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Vespa a Vespa

Puntata strepitosa di Vespa a Vespa quella con Marcello Dell’Utri, il braccio destro, il sinistro, il cervello e a volte pure la voce di Berlusconi, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Strepitosa non per Dell’Utri, ma per Andrea Orlando, il parlamentare del PD incaricato di fare un durissimo contraddittorio al noto conoscente del mafioso Mangano.
Orlando purtroppo non era preparato, non credo fosse in malafede. Ma non sia mai che il PD mandi un Rosario Crocetta a caso, in queste occasioni. Non considero neanche l’apporto di Sansonetti… cioè lo considero: Sansonetti è chiaramente un imbucato. Un oppositore di regime nemmeno troppo bravo a recitare la parte: favorevole all’abolizione del 41bis, perché è incivile impedire agli stragisti di comunicare con i propri parenti, si è dichiarato incompetente sulle questioni di giustizia però la stampa non deve permettere il cortocircuito informativo-giudiziario. Il termine lo usa Vespa, quando gli fa notare che Sansonetti medesimo la pensa esattamente come Berlusconi.
Nota divertente: Cicchitto. Cicchitto non è difficile da capire. Quando balbetta e ci mette un’ora per mettere insieme una frase standard – soggetto, verbo, complemento oggetto – i casi sono due: o non sa di cosa parla, oppure si arrampica sugli specchi. Escludo che un piduista non familiarizzi col concetto di sovversione dell’ordine Costituzionale.
Ragazzi, siamo noi l’ultima speranza per noi stessi!

Non c’è due senza tre

Sarà che Bruno Vespa deve vendere il suo libro e quindi fa uscire le dichiarazioni ad orologeria – come piace dire a loro. Ma il fatto che Bersani abbia dichiarato, in qualunque epoca, che pretende il dialogo con Berlusconi mi preoccupa, e non poco.
Tre milioni di persone che han votato alle primarie, se sono veri i dati che ci danno, non credo che avessero in testa esattamente questo quando chiedevano al Partito Democratico il cambio di rotta. Sarebbe il terzo inciucio in dieci anni, è troppo.
Da Wikipedia:

Il termine è entrato nel gergo della politica italiana in seguito all’uso che ne fece il giornalista Mino Fuccillo, in un’intervista a Massimo D’Alema per il quotidiano la Repubblica, il 28 ottobre 1995. Da allora, “inciucio” è divenuto un termine comune per riferirsi ad un accordo informale fra forze politiche di ideologie contrapposte che mette in atto un do ut des o addirittura una vera e propria spartizione del potere

Berlusconi ormai è il padrone d’Italia, si è preso tutto. La domanda è: cosa mai avrà da offrire ancora il Partito Democratico?