Diritto del Lavoro ed il Diritto AL Lavoro (sancito dalla nostra Costituzione) …che il dazio lo paga anche chi ha avuto un contratto a tempo indeterminato…fino ad oggi, appunto…

Le prime righe di quel documento così recitavano:”Le politiche neo-liberiste del governo D’Alema e dei governi che l’hanno preceduto, imposte dal patto di stabilità che regola la costruzione dell’unione monetaria europea sotto il controllo della banca centrale, portano al degrado delle condizioni di vita e di lavoro di sempre più larghi strati di popolazione.

Le cosiddette politiche per il lavoro si fondano sullo sviluppo della flessibilità del lavoro e dell’adattabilità, cercano cioè di imporre ai salariati, siano essi assunti, in formazione, disoccupati o precari in una delle miriade di forme di lavoro atipiche che vengono fatte proliferare, condizioni di vita e di lavoro degradate a tutto vantaggio degli imprenditori in termini di profitto.

La cosiddetta riforma dello stato sociale, si traduce nel sistematico smantellamento delle tutele e dei servizi ai cittadini ed in primo luogo alle classi subalterne a partire dall’attacco alla scuola, alla sanità ed alla previdenza pubbliche. L’obiettivo, concretizzatosi con il disegno di legge di modifica della 142/90 da parte dell’ANCI e della Confindustria con il quale si vuole imporre agli enti locali l’obbligo di appalto ai privati di tutti i servizi pubblici, è la liquidazione dello stesso concetto di benessere collettivo a vantaggio di una redditività mercantile fondata sul profitto dell’impresa.”

Vi consiglio la lettura del resto…Ma soprattutto vi consiglio di fare in modo di ri organizzare quella stessa Resistenza…che all’epoca consentì la rottura di molte barriere e la stabilizzazione di parecchi lavoratori e lavoratrici. E per farlo dovremo essere uniti! Per noi…e per chi verrà dopo di noi! Siete tutti invitati all’incontro che si terrà martedì 6 maggio p.v. presso la sala del Consiglio Metropolitano in via Giolitti, 231 a Roma – piano rialzato rispetto livello strada. “Loro” insistono…ma noi…RESISTIAMO! …La storia si ripete…ed io c’ero all’epoca…e ci sono ora. E voi?